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livello elementare
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ARGOMENTO: AMBIENTE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: NA
parole chiave: Plastica, emergenza ambientale, HELP
Arte e ambiente possono andare d’accordo
Senza retorica, senza propaganda, con impegno e con grande passione civile. L’Università Roma Tre e l’artista Maria Cristina Finucci hanno creato nel corso degli anni un binomio in grado di produrre frutti molto importanti sul piano della sensibilizzazione all’ambiente e alle tematiche ad esso correlate. Tanto per un’istituzione culturale quanto per un’operatrice in ambito artistico in campo ambientale è essenziale creare, dare vita a fatti. Non è più tempo di semplici parole, per quanto belle, per quanto importanti esse siano. I fatti sono esempi per la comunità e gli esempi rappresentano una testimonianza e nel contempo un messaggio: se si può pensare qualcosa, allora la si deve concretizzare.
Garbage Patch State
Una delle prime azioni fondamentali che Maria Cristina Finucci ha compiuto è stata, nel corso degli anni, la creazione del Garbage Patch State, lo Stato Federale riconosciuto dall’UNESCO nel 2013 che accoglie idealmente i rifiuti in plastica di tutto il mondo (e, concretamente, tutti quelli possibili). Da quella creazione sono nate iniziative che nel corso degli anni hanno reso popolari temi come quello del riuso della plastica e, più in generale, come quello del rispetto ambientale. Attraverso l’arte si può arrivare al cuore delle cose in modo diretto e avvicinare alle buone pratiche persone di qualsiasi livello culturale.
Maria Cristina Finucci e l’Università Roma Tre hanno compreso un fatto fondamentale: divulgare non è svilire, essere diretti non è ridurre un concetto o un’istanza sociale.
Del resto, un fatto deve essere chiaro a tutti: i rifiuti e in particolare la plastica (materiale molto difficile da riciclare) stanno uccidendo il pianeta, dunque qualcosa bisogna fare. E quando si deve fare qualcosa, il primo passo è sempre rappresentato dalla consapevolezza generale della realtà. L’arte aiuta a comprendere, a svegliare le coscienze e ad indicare una via percorribile dalle persone comuni ma anche e soprattutto dalle istituzioni, locali e internazionale. Per fare questo è necessario essere con forza dentro la realtà. Bisogna creare una breccia all’interno degli organismi politici e spingere i decisori ad agire per migliorare una situazione sufficientemente compromessa.
L’Ateneo ha compreso fin da subito l’importanza del discorso artistico (e, in senso più ampio, politico) dell’opera di Finucci, la quale ha creato arte attraverso il riuso di tappi in plastica presentando opere complete nelle principali città europee. Le gigantesche creazioni in plastica approntate da Maria Cristina Finucci hanno fornito un importante contributo critico dapprima uno stand presso la Biennale d’Arte di Venezia, poi presso la Gran Via di Madrid. Milioni di tappi di tutti i colori tenuti insieme da anime in ferro hanno formato ogni volta figure differenti ma sempre imperiose, il più delle volte inquietanti, in ogni caso mai banali. Come a ricordare al mondo che il problema è globale e che nessuno può dirsi in salvo rispetto a un mostro in plastica che può presentarsi una volta sotto forma di vortice, una volta sotto forma di enorme serpente, ma pronto in ogni occasione ad avviluppare le vite di tutti.
Nel corso degli anni, l’Università di Roma Tre ha fornito all’artista la materia prima, un luogo di stoccaggio dei milioni di tappi in plastica e, in molti casi, anche la mano d’opera. Dopo Parigi e Venezia, il discorso è proseguito a Roma nel 2014, quando è stata creata la prima Ambasciata del Garbage Patch State presso il MAXXI MUSEUM e poi, l’anno successivo, a New York.
Sempre nell’anno 2015, l’Università Roma Tre ha fornito un importante contributo critico grazie a una maxi installazione che ha troneggiato (ed ancora esiste) nell’Expo a Milano. Ma il punto più alto, dopo la presenza di un’importante opera presso la Conferenza dei Ministri dei Paesi del Mediterraneo, fu una creazione molto particolare collocata in un ambito veramente unico. Al COP 21 di Parigi, in presenza dei grandi della Terra, venne approntato un maxi serpente policromo, capace di salire le scale fino ad arrivare alla porta della stanza in cui la politica si riuniva per decidere su importanti tematiche ambientali. Il fine era quello di disseminare idee collegate al Garbage Patch State e, ancora una volta, l’obiettivo che ci eravamo proposti, possiamo dire ora con orgoglio, fu pienamente raggiunto.
HELP
Una ulteriore prova di grande capacità artistica, di passione civile ma anche di collaborazione fra l’artista e Roma Tre è avvenuta nella seconda metà del 2016. A fine settembre (e fino a gennaio 2017) l’isola di Mozia, nello stagnone di Marsala in Sicilia, ha ospitato l’installazione HELP, risultato dell’assemblaggio manuale di oltre 5 milioni di tappi di plastica colorata racchiusi in gabbioni metallici, delineando in uno spazio di forma quadrangolare la parola HELP, che si snoda sul terreno con grandi lettere tridimensionali visibili anche di notte grazie a un sistema di illuminazione.
Mozia (Sicilia presso Marsala, settembre 2016 – gennaio 2017 |
Il grido di aiuto di Maria Cristina Finucci, delle realtà accademiche che hanno partecipato alla costruzione dell’evento e di tutti coloro che hanno dato rilevanza a una manifestazione come quella di Mozia ha avuto un’eco internazionale e ha visto arrivare in una piccola isola nello stagnone di Marsala migliaia di persone interessate non soltanto ai capolavori archeologici del luogo. Ultimo segno tangibile del fatto che la plastica e il suo riuso possono essere strumenti di comunicazione e di sensibilizzazione generale molto più di 1000 proclami dimenticati il minuto dopo.
Il successo dell’iniziativa di Mozia sta per essere replicato a Roma a febbraio 2018 presso i Fori Imperiali. L’iniziativa è nell’ambito di “M’illumino di meno”, la speranza è quella di essere tutti più consapevoli e pronti a fare qualcosa di concreto in favore dell’ambiente. Si comincia dalla plastica, si finisce con la differenziazione dei generi.
Diego Mariottini
Ufficio Mobility Manager
Roma TRE
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