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livello elementare.
ARGOMENTO: FOTOGRAFIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: FOTOSUB
parole chiave: underwater photography. fotografia subacquea. didattica
Underwater photography: easy rules
Per gli amatori, in particolar modo nei primi tempi, la fotografia è spesso istintiva ed il dito spesso schiaccia più veloce del pensiero. Ed i risultati, purtroppo spesso si vedono. Rico Besserdich, un ex campione del mondo di fotografia subacquea, una volta mi disse: “devi sentirti soddisfatto quando tutte le tue foto verranno come vuoi tu e non quando ne riesci a fare bene una su cento scatti …” parole vere anche se il 100% è patrimonio di pochi.
Personalmente, io sento la fotografia come un modo di esprimere i miei momenti interiori e, nonostante tutti i miei sforzi raramente sono soddisfatto dei miei sforzi. Da “tentative photographer” continuo a sperimentare e cercare di migliorare la mia tecnica continuando a studiare, ad osservare gli altri e, soprattutto a ricercare nuove idee. In questo breve articolo, cercherò di mettere insieme i consigli ricevuti da grandi fotografi professionisti come Danilo Cedrone, Alberto Balbi, Francesco Pacienza, Pietro Cremone, Marcello di Francesco, Francesco Turano, Mimmo Roscigno e tanti altri (mi fermo perché non voglio dimenticare nessuno) per suggerirli a coloro che vogliono iniziare questo avventuroso viaggio senza fine, come mi disse una decina di anni fa Danilo Cedrone.
Photography for dummy (as me)
Come in tutte le cose se vogliamo ottenere buoni risultati ci vuole applicazione, tecnica ed esperienza. L’attrezzatura è importante ma nulla serve se non si conoscono le tecniche di base della fotografia e se non si sa che cosa si vuol fare. Questo naturalmente vale dentro e fuori dell’acqua, dietro e davanti alla fotocamera. Premesso questo, partiamo dal momento in cui abbiamo deciso di avventurarci nel mondo della fotografia subacquea. La prima domanda che ci dobbiamo porre è … quanto vogliamo investire in questo nuovo hobby. Non vi nascondo che i costi, a parità di livello di attrezzatura, sono maggiori di quelli in terra ferma. Se avete intenzioni serie consiglio di iniziare con una compatta o con uno smartphone. Dovendo scattare sott’acqua avrete anche bisogno (ecco il primo costo aggiuntivo) di una custodia stagna per la macchina fotografica o per il cellulare e di un flash e/o di una sorgente luminosa potente. Per quanto concerne le custodie ne esistono di molti tipi: dedicate al tipo di camera impiegata o universali.
A voi la scelta. Io ho preferito una universale in quanto qualora decidessi di lasciare la mia amata Nikon per un altra non mi costringerà all’acquisto di una nuova custodia. La mia scelta non è legata solo ad un fattore economico (anche se da buon ligure ho sempre valutato mille volte prima di acquistare qualcosa di nuovo) ma anche a un fattore pratico. Alternare due fotocamere diverse nella stessa custodia spostando solo la piastrina di supporto interno non ha prezzo. Ho citato la possibilità di scafandrare (che avrete capito significa inserire in un contenitore stagno un qualcosa) sia le vostre macchine fotografiche sia gli ormai inseparabili smartphone.
Quest’ultima soluzione è particolarmente accattivante visto il costo e la praticità dell’insieme. Ho avuto modo di testare una delle soluzioni EASYDIVE (nella foto) che consente a tutti, ad un costo molto accessibile, di avvicinarsi al mondo della fotografia subacquea con il vostro cellulare senza dover acquistare una nuova macchina fotografica con uno scafandro dedicato (e quindi non utilizzabile in caso di sostituzione della camera).
Naturalmente ognuno conosce il suo budget ma sono fattori da considerare. Il vecchio detto “risparmia per acquistare poi obiettivi migliori” è sempre valido.
