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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MEZZI MINORI MARINA MILITARE ITALIANA
parole chiave: Dragamine veloci o di vigilanza, Regia Marina italiana
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Il dopoguerra
La Marina Militare italiana al termine del conflitto non trovò nessun RDV in condizioni di galleggiabilità. Tuttavia alcuni di quelli che si erano autoaffondati frettolosamente a Genova furono recuperati avendo constatato che non avevano ricevuto gravi danni, mentre due furono ritrovati a Voltri ancora sullo scalo e rimasti miracolosamente integri. L’urgente necessità di dragamine per la bonifica dei mari italiani dalle mine navali posate durante la guerra consigliò, dove possibile, di riparare o terminare quelle unità. Quelli recuperati in Liguria furono già completati in parte nel 1945 e in parte nel 1946, mentre per gli altri bisognò attendere fino al 1947-48. Tornarono quindi in servizio undici unità che, nel tempo, ricevettero nuovi e diversi numeri e la sigla DV eliminando ovviamente la R di “regia” (V. tabella). In occasione dei lavori di ripristino agli ex RDV 104 e 149 i motori a benzina furono sostituiti con motori diesel un pò meno potenti (2000 HP). Per un certo numero di anni svolsero attività operativa nell’altro Adriatico assieme alle altre unità leggere sopravvissute al conflitto con base a Venezia e dislocazioni temporanee a Chioggia, Grado e Porto Corsini, venendo poi riclassificati motovedette e nel 1954 ricevettero il nuovo distintivo ottico NATO. Era però un adempimento solo formale perché già da quell’anno iniziarono le radiazioni che si conclusero nel 1959 con l’eccezione dei DV 408 e 409, in seguito convertiti in navi idrografiche.
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I cinque RDV 131-134 furono in un primo tempo completati come rimorchiatori lagunari (R.L. 12-15) ed iscritti nel 1948 nel quadro del naviglio militare dello Stato, ma furono tutti riclassificati quasi subito come dragamine. A questi va aggiunto l’ex RDV 135 completato come R.L. 16 e rimasto tale fino alla radiazione avvenuta nel 1953. Restano però alcuni punti da chiarire perché l’Almanacco Storico dell’USMM, nella parte dedicata ai rimorchiatori, li indica tutti costruiti a Monfalcone, mentre nel capitolo dedicato ai DV sono riportati i corretti cantieri di costruzione, ovvero Celli e O.T.O. Anche le date di radiazione delle stesse unità, come R.L. e come DV non corrispondono. Come accennato prima, i DV 408 e 409, i più longevi, furono impiegati, senza cambiare il distintivo ottico NATO, come navi idrografiche per i rilevamenti in ambito foraneo previa l’aggiunta di alcune sovrastrutture necessarie per la sistemazione delle apparecchiature e del personale scientifico civile. Fra le tante campagne effettuate lungo tutte le coste d’Italia, nel 1959 il DV 408 svolse indagini geologiche nell’Arcipelago Toscano e nel 1962 il DV 409 effettuò una campagna magnetica sperimentale nelle isole Pontine. Vennero poi radiati nel 1965.
Il TV Enrico Evangelista, padre dell’autore, comandante della XII squadriglia DD.VV., al suo posto di comando sul DV 123 (Collezione dell’autore)
Caratteristiche
Concludiamo riportando le caratteristiche generali delle unità secondo diverse fonti (elencate sotto la tabella). Certamente nel corso della loro pur non lunga vita queste unità subirono numerose modifiche ma in alcuni casi è inevitabile rilevare anche qui le abituali incongruenze.
1 DV 101-149 “Almanacco storico delle navi militari italiane 1861-1975”
2 DV 401-409 “Jane’s fighting ships 1954
3 DV 401-415 “Weyers Flottentaschenbuch 1960”
4 DV 408-409 (navi idrografiche) “Almanacco Navale 1962-63”
5 R.L. 16 “Almanacco storico delle navi militari italiane 1861-1975”
Guglielmo Evangelista
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nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.