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Una piramide di 25.000 anni fa o uno scherzo della natura?

tempo di lettura: 9 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: INDONESIA
parole chiave: piramide, Gunung Padang

Tra le notizie più intriganti apparse recentemente è la scoperta di una presunta antica piramide situata a Gunung Padang, nella parte occidentale di Giava, Indonesia.

Questo sito era stato citato dallo storico olandese Rogier Verbeek nel 1890 nel suo libro Oudheden van Java: lijst der voornaamste overblijfselen uit den Hindoetijd op Java, e presentava i resti di un antico cimitero in seguito stimato intorno all’8 secolo a.C.. Sebbene nel tempo furono effettuate delle campagne episodiche, solo recentemente, su spinta delle comunità locali, iniziarono degli studi più approfonditi i cui risultati sono stati recentemente pubblicati (ottobre 2023) su Archeological Prospection.

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(a) Veduta aerea di Gunung Padang presa da un elicottero. (b) Topografia e mappa del sito generate da un’indagine geodetica dettagliata. (c) Carta geologica della regione di Gunung Padang (Sudjatmiko, 1972). (d) Mappa ortofoto ottenuta da un rilievo con drone condotto nel 2014, che indica le posizioni dei siti di scavo (rettangoli bianchi) e dei siti di carotaggio (punti rossi). T1, Terrazza 1; T2, Terrazza 2; T3, Terrazza 3; T4, Terrazza 4; T5, Terrazza 5 – da studio citato

L’articolo, che potrete leggere nella sua completezza seguendo questo link, riassume una attenta ricerca condotta a Gunung Padang impiegando metodi geofisici ad alta risoluzione su larga scala, integrati con scavi estesi e carotaggi. Secondo gli autori, vi sono prove convincenti che il sito non abbia origini naturali ma si tratti di un sito megalitico, una piramide risalente al 27.000 anni fa, che presenta costruzioni di diverso livello ed età. Un’ipotesi che sembra avere conferma dalla datazione al radiocarbonio dei terreni organici contenuti nelle strutture realizzate in diverse fasi di costruzione con una fase iniziale risalente al Paleolitico.

Facciamo un passo indietro

Il sito di Gunung Padang, che nella lingua locale significa “montagna dell’illuminazione”, fu utilizzato per rituali religiosi nel corso della sua storia ed è situato nel distretto di Cianjur, nella provincia di Giava Occidentale, in Indonesia. Fu studiato da Veerbek (1896) e Krom (1915) che lo lo descrissero come un antico cimitero in cima ad un grande tumulo, ma ulteriori indagini non furono condotte fino al 1979 a seguito di interessi degli abitanti locali. Furono così avviate delle ricerche multidisciplinari che durarono dal novembre 2011 all’ottobre 2014 e che hanno comportato la combinazione di mappature dettagliata del paesaggio, carotaggi, scavi e tecniche geofisiche integrate. Queste ultime hanno incluso la tomografia di resistività elettrica (ERT) bidimensionale (2D) e tridimensionale (3D), il georadar (GPR) e il radar sismico. tomografia (ST) consentendo una migliore interpretazione delle complesse strutture del sottosuolo.

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Esposizioni superficiali di pietre megalitiche che illustrano due unità di costruzione, Unità 1 (#1) e Unità 2 (#2). (a) Vista rivolta a sud del paesaggio T1, che rivela un pavimento in pietra e rocce colonnari erette del n. 1, nonché la rampa n. 2 e l’altare esposti. (b) Vista nord dal T2 al T1. (c) Esempio di disposizione rocciosa colonnare del n. 1. (d) Unità 2 sulla rampa tra T1 e T2, che mostra frammenti di roccia colonnare racchiusi in una malta a grana fine. (e) Parete rocciosa colonnare della costruzione n. 1 che circonda il margine di T1. (f) Trincea Tango su T1 che espone la roccia colonnare n. 2 sottilmente sepolta, allineata a N70°E simile a quelle sulla rampa. (g) Vista verso sud di T2, T3, T4 e T5. (h) Foto dall’alto di T2 e T3, che mostra l’allineamento N55°E della roccia colonnare n. 2 con una linea di troncamento. (i) Indagine GPR che ha scoperto le terrazze a gradini n. 1 sul versante est – da studio citato

