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Eccezionale scoperta!!! Una nave del XVI secolo ritrovata dopo 500 anni dal suo naufragio lungo le coste portoghesi praticamente intatta

tempo di lettura: 3 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE
PERIODO: XVI SECOLO
AREA: RELITTI
parole chiave: Portogallo
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A volte i ritrovamenti più incredibili avvengono a due passi dalle spiagge. Un’imbarcazione che naufragò nel XVI secolo è stata scoperta nei fondali portoghesi completamente intatta ed ha già restituito oggetti di importanza eccezionale sottolineando gli antichi legami con la vicina Galizia. 

Esposende è una località turistica frequentata dagli appassionati di sport acquatici sita a nord di Porto (Portogallo), collocata in un’area esposta ad un surf abbastanza consistente in qualsiasi momento dell’anno. Non è raro che il mare restituisca sulle spiagge oggetti strappati dal fondo dalla furia degli elementi. In Florida, i collezionisti di oggetti marini sanno che a seguito degli Uragani, sulle spiagge è possibile ritrovare dobloni ed oggetti provenienti da navi affondate. Negli Stati Uniti questo è legale, ma non in Europa.

Un gruppo di archeologi portoghesi ha localizzato in quelle acque il relitto di una nave naufragata nel sedicesimo secolo nelle fredde acque dell’Atlantico. Gli studiosi stanno tentando di chiarire la sua misteriosa origine, cominciando dai resti e dagli oggetti riemersi dalle profondità marine: centinaia di suppellettili, un’ancora e quattro cannoni, due di ferro e due di bronzo.  L’eccezionalità del ritrovamento deriva dalla circostanza che l’imbarcazione – di probabile origine iberica – si presenta praticamente intatta. Gli archeologi sottolineano la circostanza che la nave non ha subito saccheggi da parte di cacciatori di tesori sommersi e si trova ricoperta da uno spesso strato di sedimenti.

La nave è stata scoperta vicino alla spiaggia di Belinho, nel comune di Esposende e gli archeologi la reputano uno dei più importanti siti archeologici sommersi finora localizzati in Portogallo. “I dati indicano che si tratta di un naufragio avvenuto nella seconda metà del sedicesimo secolo – ha dichiarato l’archeologo Felipe Castro – di un naviglio probabilmente costruito nella penisola iberica e che faceva ritorno dall’Europa del Nord“.

La vicenda del ritrovamento ha avuto inizio nel 2014, quando una tempesta riversò sulla spiaggia di Esposende diversi oggetti appartenenti all’imbarcazione: centinaia di piatti, bacinelle, proiettili che furono analizzati nel 2015 nell’ambito di un progetto europeo guidato dalla studiosa spagnola Ana Crespo Solana. La maggior parte degli oggetti è di stagno o di ottone, a parte i candelabri in bronzo e frammenti di pietra e metallo rivestiti di cuoio che potrebbero derivare, per gli esperti, da armi individuali degli occupanti la nave.

Secondo l’archeologo Alexandre Montero, dell’Istituto di Archeologia e Paleoscienze dell’Università Nuova di Lisbona, “il potenziale che serba questa nave è unico, giacché non c’è alcun altro sito archeologico, sulla terra o sott’acqua, da cui siano stati recuperati così tanti piatti” del sedicesimo secolo. La dimensione dello scafo della nave è stata stimata tra i 20 e 25 metri, con grandi scomparti centrali larghi tra i due metri e mezzo e due metri.

A Esposende, molti ricercatori cercano di capire come questa nave fu costruita e quali legni furono usati e da dove provenivano, in un momento storico come il sedicesimo secolo in cui le potenze marittime maggiori incominciavano ad allargare i loro orizzonti commerciali e politici sul mare.

Secondo l’archeologa Ana Paula Almeida, dalla Divisione Azione Culturale del Comune di Esposende, gli oggetti ritrovati, tra cui  ben 21 palle da cannone, 52 oggetti in lega di rame, 244 di stagno, 56 lastre di piombo e di pietra, e la zavorra della nave non dovrebbero essere estratti dal luogo di ritrovamento e lasciati sul fondo del mare. Il comune di Esposende, che da 30 anni sta valutando il tesoro archeologico del Castro de São Lourenço, vuole invece valorizzare turisticamente questa nuova scoperta dal mare. Il rischio può essere il saccheggio dei tanti materiali la cui importanza storica e’ certamente superiore a quella dei materiali specifici. Per sensibilizzare la popolazione locale e chiedere ai cittadini di collaborare per salvaguardare altri pezzi che possono apparire su quei chilometri di spiagge a seguito di fenomeni meteo marini violenti come le tempeste, gli archeologi subacquei stanno tenendo una serie di incontri educativi a Belinho.  

Siamo solo all’inizio e la ricerca continua.

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2 commenti

  1. Bruno Cammarota Bruno Cammarota
    05/02/2018    

    Perfetto. interessa molto comprendere le naturali condizioni di conservazione dello scafo in legno, tutelare tutti gli oggetti di grande senso anche ove non di grande valore. Sarebbe bello recuperare la nave ed esporla in situ. Forse con l’aiuto di fondi comunitari. Il Comune potrà valutare questa strada.
    Cordialità,
    Bruno Cammarota

    • 05/02/2018    

      il recupero degli scafi in legno e’ molto complesso … interessante fu la nave cartaginese di Marsala

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