Ora dobbiamo incominciare a pensare che cosa vogliamo fare. Anche la fotografia subacquea offre molte scelte: foto naturalistica, ambiente, macro, glamour, fashion etc. do per scontato che la vostra acquaticità sia ottimale. In caso contrario, un buon ripasso con un buon istruttore è fortemente raccomandato. L’assetto in acqua è fondamentale ed un corso di “peak buoyancy” o di miglioramento assetto vi permetterà di ottenere la giusta stabilità necessaria per scattare foto “poco mosse”.
Le prime esperienze.
Il primo ostacolo è come ottenere qualcosa di apprezzabile (prima di tutto per noi stessi). I mercatini dell’usato sono pieni di macchine fotografiche compatte rivendute a fine stagione a causa di risultati deludenti. Come sappiamo, la fotografia è un insieme di regole e nozioni che vanno conosciute e, se necessario, disattese per ottenere effetti particolari. Un corso tenuto da un serio professionista è fortemente consigliato sin dall’inizio. Non voglio far torto a nessuno facendo nomi e cognomi ma, se volete farvi un idea visitate questo archivio di professionisti (anche se non esaustivo) e scegliete tra quelli che vi ispireranno di più. Tra l’altro voglio segnalarvi che in Italia abbiamo la fortuna di avere molti fotografi di fama internazionale che organizzano corsi di diverso livello e che sapranno consigliarvi al meglio in tutte le fasi della vostra formazione. Una volta acquisite le prime conoscenze non vi resterà che provare, provare e provare.
Scorciatoie e fattori da considerare
Tra i tanti fattori da considerare nella fotografia subacquea accennerò alla composizione, alla posizione delle sorgenti luminose flash per una corretta illuminazione del soggetto, allo sfondo che si vuole ottenere, alla messa a fuoco, alla profondità di campo ed all’esposizione. Vediamoli brevemente, in attesa che li possiate perfezionare nei corsi di fotografia.
Composizione
La composizione può essere definita come la tecnica di collocare il soggetto nella scena. Scattare una foto ben composta non è sempre facile perché la quantità degli elementi presenti nell’inquadratura potrebbe rendere difficile il posizionamento di un soggetto in modo tale che attragga l’attenzione. Possono entrare nell’immagine elementi di disturbo che distolgono l’occhio o elementi indesiderati che rovinano la scena (tipico esempio è un pesce che all’ultimo secondo si pone vicino se non davanti al soggetto). In questo video di Steve Curry troverete tanti suggerimenti.
Come vedete le regole esistono e vanno conosciute prima di provare a violarle. Anche nella fotografia subacquea è meglio non posizionare il soggetto al centro dell’immagine ma cercare di decentrarlo rendendo l’immagine più dinamica applicando, ad esempio, la nota regola dei terzi. Un altro schema è quello di comporre la fotografia secondo linee di fuga o diagonali con i vari soggetti. Se questo è relativamente facile da comprendere all’asciutto, sott’acqua può essere molto complicato. Ci vuole un buon assetto ed una valutazione continua dell’insieme. Un altro suggerimento. Quando fotografate, specialmente nel volume d’acqua, le fotografie migliori si ottengono inquadrando il soggetto con una leggera angolazione verso l’alto, creando quanto possibile un buon contrasto tra il soggetto e lo sfondo.
La posizione dei flash
L’illuminazione può essere fatta con luce ambiente, con luce continua o con flash. Come sapete aumentando la profondità, si perdono i colori. Se consideriamo lo spettro dei colori e la loro lunghezza d’onda potremo osservare come il rosso, che possiede la più grande lunghezza d’onda e la minor frequenza essendo il primo colore dello spettro, scompare per primo a partire già da circa un metro di profondità mentre il violetto, che è l’ultimo colore visibile dello spettro, con la più corta lunghezza d’onda e la maggior frequenza penetra di più negli abissi.