Le attività geo archeologiche hanno avuto lo scopo di comprendere meglio il profilo verticale e le estensioni laterali delle strutture sepolte in prossimità della superficie, basandosi come punto di partenza, delle interpretazioni derivate dalle precedenti indagini geofisiche. Le successive operazioni di scavo sono iniziate a metà del 2012, con la maggior parte del lavoro svolto tra agosto e settembre 2014, includendo il carotaggio per esplorare gli strati rocciosi più profondi. Le carote di roccia raccolte sono state sottoposte ad analisi petrologiche e petrografiche per ottenere informazioni sulla loro composizione e caratteristiche. Inoltre, le operazioni di perforazione hanno permesso di delineare l’interfaccia tra le formazioni rocciose e le acque sotterranee, fornendo preziose informazioni sugli aspetti idrologici del sito. Campioni organici di terreno sono stati poi accuratamente estratti dagli spazi tra i frammenti di roccia e sono stati successivamente utilizzati per l’analisi della datazione al carbonio.

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Esposizioni della falesia sul versante ovest (a) Foto sul campo e stratigrafia interpretata degli strati sotterranei. (b) Vista laterale che evidenzia l’Unità 2 e il suo confine netto con la sottostante Unità 3. (c) Vista in pianta dell’Unità 2, che mostra l’allineamento delle rocce colonnari racchiuse in una malta a grana fine. (d) Foto che mostra frammenti di roccia planari inseriti tra rocce colonnari. (e) Foto che mostra un pilastro verticale esposto alle intemperie composto da rocce colonnari altamente esposte alle intemperie circondate da materiali a grana fine – da studio citato

Una collina naturale che nasconde molti misteri

Il paesaggio di Gunung Padang rivela una collina isolata e allungata, orientata sud-nord, con fianchi est e ovest simmetrici e piatti. La sommità del colle è caratterizzata da una superficie tronco-piana ornata da terrazzamenti in pietra dove si ergono delle rocce che ricordano dei menhir. Questa maestosa struttura ad anfiteatro si affaccia verso nord, offrendo una vista accattivante del complesso vulcanico attivo Gede-Pangrango. Ruscelli d’acqua circondano il perimetro del tumulo che alla fine sfociano nel fiume Cimanggu, il ramo principale del fiume Cimandiri.

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Risultati dello scavo geo-archeologico (a) scavo Fanta: A1. Allineamento roccioso colonnare visibile sulla superficie di T2, A2. Vista obliqua che rivela la continuazione sotterranea degli allineamenti rocciosi colonnari (#2), A3. Profilo frontale di rocce colonnari n. 2 di varie dimensioni e forme, racchiuse in una malta di 5 cm di spessore. (b) scavo Charlie1 sul versante est: B1. Allineamento roccioso colonnare orientato N70E (#2) con immersione di 15° verso il pendio, B2. Disegno in sezione trasversale della trincea Charlie1. (c) Eco dello scavo 2: C1. Disegno in sezione trasversale est-ovest della trincea Echo2, C2. Vista obliqua che mostra la parete rocciosa sepolta dell’Unità 3, C3. Vista frontale della parete ripida comprendente un allineamento di rocce colonnari altamente alterate dalle intemperie. (d) scavo delta sul versante sud: D1. Disegno dello scavo, D2. La foto rivela frammenti di roccia arrotondati e altamente alterati, sepolti da un riempimento omogeneo del terreno. (e) Scavo Charlie2 sul versante est: allineamento N70E di frammenti di roccia a blocchi non colonnari racchiusi in malta. FC-5, Charlie1-3,4,5, EM-4 ed ES-1 rappresentano le posizioni dei campioni per l’analisi del radiocarbonio – da studio citato

