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livello elementare.
ARGOMENTO: NAUTICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: motori, manutenzioni
Suggerimenti per il rimessaggio invernale
E’ consigliato effettuare il tagliando motore prima del fermo invernale. In questo modo, oltre al cambio di filtri, olio e service completo, tutto “condito” da un abbondante ingrassaggio di tutti i leverismi, potremmo avere un’idea dello stato generale al fine di effettuare quelle manutenzioni necessarie in maniera ottimale.
In particolare si suggerisce effettuare la desalinizzazione dell’intero circuito di raffreddamento dell’acqua di mare. Togliere il tubo che pesca acqua dal mare, inserirlo in una tanica con dell’acqua dolce e, dopo che il motore ha aspirato tutto, versare nel secchio del liquido anticongelante per radiatori. Far quindi aspirare anche questo e spegnere immediatamente il motore. Fare una derivazione fatta apposta per evitare di togliere il tubo dalla presa a mare è più comodo e costa in totale quanto un metro di tubo, un raccordo a T, qualche fascetta inox e una valvola a sfera. Molto utile è tappare lo scarico motore dall’esterno, per evitare condense e per prevenire l’arrivo di ossigeno nei cilindri che possa innescare la corrosione degli stessi (perché in ferro).
Riempire completamente il serbatoio di gasolio per evitare condensa che successivamente potrebbe provocare acqua e la proliferazione di alghe. Svuotare la marmitta dall’acqua salata.
Verificare le condizioni degli anodi sacrificali presenti sul motore. Si consumano molto meno di quelli immersi a protezione degli assi e delle eliche, ma nel giro di una decina di anni possono corrodersi del tutto e lasciare la loro funzione al collettore di scarico o riser (che in genere è fuso in ghisa) con il risultato che questo si fessura e l’acqua di raffreddamento invece che essere espulsa in mare finisce in sentina.
non dimenticate di controllare i perni e i bulloni – photo credit @Sacha Giannini
Affidandosi al buon senso e riconoscendo i propri limiti molti interventi sono possibili senza l’aiuto di tecnici, per altri avremo bisogno comunque di assistenza. I motori marini non sono né complessi né particolarmente delicati. Ciò che complica la situazione è l’utilizzo saltuario e l’ambiente marino aggressivo per tutto quanto c’è di elettrico o meccanico.
Familiarizzare con i circuiti elettrici d’avviamento e del gasolio non è una semplice curiosità ma è necessario per saper risolvere piccoli inconvenienti comuni. Comunque, non saltate mai il service stagionale al motore.

photo credit @Sacha Giannini
Teniamo a mente le poche regole d’oro:
Ricambi originali il più possibile, intervalli regolari di manutenzione, condizioni ottimali di utilizzo, pulizia della carena e appendici, e un fai da te misurato senza sfogare la propria lodevole creatività sul nostro motore, e ne quella del nostro vecchio meccanico terrestre che ci aggiustava la vespa. Insieme non rendono la vita facile al nostro amico di viaggio!
Riassumendo:
Considerazioni finali
Pensavate che avevo finito? Un’ultima cosa. Negli anni ’70 e ’80 molte barche, che tutt’ora navigano nei nostri mari, sono state vendute dotate di motori oggi considerati sottodimensionati. Erano però altri tempi e diverso era l’approccio dell’andar per mare e a vela! Il “gigantismo” che ha pervaso negli ultimi anni la produzione di barche ha sicuramente contribuito ad avvicinare le tendenze del consumismo e la necessità di servizi di bordo, traducendo la ricerca nel principio del massimo comfort e di velocità di spostamento. Parlo di una “contaminazione” di allestimenti e accessori “energivori” i quali hanno, inevitabilmente, obbligato al sovradimensionamento dell’impiantistica di bordo, soprattutto quella elettrica.
L’energia è prodotta, ancora per la stragrande maggioranza dei casi, dal motore entrobordo e nel consentire il raggiungimento di target prestazionali imposti dal mercato e dalle mode si è costretti ad installare alternatori più potenti che lavorano contemporaneamente o dedicati a servizi specifici, pacchi batterie con capacità ed autonomie incredibili. La necessità di imbarcare generatori, dissalatori, frigoriferi, congelatori e una serie di utenze domestiche anch’esse “marinizzate” ha portato inevitabilmente maggiori dislocamenti e pesi da dover spostare in navigazione. Il tutto si è tradotto nella necessità di aumentare la potenza del mezzo propulsivo e la sua efficienza per soddisfare tutto il sistema di comfort e potenza.
Queste tendenze, condivise o no, costituiscono oggi la ricerca per il futuro. Comfort, potenza, ecologia devono oggi soddisfare utenti sempre più esigenti ed evoluti che vogliono ottenere il massimo valore d’uso dalla loro barca. Fino a 30 anni fa si parlava molto di motorsailer, cioè di un’imbarcazione dotata sia di vela (equilibrata) che di (buon) motore, ma il sistema nell’idea dei puristi snaturava il concetto stesso della navigazione, della crociera e della vela! Si veniva un pò compatiti per questo compromesso poco marino dotato di un motore potente e di una tuga spesso gonfiata, oggi invece con un termine più qualificante e rassicurante si riscopre l’ibrido nel suo significato di progresso. Un ritorno al futuro, a quella sintesi logica e naturale per andare in mare.
Sacha Giannini
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architetto, yacht designer, perito navale ed ex ispettore di sicurezza del diporto per il rilascio delle certificazioni di sicurezza, è un appassionato e profondo conoscitore delle imbarcazioni a vela che effettua valutazioni tecniche e stime commerciali. Dal 2000 esercita la professione di architetto, tra terra e mare, impegnato nell’architettura come nel refitting di barche.
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