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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: animali curiosi
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Il passaggio dell’uragano Harvey nel suo passaggio non ha lasciato solo distruzione ma anche animali marini e fluviali come i lamantini. La forza distruttiva del ciclone tropicale ha sconvolto i litorali, distruggendo ecosistemi e creando enormi disagi alle persone, ma anche agli animali. In Texas, a Houston, anche un manzo, abbandonato dai proprietari in una fuga precipitosa è rimasto bloccato dal fango. Per fortuna un’intera comunità si è organizzata per aiutarlo. La stessa cosa è avvenuta in Florida, dove alcune persone si sono attrezzate con teloni e assi, per salvare due lamantini strappati dalle acque di un creek e lasciati in un mare di fango. La loro morte sarebbe state certa senza l’impegno di quei volontari.
Ma le spiagge hanno lasciato anche altre sorprese. Preeti Desai della National Audobon Society, si era recata a Galveston, Texas per fare una valutazione dell’impatto dell’uragano Harvey sugli uccelli locali ed il loro habitat. Non si sarebbe mai immaginata di trovarsi di fronte quella strana anguilla dotata di grandi zanne e, apparentemente, senza occhi, che ricorda la forma di una lampreda ma non era presente negli atlanti biologici disponibili nelle librerie.
“On first glance it looked like something from the deep sea to me “ ha riferito ai giornalisti Desai. “My initial thought was it might be a sea lamprey but when I got close I realized there was no way that was what it was, particularly based on the mouth. We squished it around a bit, and even turned it over but couldn’t come up with any other ideas.”
Così Desai ha deciso di chiedere aiuto su Twitter, scatenando una serie di ipotesi sulla natura dello strano animale. Inizialmente i biologi marini hanno cercando di mettere insieme qualche idea, ma nessuna delle identificazioni proposte poteva essere avvalorata. Sicuramente non si trattava di una murena in quanto, dalle foto scattate da Desai, l’animale non possiede pinne pettorali visibili. Quindi di cosa si trattava? Gli esperti sono propensi ad un esemplare appartenente alla famiglia degli Ophichthidae, una specie di anguilla. Gli Ophichthidae sono una famiglia di pesci nell’ordine degli Anguilliformi, comunemente noti come le anguille serpenti (snake eel). Il termine “Ophichthidae” deriva dal greco ophis (“serpente”) e ichthys (“pesce”). Queste anguille sono anche chiamate anguille scavatrici per il fatto che sono spesso nascoste sotto il fango. Hanno corpi lunghi e cilindrici a forma di serpente e vivono in tutto il mondo, in acque tropicali e temperate, in differenti habitat, dalle coste costiere e perfino dai fiumi, fino a profondità di oltre 800 m.
La maggior parte delle Ophichthidae vivono nascoste nel fango o nella sabbia per catturare la loro preda di crostacei e piccoli pesci e le loro dimensioni variano da 5 cm a 3 metri di lunghezza. Molte specie non dispongono di pinne, essendosi evolute migliorando la loro capacità di penetrare nel sedimento come i vermi. Sono spesso maculate o a strisce, rassomigliando ai serpenti marini velenosi, probabilmente con lo scopo di scoraggiare i predatori
Il dottor Kenneth Tighe, biologo con il Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian, sospetta invece che si tratti di un Atelophos chauliodus, nota anche come l’anguilla con le zanne, della famiglia degli Ophichthidae. Questa anguilla fu descritta per la prima volta da James Erwin Böhlke nel 1956 ed abita ad un intervallo di profondità tra i 30 ed i 90 metri, sia in acque marine che negli estuari salmastri tropicali. Vive in tane su una base permanente o semi permanente, lasciando esposti solo gli occhi e il muso. I maschi possono raggiungere una lunghezza totale massima di 84 cm. La sua dieta è costituita da pesci ossei e crostacei.
Un’altra teoria è che potrebbe appartenere alla famiglia dei Congridae, a cui appartengono anche i Gronghi. Nel caso lo scienziato ritiene possa essere un Bathyuroconger vicinus, un’anguilla di alto fondale presente nell’Atlantico e nel Pacifico che vive anch’essa in tane scavate in fondali sabbiosi ad una profondità tra i 900-1000 metri (fattore che lo escluderebbe tra i candidati in quanto anche una potenza distruttiva come quella di Harvey non lo avrebbe potuto strappare da sotto il sedimento a quella profondità) o un altro tipo di grongo, lo Xenomystax congroide, non molto conosciuto. Comunque, ogni teoria è valida. Sebbene tutte e tre queste specie vivano al largo del Texas e presentino caratteristiche similari, compresi quei grossi denti simili a zanne, le conoscenze biologiche su questi pesci sono ancora troppo limitate. Tra l’altro, un elemento identificativo importante sarebbe stata la punta della coda, che differenzia gli Ophichthidae dai Congridae che nelle foto non si evince. Quanto agli occhi, apparentemente assenti, in questi animali sono normalmente molto piccoli e potrebbero essere probabilmente scomparsi a causa della essiccazione della creatura sulla spiaggia.
Harvey ci ha certamente regalato un nuovo mistero del mare che sicuramente farà discutere gli scienziati.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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