Scendendo verticalmente, dopo il colore rosso, si incominciano a perdere l’arancione e il giallo, tra gli otto e i dodici metri, ed il verde e il blu diventano sempre più dominanti. Si subisce un assorbimento selettivo dei colori per cui nasce la necessità di fornire con un flash o un illuminatore a luce fissa (ad esempio una torcia) la luce necessaria per restituire le colorazioni. Purtroppo il fotografo subacqueo usando queste sorgenti luminose deve combattere con un fenomeno fisico chiamato back-scattering causato dalla riflessione da parte del particolato dei raggi luminosi, un effetto che sporca inevitabilmente l’immagine.
Per comprenderci … è lo stesso effetto che osserviamo quando accendiamo i fari abbaglianti di notte in presenza di nebbia; invece di migliorare la nostra visione, ci troveremo un muro bianco di fronte a noi. Per ridurre l’effetto di back scattering delle sorgenti luminose bisogna posizionare il flash più lontano dal piano primario della macchina fotografica, posizionandolo in modo da non illuminare l’acqua di fronte alla lente ma soltanto il soggetto. Ciò si ottiene posizionando gli illuminatori indietro e lateralmente alla macchina attraverso dei bracci orientabili. Ed il numero delle sorgenti? Bella domanda … diciamo che aumentando le sorgenti si possono ridurre le ombre sul soggetto ed ottenere un migliore risultato ma questo aumenta anche la complessità di impiego.
L’impiego di più di due sorgenti luminose ci può aiutare a dare effetti particolari che valorizzano le nostre foto, ma richiede anche l’aiuto di assistenti subacquei.
L’uso di sorgenti luminose continue (fari) è una nuova frontiera nella fotografia e potrebbe rivoluzionare in futuro anche il mondo della fotografia subacquea. Per il momento non mi addentrerò in merito alle problematiche dei flash, sul loro Numero Guida, sulle loro caratteristiche tecniche e nemmeno sui moderni illuminatori che offrono luci potenti, corpose e profonde che illuminano in maniera diffusa la scena grazie a speciali lenti in grado di rendere al meglio le cromie dei soggetti. Accennerò però alle luci continue, inizialmente nate per le riprese video, che stanno ora diventando soluzioni alternative interessanti per la fotografia. Un’applicazione rivoluzionaria sono i fari Revolution di corredo delle custodie EASYDIVE che offrono prestazioni decisamente elevate. Per i neofiti vorrei, in ultimo, consigliare anche l’uso di diffusori da applicare sui flash che forniscono luci più morbide, particolarmente adatte nella macro-fotografia.
Background – sfondo
Lo sfondo è spesso un problema. Può facilmente distogliere l’attenzione di chi guarda la fotografia dal vero soggetto. La profondità di campo è quindi un fattore da considerare (ne parleremo più avanti). Quale colore volete avere sul vostro sfondo? Bianco, nero, naturale? Escludendo sfondi artificiali, specchi e quant’altro, lavorando su tempo e diaframma è possibile ottenere sfondi chiari o scuri ma anche sfuocati con effetto Bokeh.
Se vogliamo ottenere un effetto High Key, cercate un soggetto con uno sfondo luminoso, come sabbia o rocce dai colori brillanti. Quindi impostate la misurazione della luce della macchina fotografica su misurazione spot (puntuale). In questo modo la fotocamera esporrà correttamente il soggetto (chiaramente più scuro) e sovraesporrà lo sfondo.
Per il Low Key fate il contrario. Oltre che per foto artistiche il Low Key si presta ad uso di foto per catalogare i vostri soggetti distogliendo lo sfondo ed evidenziando con un effetto drammatico il soggetto.
Qualche parola di più sul bokeh dove la profondità di campo svolge un ruolo molto importante. Come sapete, in genere, nella macro si ricerca la massima profondità di campo utilizzando piccole aperture del diaframma. Nel caso si vogliano ottenere degli effetti artistici si opera al contrario utilizzando l’effetto sfocato come strumento creativo ovvero isolando il soggetto principale dal contesto riducendo così l’effetto di disturbo dello sfondo.
