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Salviamo l’Artico

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: ARTICO
parole chiave: Cambiamenti climatici, Artico

 

Oggi l’Artico è in pericolo come non lo è mai stato prima: negli ultimi 30 anni ha perso più di tre quarti del volume dei ghiacci e, nel 2012, il loro livello ha toccato un triste minimo storico. 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Polar_bear_sottacqua-wikimedia.jpg

Gli orsi artici rischiano l’estinzione. Questa madre con il suo cucciolo cercano un appoggio su un blocco di ghiaccio alla deriva sono immagini drammatiche di un evento in corso.  Fra 50 anni resteranno solo nei documentari. Pensateci quando qualcuno vi proporrà politiche egoistiche e non curanti dell’ambiente – da Commons wikimedia – autore Grzegorz PolakFile:Polar bear under water.jpg – Wikimedia Commons

Mentre i cambiamenti climatici in corso accelerano lo scioglimento dei ghiacci, le compagnie petrolifere, incuranti dei danni all’ambiente, ne approfittano per trasferirsi al Polo Nord per estrarre quei combustibili fossili a loro volta co-responsabili dell’innalzamento delle temperature. Eppure nell’Artico le rigide temperature, il ristretto spazio a disposizione per trivellare, la mancanza di infrastrutture e la difficile accessibilità fanno sì che una possibile perdita di petrolio sia impossibile da contenere. È una catastrofe annunciata e Greenpeace sta lavorando per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per fermare questa azione scandalosa sul tetto del mondo.

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Albatross Graham – una specie in pericolo di estinzione. Esistono molti progetti di conservazione tra cui quelli della Artic Foundation di Sandra Birhnak – photo credit Artic Foundation

L’Artico si sta riscaldando più velocemente che mai rispetto al resto del Pianeta e uno degli impatti più significativi che subisce è il rapido declino nello spessore e dell’estensione dei ghiacci che di fatto sorreggono l’intero ecosistema marino. Va compreso che più si ritirano e si assottigliano, maggiori sono le ripercussioni per le specie animali e le popolazioni locali che ne subiscono il danno economico. Oltre all’effetto naturale dei cambiamenti climatici, bisogna considerare nell’insieme il crescente e non sufficientemente controllato inquinamento dell’aria e dell’acqua, una pesca industriale sempre più non sostenibile, i livelli crescenti delle radiazioni ultraviolette dovute al buco dell’ozono, l’alterazione dell’habitat e l’inquinamento dovuti all’estrazione di risorse fossili. La somma di questi fattori minaccia ancora di più il fragile ecosistema artico.
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Effetti sulla vita delle popolazioni e della fauna dell’Artico

Un pinguino imperatore visto da sott'acqua ... formidabili nuotatori necessitano della banchisa per vivere .. anche la loro specie è a rischio

Un pinguino imperatore visto da sott’acqua … sono formidabili nuotatori che necessitano della banchisa per poter sopravvivere .. anche la loro specie è a rischio – foto di Paul Nicklen – courtesy Sandra Birhnak – Artic Foundation

Le popolazioni indigene subiscono questi impatti negativi perché la diminuzione dei ghiacci fa sì che gli animali dai quali essi dipendono per il cibo siano sempre più rari e alcune specie si stanno già avviando all’estinzione. Le comunità costiere sono costrette ad emigrare a causa dell’erosione del suolo, delle onde sempre più alte causate dall’innalzamento dei livelli del mare e dalle tempeste che si abbattono sempre più frequentemente sulle coste.

Gli orsi polari sono completamente dipendenti dai ghiacci per il loro intero ciclo vitale: dalla caccia alle foche, la loro preda principale, all’accudimento dei cuccioli. Gli scienziati ed i ricercatori stanno registrando un crescente numero di orsi polari che annegano perché devono nuotare per distanze più lunghe fra un banco di ghiaccio e l’altro. Altri passano più tempo sulla terraferma a digiuno, mentre aspettano che l’acqua torni a ghiacciarsi alla fine dell’estate. Alcune ricerche hanno scoperto che per la prima volta gli orsi polari si stanno cannibalizzando a causa della mancanza di altro cibo, un effetto diretto della perdita di ghiaccio causata dai cambiamenti climatici.

Anche molte altre specie come foche, balene e trichechi dipendono dai ghiacci. Le foche sono particolarmente vulnerabili alla diminuzione dei ghiacciai artici, dato che partoriscono e nutrono i cuccioli sul ghiaccio e lo usano come piattaforma per riposarsi. È davvero improbabile che queste specie durante la stagione estiva possano adattarsi alla vita sulla terraferma.

Effetti sul clima globale
L’Artico è stato soprannominato “il frigorifero del mondo”, visto il ruolo che ricopre nella regolazione del clima globale. Il ghiaccio riflette la luce, mentre l’oscuro Oceano Artico la assorbe. Se il ghiaccio si fonde, una superficie più ampia dell’Oceano Artico viene esposta e quindi una maggior quantità di luce solare assorbita. Questo contribuisce ad aumentare il riscaldamento globale che, a sua volta, causa la fusione dei ghiacci. Un circolo vizioso in cui le conseguenze del riscaldamento ne diventano anche le cause.

Un altro serio problema è costituito dallo scioglimento del permafrost, lo strato ghiacciato che ricopre le regioni artiche. La sua fusione causa il rilascio del metano, un gas responsabile dell’effetto serra, che a sua volta amplifica gli effetti del riscaldamento globale con gravi danni agli ecosistemi, all’agricoltura, alle infrastrutture. Un danno calcolato in oltre 60 mila miliardi di dollari.

Quali son le specie più colpite?
ORSO POLARE: è il plantigrado più grande del mondo. Dipende quasi completamente dai ghiacci per la propria sopravvivenza il cui scioglimento è una grave minaccia per la sua vita.

TRICHECO: I trichechi passano la maggior parte della loro vita sui ghiacci. Se questi continuano a ritirarsi, le femmine si troveranno in difficoltà nel nutrire se stesse e i propri cuccioli.

VOLPE ARTICA: le volpi vivono nella tundra e cacciano lemming e piccoli roditori. Il ritiro dei ghiacci costituirebbe un ostacolo al percorrimento di lunghe distanze, necessario al nutrimento e all’accoppiamento.

FOCHE: le foche dipendono dal ghiaccio per allevare i cuccioli, fare la muta e riposare; per fare queste cose è necessario che le piattaforme di ghiaccio siano sufficientemente stabili.

BALENE: le balene sono presenti nell’intero Circolo Artico. Storicamente hanno sofferto per la caccia che le ha sempre prese di mira ma oggi il pericolo maggiore è lo scioglimento dei ghiacci. L’aumento della temperatura e delle radiazioni solari ha infatti effetti negativi su questa specie.

NARVALO: il Narvalo è un odontoceto che vive tutto l’anno nell’Artico.  Nuotatore lento, la sua abilità di immergersi per cacciare ne fa l’abitante per eccellenza delle gelide acque più profonde. Col riscaldamento globale le prede a sua disposizione diminuiscono, e col ritiro dei ghiacci diventa più esposto ai predatori.

per maggiori informazioni:
Greenpeace Artic projects
The Foundation for Antarctic research, Inc

 

 

in anteprima foto emblematica dello scioglimento dei ghiacci artici … autore christian pfeifer Foto gratuita. (pexels.com)

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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