livello elementare
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ARGOMENTO: AMBIENTE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: REPORTAGE
parole chiave: G7, Ambiente, Energia
Oggi pubblichiamo un resoconto di Alessandro Filippini, volto noto del TG2 ed autore di importanti reportage sull’ambiente, al termine dell’ultima conferenza G7 ambiente, energia e clima svoltasi alla Reggia di Venaria (Torino), a guida della Presidenza italiana. Come avete appreso dalle sue dirette televisive (TG 2 – che potete ricercare su RAI Play), il G7 ambiente è stato aperto con la proposta italiana di un accordo per uscire dal carbone entro il 2035 con l’Italia pronta a fare da apripista “nel brevissimo periodo” forse entro un paio di anni. Tante buone notizie che fanno ben sperare per agire su tanti punti critici che stanno attanagliando il pianeta. Va compreso che nuove crisi climatiche, specialmente nelle aree più deboli del pianeta, comporteranno crisi sociali che aumenteranno l’instabilità del pianeta, di fatto destabilizzando gli equilibri del III millennio. Vediamo ora cosa è successo raccontato da Alessandro Filippini.
Gli accordi di Parigi del 2015 parlavano chiaro: contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo rispetto all’era preindustriale. Di fatto questa è la stella polare che il G7 su clima, ambiente ed energia, appena concluso alla Venaria reale di Torino, ereditava dalla COP21 indirizzando i convenuti su un tema centrale nell’agenda dei lavori, la transizione energetica. Dopo una due giorni di lavori serrati i ministri di Italia, Germania, Francia, Stati Uniti, Giappone, Canada e Regno Unito, porteranno in dote alla prossima conferenza sul clima, che si svolgerà a Baku in Azerbaijan, alcuni importanti risultati. Ricorderete che la COP28 svoltasi a Dubai lo scorso anno aveva sancito l’abbandono di tutti combustibili fossili entro il 2050, e quest’anno il G7 della Venaria ha raccolto il testimone, centrando un obiettivo non facile, mettere tutti d’accordo sullo stop all’uso del carbone entro il 2035. Un risultato importante perché all’accordo ha aderito il Giappone che non solo ricava ancora oltre il 30% di energia proprio dal carbone, ma che in passato ne aveva fermamente rivendicato l’uso. Un’inversione di tendenza che si spera potrebbe influenzare altri paesi come Cina ed India, restii ad incrementare l’uso delle energie rinnovabili. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin sottolineando che il nostro paese potrà fare da apripista abbandonando il carbone già entro un paio d’anni, ha ribadito come per il futuro si debba guardare da una parte all’incremento dell’uso di energie rinnovabili, dall’altra all’adozione del nucleare di nuova generazione. Una possibilità potrebbe riguardare l’utilizzo dei cosiddetti SMR, small modular reactor. In parole semplici dei mini reattori a fissione nucleare di piccola taglia, modulari e modulabili in base alle esigenze del territorio.
Nell’agenda dei lavori dei sette ministri dei paesi industrializzati non poteva naturalmente mancare il tema dell’aiuto all’Africa e a tutte quelle popolazioni ed aree del pianeta più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale, dove le conseguenze di eventi estremi sempre più frequenti come alluvioni o gravi siccità possono mettere in ginocchio per sempre intere comunità, soprattutto in paesi che dipendono totalmente dall’agricoltura. Tanto per capire di cosa parliamo, secondo uno studio della scuola superiore Sant’Anna di Pisa, pubblicato sulla rivista dell’accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti, nei prossimi anni l’86% dei paesi diventerà più povero a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.
Il G7 della Venaria dunque raccoglie il testimone della COP28 di Dubai dove era stato istituito il Loss and Damage Fund, un fondo attraverso il quale i paesi più ricchi si impegnano ad aiutare quelli più deboli. A questo punto ci sarebbe di che essere soddisfatti, ma pochi minuti prima della conferenza stampa di chiusura del vertice è arrivata un nuova buona notizia, il G7 si è congedato con altri due impegni formali: il primo riguarda la riduzione del 75% di emissioni di metano da combustibili fossili entro il 2030, il secondo la costituzione della coalizione del G7 per l’acqua, che avrà l’obiettivo di individuare strategie per affrontare la crisi idrica globale.
A questo punto non potevamo non chiedere al ministro se questa coalizione estenderà la sua azione anche alla tutela del mare che del pianeta è il grande impianto centralizzato, e che quindi tanta parte ha proprio nella regolazione del clima. Fratin, la cui attenzione per il mare era stata sottolineata anche all’ultima conferenza di CONFITARMA, non solo ha risposto positivamente ma ha sottolineato che ci saranno importanti sviluppi già dal prossimo G7. Appuntamento dunque nel 2025, questa volta in Canada.
Alessandro Filippini
in anteprima, mare @andrea mucedola – foto, se non specificato, di Alessandro Filippini
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Giornalista presso la redazione Scienze ed Ambiente del TG2 della Rai Radiotelevisione Italiana. In RAI dal 1987, al TG2 dal 1991 prima come reporter e cineoperatore, poi come redattore. Ho lavorato in diverse redazioni tematiche e rubriche ricoprendo spesso incarichi in teatri di crisi come terremoti e alluvioni in Italia e all’estero, o conflitti come in Kossovo e nei Balcani. L’attualità e la divulgazione sono da sempre la mia passione specie se declinate in materia di ambiente e soprattutto di mare. Ho realizzato servizi e speciali sulla tutela degli ecosistemi, sulle aree marine protette, sul cambiamento climatico, l’inquinamento e l’impatto che questi hanno sugli oceani. E ancora su fatti di cronaca come gli eco reati o sulla ricerca scientifica in ambito ambientale, fino alle storie sulla gente di mare come Enzo Maiorca, Folco Quilici e Pippo Cappellano con Marina Cappabianca nello speciale sui 60 anni della rassegna di Ustica
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