La messa a fuoco andrà fatta sul soggetto (ad esempio tra gli occhi del pesce o dei rinofori nel caso delle foto ai nudibranchi) con mano estremamente ferma. Non è facile e bisogna provare, provare, provare. Con l’esperienza i risultati miglioreranno per cui non scoraggiatevi. La maggior parte di noi non è un professionista, che possiede un bagaglio di anni di studio e di applicazione, ma un amatore; non scoraggiamoci se inizialmente scarteremo molte foto ma in poco tempo l’esperienza e istinto avrà il sopravvento e le nostre foto si avvicineranno sempre più a ciò che cerchiamo.
Fuoco e Profondità di campo
Abbiamo visto quanto sia importante mettere a fuoco il soggetto. Il fuoco dipende principalmente dall’apertura di diaframma (diaframmi più aperti danno una minore Profondità di Campo e quindi ci sono più aree fuori fuoco). Come ricordate dalle prime letture di fotografia, i valori di diaframma sono il risultato di una frazione e quindi per esempio f/22 indica un diaframma più chiuso mentre f/2,8 uno più aperto. La Profondità di Campo (DOF depth of field in inglese) dipende anche dalla lunghezza focale degli obiettivi per cui una maggiore lunghezza focale riduce la Profondità di Campo. Usando un grandangolare (come per esempio l’ottimo Nikon 10 mm f 2.8) da una profondità di campo maggiore (a parità di diaframma) maggiore.
Un altro fattore importante è la distanza tra la fotocamera e il soggetto su cui si mette a fuoco. Minore è questa distanza, minore è la Profondità di Campo ottenuta. Questo è evidente con soggetti macro in cui è possibile mettere a fuoco un singolo dettaglio. La prima tecnica da suggerire consiste nell’avvicinarsi quanto più possibile al soggetto, riducendo così anche la perdita cromatica (specialmente se si scatta con luce ambiente) e l’effetto di back-scattering. Si potranno in questo caso utilizzare lenti grandangolari e macro che consentono di mettere a fuoco ad una distanza minima dalla macchina (io uso il 60 mm Nikon). Una regola di bazzica è di mantenersi ad una distanza inferiore ad 1 metro tra la macchina fotografica ed il soggetto. In macro-fotografia il fuoco non è sempre facile, specialmente quando si usano diaframmi spinti. Ricordatevi sempre di premere il pulsante di scatto a metà per mettere a fuoco il punto in cui volete il fuoco e quindi scattate. Potremmo dire che la difficoltà per trovare il giusto fuoco è direttamente proporzionale al livello di macro che si vuole ottenere
Esposizione
Per controllare la vostra esposizione guardate il display e/o l’istogramma. Se fotografate in manuale (consigliato) potrete regolare la potenza del flash o dei flash. Un convertitore TTL, quando disponibile, è di grande aiuto nelle riprese macro. Se vi accorgete che l’istogramma è sotto esposto diminuite il tempo o aprite il diaframma, se è sovraesposto fate il contrario. Non ho parlato degli ISO. Nella foto subacquea, come in quella esterna, impostate gli ISO sul valore quanto più basso possibile. Questa impostazione migliorerà il contrasto nelle vostre fotografie.
Save the ocean
Per terminare, come d’uso un richiamo al rispetto dell’ambiente. Quando vi immergete ricordatevi di non infastidire o toccare la vita marina. Nessuna foto può giustificare un danno all’ambiente. Volete portare a casa un bel ricordo, una fotografia che vi faccia sognare anche all’asciutto? Fatela con la testa e con il cuore.
Non dimenticate che la fotografia subacquea deve essere l’occasione per esprimervi. Con l’esperienza e lo studio potrete raggiungere risultati sempre maggiori. Non scoraggiatevi e soprattutto scattate per voi stessi. Non fatevi coinvolgere in competizioni personali con altri fotografi che hanno poco significato. Chiedete consigli ai professionisti, seguite corsi ma soprattutto vivetela come una passione. Sperimentate e sviluppate con la vostra fantasia. Come disse John Hedgecoe, “l’attrezzatura e la tecnica sono solo l’inizio. È il fotografo che conta più di tutto.”
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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