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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: STATI UNITI
parole chiave: Sommergibili
Ad osservare i disegni tecnici di questi sommergibili la prima reazione che suscitano è che, se fossero stati realizzati, sarebbero stati dei battelli subacquei decisamente bizzarri. Dalle notizie del tempo, quando il suo inventore, Edward Lasius Peacock brevettò il progetto del suo primo “sommergibile, o torpediniera sommergibile”, fu considerato uno dei più impressionanti del periodo. Peacock era un ingegnere britannico che lavorava negli Stati Uniti per la Lake Torpedo Boat Company di Bridgeport, Connecticut e, con il senno del poi, non possiamo dire che Peacock mancava di visione.
Grazie alla pubblicazione dei suoi brevetti, è stato possibili ricostruire questi strani battelli che vanno sempre letti con l’epoca in cui furono ideati e brevettati (brevetto 1067371 del 15 luglio 1915). La cosa che colpisce maggiormente nei disegni è la particolare idrodinamicità del battello, con una forma che rassomiglia ad un ”girino”, ed il suo sistema d’arma che avrebbe compreso una batteria di tubi lanciasiluri che puntavano in tutte le direzioni. A pensarci bene se la Lake Torpedo boat company, all’epoca tra i cantieri più avanzati nelle costruzioni dei sottomarini, si dimostrò inizialmente interessata ai brevetti di Peacock qualcosa di interessante doveva esserci.
Il concetto operativo
L’idea era di impiegare questo battello subacqueo nella difesa costiera e portuale, in questo ultimo caso nel ancorandolo in porto per fornire una difesa puntuale dello stesso. La sua caratteristica principale era la particolare costruzione dello scafo a forma di globo in modo da poter alloggiare un numero maggiore di “tubi lanciasiluri siluri” disposti a tutto tondo in modo per lanciare i siluri in varie direzioni senza che il mezzo subacqueo dovesse necessariamente manovrare.
Grazie ai disegni riportati sul brevetto, che includeva diverse varianti, è possibile comprenderne le differenze architettoniche di questi battelli all’epoca in costruzione, cosa che, se fossero stai realizzati, li avrebbe resi unici.
sommergibile L1 durante i test preliminari in mare – permesso NH-51152, 1916 (cropped) – Autore US Navy – photo credit USN
http://www.history.navy.mil/photos/images/h51000/h51152.jpg NH-51152 USS L-1 running trials.jpg – Wikimedia Commons
Un numero spropositato se si pensa che il sommergibile Classe L della Marina degli Stati Uniti, che la stessa compagnia, la Lake Torpedo Boat Company, stava costruendo dal 1914 aveva solo quattro tubi lanciasiluri con quattro siluri di ricarica.
Lo scafo (rappresentato nelle figg. 1, 2, 4 e 5) sarebbe stato costruito con una sezione di prua sostanzialmente globulare, studiata per resistere alla pressione in immersione, che si estendeva alla sezione centrale di forma cilindrica fino alla sezione di poppa, con un diametro gradualmente decrescente fino alla fine del battello. Tutte le suddette sezioni sarebbero state costruite con nervature o telai e fasciame a conchiglia.
Per quanto concerneva l’armamento. La sua disposizione era poco usuale. Un’idea non originale in quanto progetti simili erano stati proposti anche altrove. Ad esempio in alcuni sommergibili francesi i tubi lanciasiluri erano posti al di sopra dello scafo e, in quelli britannici, disposti lateralmente. Senza dimenticare poi quelli poppieri, che restarono una soluzione comune sui battelli subacquei fino agli anni ’60.
Nel caso dei battelli ideati da Peacock la disposizione dei tubi di lancio era invece a tutto tondo. Questo comportava che il sommergibile non avrebbe avuto necessità di indirizzarsi con la prua verso il bersaglio per poter lanciare il suo siluro. Il modello era propulso da due motori diesel che azionavano due alberi motore. La vela del sommergibile era posta al centro del globo prodiero. Dai disegni si nota che era dotato di un’ancora a fungo prodiera, rilasciabile direttamente dal fondo del globo, ed un propulsore orizzontale a poppa utilizzabile per orientare il battello mentre era all’ancora.
Un’altra interessante variante era un battello di maggiori dimensioni, con ben quattro motori diesel. La differenza maggiore era che la parte superiore del compartimento del globo era una sezione separata in grado di ruotare, come una torretta armata da due tubi lanciasiluri che sporgevano come cannoni. Nel globo c’erano altri 16 tubi lanciasiluri nella disposizione a tutto tondo. Il totale dei siluri era di almeno 26.
Di fatto, nonostante il concetto innovativo, i suoi sommergibili non furono mai costruiti.
In seguito, nel 1916, Peacock inventò anche delle capsule per abbandonare il sommergibile, disposte verticalmente all’interno dello scafo, che potevano essere di forma circolare, ovale o rettangolare. Era possibile utilizzare una boa all’interno delle capsule di salvataggio che potevano essere previste su ogni seconda paratia stagna in modo che ognuna potesse essere utilizzata da due compartimenti vicini e quindi garantire una possibilità di fuga con il minor numero di capsule possibili.
Il collegamento della cupola ad una boa (eventualmente telefonica) avrebbe garantito le comunicazioni. Un inventore decisamente geniale per l’epoca che però non ebbe la soddisfazione di veder navigare le sue invenzioni.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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