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La Camera Iperbarica nei lavori subacquei in basso fondale

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: SUBACQUEA COMMERCIALE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: SISTEMI DI SICUREZZA
parole chiave: camere iperbariche

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Ricevo molte richieste di chiarimenti relativi alla Norma UNI 11366 “Sicurezza nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria” che dispone la obbligatorietà della Camera Iperbarica di Emergenza (DCI) nei lavori subacquei a profondità maggiore di 12 metri. Essa, intanto è obbligatoria per disposizione di legge ai sensi del Decreto del Consiglio dei Ministri n° 27 del 24 gennaio 2012, art. !6 comma 2. Nei lavori portuali o adiacenze, viene resa obbligatoria da Ordinanza della Capitaneria di Porto ed ha, quindi, obbligatorietà in ambito della circoscrizione giurisdizionale della Capitaneria di Porto che l’ha emessa.

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Premesso quanto sopra vediamo più da vicino il suo contesto di utilizzo, evidenziando le modalità ed i possibili vantaggi

Le operazioni subacquee ad oltre 12 metri (più recenti acquisizioni scientifiche e linee guida internazionali hanno ridotto questa soglia alla profondità di 10 metri) includono manutenzioni (ad es. corpi morti per ancoraggio, impianti di acquacoltura, installazione e manutenzione di tubazioni, cavi per telecomunicazioni, interventi su dighe e barriere frangiflutti, nonché lavori legati a opere murarie e demolizioni, recupero di mezzi e strutture affondate. Gli interventi sovente necessitano di utilizzo di attrezzature quali martelli pneumatici, chiavi per avvitare o svitare bulloni, anche di grandi dimensioni, attrezzi idraulici o pneumatici come frese, seghe, martelli e mazze per battere, paranchi per il tiro, palloni idrostatici o recipienti rigidi di spinta etc. Oltre ai rischi insiti nella immersione fine a se stessa, dovuti alla fisiologia e alla fisica della subacquea, occorre considerare nella Valutazione dei Rischi, i potenziali danni derivanti dall’uso di questi attrezzi. In questi contesti sono state sviluppate nel tempo delle procedure consolidate; in particolare, i subacquei eseguono prassi di decompressione che possono, in situazioni particolari, risultare in un “salto di decompressione” involontario – cioè un’uscita parziale dalla corretta procedura dovuta a variazioni meteo, errori nel calcolo dei tempi o quote di decompressione.

Utilità della Camera Iperbarica di Emergenza come Strumento di Prevenzione

La Camera Iperbarica di Emergenza è uno strumento fondamentale per prevenire e attenuare gli effetti della Malattia da Decompressione. Anche se le procedure di decompressione sono consolidate, il verificarsi di un’improvvisa variazione – sia essa dovuta a condizioni ambientali variabili o ad errori operativi – può generare nel sommozzatore/subacqueo una condizione di decompressione non ottimale. Poiché le prime fasi di intervento sono cruciali, l’esperienza insegna che la presenza di una camera iperbarica di emergenza sul luogo (sia come unità fissa in prossimità del sito operativo o come unità mobile) consente di iniziare il trattamento iperbarico nel minor tempo possibile. Pur non trattandosi di veri e propri infortuni, i “salti di decompressione” sono da considerarsi degli eventi a rischio che, se non gestiti correttamente, possono evolvere in situazioni cliniche più gravi.

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Fasi di Intervento e Considerazioni Operative

All’insorgenza di un episodio di decompressione involontaria, il protocollo prevede l’immediata attivazione della CDI per iniziare la fase di decompressione controllata. Va compreso che la camera da decompressione non sostituisce ami il ruolo del medico, ma rappresenta il primo passo di un percorso di intervento rapido che, sempre in collaborazione con personale sanitario competente, riduce il rischio di evoluzione clinica della MDD. Data la varietà delle operazioni subacquee e la mutabilità delle condizioni ambientali (acque agitate, diverse profondità, ecc.), una camera di decompressione di emergenza deve essere progettata per essere facilmente trasportabile per essere installata in prossimità dei punti critici, garantendo così la massima accessibilità in ogni situazione. Esperienza maturata negli anni dalla marina militare italiana che ha dotato anche unità minori, come i cacciamine, di camere di decompressione trasportabili anche via elicottero.

Conclusioni

In sintesi, la Camera Iperbarica di emergenza si configura quindi come uno strumento essenziale per la sicurezza nei lavori subacquei a profondità superiori ai 12 metri. Agendo tempestivamente per completare la decompressione e mitigare i rischi di evoluzione in una malattia da decompressione, una Camera Iperbarica di emergenza diventa parte integrante del protocollo di sicurezza. La sua implementazione non solo riduce i rischi per il personale, ma contribuisce anche a mantenere standard operativi elevati, favorendo un ambiente di lavoro sicuro e protetto. Questi dettagli evidenziano come, in un contesto operativo, dove anche procedure consolidate possono subire deviazioni, la presenza di una Camera Iperbarica di emergenza rappresenti una garanzia fondamentale per la prevenzione e la gestione immediata degli eventi di decompressione non intenzionale. Va da sé che parimenti vada formato personale per la loro conduzione che affianchi il personale sanitario alla gestione delle emergenze.

Giovanni Esentato

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