Le creste montuose circostanti più alte mostrano erosioni avanzate, risultando in terreni accidentati mentre la metà superiore di Gunung Padang mostra una superficie notevolmente liscia, indicando un minore grado di erosione. Questa osservazione fornisce un primo indizio sul fatto che Gunung Padang possa essere una struttura più recente rispetto ai paesaggi circostanti. Il sito è costituito da cinque terrazze di pietra1 che scendono a cascata verso nord, occupando la sommità piatta e allungata della collina, che si erge a circa 200 m sopra il fiume principale posto a nord. In pratica il sito comprende cinque terrazze in pietra megalitiche costituite principalmente da rocce con giunti colonnari basaltici-andesitici di formazione naturale. Una simile struttura si ritrova a Lebak Cibedug, una località vicina a Gunung Padang, che però non è stata ancora studiata. Questo tipo di strutture sono comunque note in altre parti del mondo tra cui, la più nota, è certamente Machu Picchu in Peru, costruita dalla civiltà Inca. Simili strutture di rocce con giunti colonnari si ritrovano a Nan Madol, un incredibile sito megalitico sull’isola di Pohnpei, Micronesia, di cui abbiamo raccontato la sua storia nota in un precedente articolo. Curiosamente i primi abitanti di Pohnpei si dice appartenessero ad una dinastia chiamata Saudeleur la cui parola è molto simile al termine sundanese ‘sadulur’, che significa ‘una famiglia’ nella lingua locale degli abitanti di Giava Occidentale.

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Sintesi della prospezione ERT. (a) Sezione longitudinale nord-sud selezionata con elettrodi distanziati di 2 m, che rivela la stratificazione dello strato di resistività e la presenza di un’anomalia resistiva estremamente elevata (EHRA) sotto T2. (b) Sezione selezionata ovest-est con elettrodi distanziati di 2 m, che illustra la forma piramidale degli strati, la base interpretativa degli strati aeb e una zona a bassa velocità al centro, che indica potenzialmente un tunnel pieno di terreno. (c) Sezione ovest-est che indica la presenza di intrusioni vulcaniche sul collo della massiccia lava di andesite. (d) Linea 2D con elettrodi distanziati di 5 m, che fornisce una panoramica dell’intera sezione longitudinale di Gunung Padang. (e) Profilo combinato delle linee di rilievo NS1, NS2 e NS3 sul versante est, parallelo alle aree retrostanti T-1, T-2 e T-3. (f) Esempi di ERT con spaziatura di 1 m sul versante est, che mostrano strutture sotterranee dettagliate – da studio citato

Secondo l’articolo le osservazioni a Gunung Padang rivelano una complessa storia costruttiva, con prove di molteplici fasi e diversi stili architettonici.
Sulla superficie del terreno, si ritrovano prominenti pietre megalitiche che mostrano una varietà di tecniche di disposizione posizionate su suoli contenenti numerosi frammenti di roccia andesite con disposizioni rocciose colonnari di rocce erette e terrazze. Curiosamente, questo studio rivela che le terrazze si estendono oltre la sommità della collina, visibili sul versante est e in altre aree. Gli scavi sono stati condotti in 12 siti selezionati tra cui l’Unità 2, una costruzione consistente che si estende verticalmente e lateralmente lungo i fianchi ovest ed est della collina. Ciò indica che le pietre megalitiche sulla superficie del terreno furono costruite sull’Unità 2, sepolta e più massiccia. 

