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livello elementare.
ARGOMENTO: NAUTICO
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: impianti di bordo
Il PRESSOSTATO
E’ un dispositivo che apre e chiude un contatto elettrico, sulla base della pressione presente e che di solito viene tarata di fabbrica.
E’ parte del corpo della pompa e insieme prendono il nome di autoclave.
Ha la funzione di chiudere il circuito elettrico alla diminuzione di pressione nell’impianto (quando si apre un rubinetto) e di riaprirlo quando raggiunge la pressione di esercizio (chiusura del rubinetto).
Il BOILER
E’ indispensabile per avere acqua calda a bordo. Realizzato in metallo zincato, oppure in acciaio inox è sempre rivestito di materiale coibentante per trattenere il calore. La forma è solitamente cilindrica o rettangolare da 20 a 50 litri si trovano quasi su tutte le barche dai 30 piedi in su. Dotato di un termostato, di una valvola di non ritorno che impedisce all’acqua calda di rientrare nell’impianto di quella fredda e di una valvola di sicurezza e di sfiato per la sovrappressione. Il boiler nautico o scalda acqua è bivalente, costituito da due sistemi alternativi indipendenti per il riscaldamento dell’acqua. Oltre alla nota resistenza elettrica alimentata a 220 Volt come quello di casa, è presente al suo interno una serpentina di tubo in acciaio inox o di rame, alla quale è collegato il circuito di raffreddamento del motore che scalda velocemente l’acqua nel boiler. Questo sistema è l’ideale per ottenere acqua calda velocemente sfruttando l’uso dell’entrobordo e in qualunque parte ci troviamo, oltre che avere un miglior rendimento nel circuito di raffreddamento del motore. Il tubo che porta acqua fredda al boiler deve essere collegato a questo tramite una valvola di non ritorno. E’ opportuno che sia previsto anche un sistema di by-pass come due semplici rubinetti all’uscita del motore sui due tubi diretti allo scambiatore del boiler. Escludere il boiler dal circuito del motore è molto utile quando non si desidera acqua calda, per sostituirlo in caso di rottura senza svuotare l’impianto e perdite di liquido refrigerante o per qualsiasi altro problema.
Il boiler collegato al motore ha delle problematiche che spesso si avvertono durante il primo periodo dopo la sua installazione. Livelli di liquido refrigerante improvvisamente diminuire o cicalini di temperatura cantare!
Che succede veramente?
Spesso il problema è nel giusto equilibrio di diverse altezze tra boiler, motore e vaschetta del liquido. Queste spiacevoli e improvvise stranezze a bordo ai manifestano, per il principio dei vasi comunicanti, o perché il circuito è molto lungo (boiler distante dal vano motore senza aver fatto un accurato spurgo di aria) o per una serpentina interna fessurata (attenzione perché il liquido passa nell’acqua ed è altamente tossico) o ancora perché semplicemente, dopo aver installato un nuovo Raritan o un commerciale Quick, Isotemp, non abbiamo riempito bene il circuito.
Cosa può accadere?
Si può svuotare l’impianto e spargere per mezza barca litri di liquido refrigerante che poi dovremo tirare su. Tutto perché non abbiamo verificato le altezze tra rubinetto, scarico, scambiatore e boiler (o che non sapevamo che il liquido è in comune!). Possibilmente bisogna montare il boiler più in basso dello scambiatore di calore del motore che, per gravità, si carica di “paraflù”. Se è più alto o sullo stesso piano dello scambiatore ci sarà probabilmente bisogno di un vaso di espansione.
Questo collegamento tra liquido refrigerante e boiler-motore non aumenta i rischi di rottura dell’impianto?
Se si verifica una perdita nella serpentina del boiler sarebbe l’intero impianto di raffreddamento a guastarsi con conseguente blocco del motore per surriscaldamento.
Si può accettare un rischio del genere?
Se abbiamo l’accortezza di avere un sistema che isoli il boiler (ovvero i rubinetti) dal motore per gestire il suo utilizzo, riduciamo il rischio. Durante una smotorata, con rubinetti aperti per una doccia calda serale, si guasta la serpentina, nessuno lo nota, e si fanno danni. Noi ci insaponiamo con un pò di glicole propilenico e il motore comincia ad allarmarci con cicalini vari. Si accetta il rischio (casi rari) per avere anche l’idea che non ci manca niente a bordo, come a casa.
Come posizionarlo, in orizzontale, verticale, capovolto?
Non è solo questione di spazio ma esiste una regola ben precisa e non si rigira come vogliamo. L’ingresso (fredda) va in basso, l’uscita (calda) più in alto della fredda (rispetto alla gravità terrestre). I boiler ad accumulo sfruttano questa semplicissima proprietà fisica che l’acqua calda tende ad andare verso l’alto “galleggiando” sull’acqua più fredda! Diversamente mischiamo solo dell’acqua, si scalda lo stesso ma senza una buona riserva di calda. La forma, configurazione, posizionamento di un boiler è studiato per avere il miglior rendimento, con delle posizioni obbligate per il montaggio. Raccordiamo dunque l’ingresso dell’acqua fredda sul fondo e quello dell’uscita sul cielo del serbatoio, oppure invertiamo entrata con uscita!
Quali operazioni di manutenzione periodica andrebbero fatte?
Salvaguardate la resistenza elettrica e settate il termostato ad una temperatura intorno ai 60 gradi, perché questo diminuisce molto la produzione di calcare.
Attenzione
Con acqua stagnante all’interno del boiler, come nei serbatoi ed a temperature comprese nell’intervallo di proliferazione batterica ottimale (20-50°C), c’è il rischio salmonellosi e legionellosi.
Dopo un fermo prolungato, fate sempre dei cicli di svuotamento sia del boiler che dei serbatoi. Quindi il motore ed il sistema a scambiatore, ad esso collegato, sanificherà il tutto raggiungendo temperature oltre 80 gradi ed uccidendo batteri e odori. Per iperclorazione o shock termico vanno comunque sempre aperti tutti i rubinetti per alcuni minuti.
Altra cosa da fare è vuotare in inverno (specie nel nord adriatico) i serbatoi dell’acqua dolce e il boiler per evitare che ghiaccino e, dilatandosi, spacchino tutto, Non dimentichiamoci di lasciare i rubinetti aperti.
Fine III parte – continua
Sacha Giannini
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architetto, yacht designer, perito navale ed ex ispettore di sicurezza del diporto per il rilascio delle certificazioni di sicurezza, è un appassionato e profondo conoscitore delle imbarcazioni a vela che effettua valutazioni tecniche e stime commerciali. Dal 2000 esercita la professione di architetto, tra terra e mare, impegnato nell’architettura come nel refitting di barche.
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