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Nautilus, dai flutti del tempo di Pamela Baiocchi e Andrea Petri

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: MALACOLOGIA

PERIODO: 550 MA – odierno
AREA: OCEANO
parole chiave: Nautilus, nautiloidi
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Il  nome Nautilus deriva dal greco e significa navigatore; già da questo e facile comprendere come sia un organismo marino ampiamente diffuso in tutti i mari del mondo. Per la sua forma e movimento ha sempre suscitato simpatia e curiosità. Sebbene ammirato nelle sue forme fossili, la specie animale cominciò ad essere studiata nella sua forma vivente solo dal 1829. In precedenza il nautilus era conosciuto solo per gli abbondanti resti fossili, i Nautiloidi, provenienti dai famosi  giacimenti  fossiliferi del  Madagascar e del Marocco. Di fatto il  Nautilus è inserito di diritto tra i cosiddetti “fossili viventi” essendo conosciuto sin dal primo paleozoico, circa  550  milioni  di  anni  fa,  ed avendo conservato i suoi caratteri distintivi praticamente inalterati senza particolari modificazioni evolutive.

Il meccanismo che ha permesso la sopravvivenza dei Nautilus deve essere ancora spiegato; è difficile comprendere come le Ammoniti, di forma molto simili (si pensa che avessero una struttura analoga), si siano completamente estinte mentre i Nautilus abbiano superato indenni la grande estinzione di massa, in particolare senza subire grosse modificazioni. La conchiglia del Nautilus, per la sua bellezza, è stata sempre usata come ornamento e si ritrovano notizie del suo uso in gioielleria fin dal 1600, addirittura  prima di essere studiata dalla scienza ufficiale.

Biologia dell’animale
II Nautilus appartiene ad una sottoclasse dei molluschi cefalopodi, con un guscio sottile calcareo a volte bianchissimo. Possiede una serie di setti interni, che formano delle camere tra loro collegate che permettono all’animale di incamerare aria e acqua (che viene utilizzata per creare un perfetto meccanismo di galleggiamento e di spostamento). Lo sviluppo in accrescimento della conchiglia non ha termine con l’età adulta (come per molte altre conchiglie) ma la sua crescita continua praticamente fino alla sua morte. Di fatto, l’animale occupa solo l’ultima camera della conchiglia.

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Nautilus pompilius, foto di Eric A. Lazo-Wasem – Gall L. (2019). Invertebrate Zoology Division, Yale University Peabody Museum – Occurrence dataset https://doi.org/10.15468/0lkr3wFile:Nautilus pompilius (YPM IZ 022690) 002.jpeg – Wikimedia Commons

II Nautilus si presenta con una grossa conchiglia che raggiunge  oltre  i 20 centimetri di diametro, mentre per gli esemplari fossili sono stati rinvenuti esemplari  con una dimensione fino a tre metri. Il guscio ha una sezione a spirale logaritmica (la famosa spirale obbediente alla regola aurea) con apertura rivolta verso l’alto. L’animale vive nel suo interno ed il corpo molle possiede una testa composta da grandi occhi (anche se non sembrano molto funzionali), un rugoso mantello posto  a protezione del metacapo e dei carnosi  tentacoli. I tentacoli sono molto numerosi, disposti in diversi ordini o anelli concentrici attorno alla bocca dell’animale. 

Parte  di questi  tentacoli è fissata alla base da una sorta di membrana con cui il Nautilus può estenderli o ritrarli. La loro superficie è ruvida ed irregolare  per permettere una presa molto salda su qualunque oggetto solido. La parte molle del mollusca ha una serie di circa novanta tentacoli, non provvisti di ventose, con un mantello esterno ed  una specie di becco formato da tessuto connettivo duro che funge da coperchio della conchiglia. Esso può essere richiuso in caso di pericolo. II Nautilus possiede un meccanismo simile a quello di un sommergibile che gli permette di fluttuare nelle profondità marine fino a circa 500 metri di profondità e di farsi trasportare per lunghe distanze dalle correnti sottomarine. Inoltre, riesce a spostarsi con un meccanismo a reazione espellendo acqua da un sifone interno.

Una curiosità: proprio per le sue capacità di spostamento in acqua,  il nome  Nautilus fu usato da Jules Verne nel suo romanzo  “20000 leghe sotto i mari”  come nome per il futuristico sottomarino di Capitan Nemo.

La conchiglia del Nautilus è una delle tante incredibili forme naturali che possono essere rappresentate tramite un numero matematico obbediente alla sezione  aurea.

La sezione aurea, o la costante di Fidia, indica in matematica il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due.

Ovvero se a è la lunghezza maggiore e b è quella minore avremo che :

 b:a=a:(a+b)
da cui :

\phi = \frac{1 + \sqrt{5}}{2}\approx 1{,}6180339887

Come sappiamo, in natura, numerosi animali e vegetali sembrano obbedire con le loro strutture a tale regola. Platone ed i filosofi greci conoscevano già questo numero e lo definivano “la chiave della fisica dell’universo“. Oggi sappiamo che questa misteriosa relazione matematica si ritrova anche in astronomia, nella forma delle galassie, e nei fenomeni meteorologici (ad esempio i bracci dei cicloni tropicali). La ragione è sconosciuta ma alcuni pensano sia la relazione che può gestire meglio gli spazi (la più razionale) in un rapporto armonico universale. Infatti nell’arte questo numero fu considerato il rapporto perfetto a cui mirare.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è leonardo-da-vinci-uomo-vitruviano-992x1024.jpg

Leonardo da Vinci – foto dal museo di Leonardo di Vinci – immagine in parte ripulita

Numerosi artisti, come ad esempio Leonardo da Vinci, hanno usato le regole della sezione aurea nelle loro  opere d’arte. Anche molti architetti, pittori, fotografi  ed artisti contemporanei  la  usano nei propri progetti. Ad esempio, il famoso Museo Guggenheim fu progettato da Frank Lloyd Wright proprio seguendo la regola della sezione aurea, utilizzando una forma a conchiglia.

Ecologia
II Nautilus, pur essendo un sopravvissuto alle Ere geologiche, è oggi a rischio di estinzione a causa della pesca da parte dell’Uomo, nonostante essa sia vietata. Oggi le specie della famiglia dei Nautiloidi vivono soprattutto nell’Oceano Indiano orientale e nell’Oceano Pacifico  occidentale. La specie più comune è il Nautilus pompilius, diffusa nei mari delle Filippine, dell’Indonesia, nelle isole Andamane, in Papua  Nuova Guinea, in Australia (in prossimità della grande barriera corallina) e nelle isole Salomone fino alle isole Fiji. Della famiglia dei Nautilidae sopravvivono oggi solo cinque specie ma, sfortunatamente, la loro sopravvivenza è minata dalla pesca per la vendita delle conchiglie.

Pamela Baiocchi

in anteprima conchiglia di Nautilus – photo credit @andrea mucedola

Bibliografia
www.associazionenautilus.org
Peter Douglas Ward, In Search of Nautilus, Simon and Schuster, 1988
Genere: (EN) Nautilus in WoRMS 2015 (World Register of Marine Species).

 

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