In sintesi, sembrerebbe che Gunung Padang non sia una collina naturale ma una costruzione antica a forma di piramide il cui nucleo (Unità 4) sia costituito da blocchi di lava di andesite meticolosamente scolpiti, avvolti da strati di costruzioni rocciose (Unità 3, Unità 2 e Unità 1). L’analisi della datazione al carbonio supporta ulteriormente questa ipotesi di una costruzione multistrato, che abbraccia periodi successivi: dall’Unità 4, che ebbe probabilmente origine da una collina lavica naturale prima di essere scolpita e poi avvolta architettonicamente durante l’ultimo periodo glaciale tra il 25 000 e il 14 000 a.C.. Successivamente, Gunung Padang fu abbandonato dai primi costruttori per migliaia di anni, provocando un notevole deterioramento da parte degli agenti atmosferici. Intorno al 7900-6100 a.C., l’Unità 3 fu deliberatamente sepolta con notevoli riempimenti di terreno. Circa un millennio dopo, tra il 6000 e il 5500 a.C., un successivo costruttore arrivò a Gunung Padang e costruì l’Unità 2. Infine, l’ultimo costruttore arrivò tra il 2000 e il 1100 a.C., costruendo l’Unità 1.

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Ricostruzione semplificata di Gunung Padang. L’Unità 1 rappresenta le terrazze superficiali in pietra costruite tra il 2.000 e il 1.100 a.C. o più recentemente. L’Unità 2 (evidenziata in giallo) corrisponde a uno strato sepolto di forma piramidale composto da rocce colonnari e fu costruito intorno al 6.000–5.500 a.C. L’unità 3 (mostrata in verde) risale al 25.000–14.000 a.C. L’Unità 4 rappresenta la massiccia lava basaltica-andesite scolpita – da studio in riferimento 

È interessante notare che durante la costruzione dell’Unità 1, l’Unità 2 probabilmente rimase relativamente intatta e ben conservata. Tuttavia, in uno strano corso degli eventi, l’Unità 2 fu successivamente sepolta, forse per nascondere la sua vera identità a scopo di conservazione. Di conseguenza, essa ora si trova nascosta sotto l’Unità 1, che comprende semplici terrazze di pietra superficiali che rappresentano l’ultima manifestazione visibile di Gunung Padang.

Di fatto questo studio, se confermato, dimostrerebbe come esistessero delle competenze murarie avanzate nell’ultimo periodo glaciale (circa 27.000-25.000 anni fa) per cui metterebbe in discussione la convinzione secondo cui la civiltà umana e lo sviluppo di tecniche di costruzione avanzate siano emersi solo durante il periodo caldo con l’avvento dell’agricoltura circa 11.000 anni fa. Se fosse confermato ci possiamo domandare quale civiltà fu in grado di costruirla.

 

Note

1 Il sito comprende cinque sostanziali terrazze in pietra rettangolari, denominate Terrazze 1, 2, 3, 4 e 5 (denominate T1, T2, T3, T4 e T5) da nord a sud. Queste pietre megalitiche sono costituite principalmente da rocce con giunti colonnari basaltici-andesite di formazione naturale, risultanti dal raffreddamento di liquido igneo caldo in specifiche condizioni di temperatura e pressione. La terrazza T1 si estende su 30 × 40 m (larghezza x lunghezza) ed è separata da T2 da una rampa alta 9 m. T2 misura 20 × 25 m, T3 è 18 × 18 m, T4 è 17 × 17 m e T5 è 15 × 18 m. I terrazzi sono divisi da gradini di 50 cm tra T2 e T3 e tra T3 e T4, mentre un gradino di 1 m separa T4 e T5.

Riferimento

Natawidjaja, D. H., Bachtiar, A., Nurhandoko, B. E. B., Akbar, A., Purajatnika, P., Daryono, M. R., Wardhana, D. D., Subandriyo, A. S., Krisyunianto, A., Tagyuddin, , Ontowiryo, B., & Maulana, Y. (2023). Geo-archaeological prospecting of Gunung Padang buried prehistoric pyramid in West Java, Indonesia. Archaeological Prospection, 1–25. https://doi.org/10.1002/arp.1912

 

Questo è un articolo open access secondo i termini della licenza Creative Commons Attribution, che ne consente l’uso, la distribuzione e la riproduzione con qualsiasi mezzo, a condizione che l’opera originale sia citata correttamente. © 2023 The Authors. Archaeological Prospection pubblicato da John Wiley & Sons Ltd. Archaeological Prospection. 2023; 1–25.wileyonlinelibrary.com/journal/arp1

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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

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