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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: calamari, uova
C’è da ammettere che guardando queste foto si ha un senso di disagio. Quello strano tubo traslucido e luminescente non è un misterioso alieno degli abissi ma una stringa di uova di calamaro, ha detto Rebecca Helm, una biologa marina presso l’Istituto oceanografico di Woods Hole (WHOI) nel Massachusetts, USA..
Secondo la ricercatrice si tratta delle uova di un Thysanoteuthis rhombus, un calamaro presente in tutti gli oceani. La scoperta non è eccezionale in quanto questi strani tubi organici sono relativamente comuni, ma questo incontro ci da oggi la possibilità di parlare di questi strani agglomerati di uova.
Osservando questo video si osserva che la massa non ha un aspetto solido ma è incredibilmente trasparente, composta da lunghe corde color rosa perlaceo, che rassomigliano a dei tendaggi in rilievo. In realtà “Quelle macchie rosa brillante sono uova di calamari”, ha detto Rebecca Helm, “ … ogni subacqueo di fronte a questa “creatura” dovrebbe essere eccitato visto che una tale massa è un evento ultra raro” … La specie che è stata pubblicata è il rombo di Thysanoteuthis, ma è difficile saperlo per certo“, ha detto Helm a Live Science.
Identificare le uova di calamaro non è sempre semplice
Secondo uno studio del Journal of Plankton Research di aprile del 2002, sono state descritte in letteratura solo otto masse di uova planctoniche di questo animale, osservate dal 1995 al 2000. Quattro sono stati ritrovate nel Mediterraneo occidentale e le altre alle Isole Canarie. Le masse di uova scoperte nelle acque delle isole Canarie sono state tra le prime registrate nell’Atlantico orientale. Tutti questi ammassi sono stati osservati vicino alla superficie alla fine dell’estate ed all’inizio dell’autunno. Esse hanno la forma di cilindri allungati densi ed elastici con punte arrotondate che vanno da 80 a 130 cm di lunghezza e tra i 15 ai 20 cm di diametro. Le dimensioni delle uova variano da 2,8 a 3,4 millimetri. Queste creature del mare possono deporre ammassi di uova lunghi fino a due metri con un numero di uova compreso tra 24.100 e 43.800. Alcuni caratteri, che potrebbero aiutare l’identificazione dei paralarvae, sono la presenza di una membrana a forma di chiglia ed il tipo e modello di cromatoforo.
Le paralarvae sono osservate solo in esemplari dell’ordine degli Octopodi (come i polpi) e dei Teuthida (calamari). Si tratta di uno stadio di crescita dei giovani cefalopodi nello stadio planctonico compreso tra la schiusa delle uova e la fase sub adulta. Non sono ancora chiari i fattori ecologici ed i meccanismi della loro presenza e distribuzione nei mari.
Il calamaro a forma di rombo (Thysanoteuthis rhombus) è una creatura marina di discrete dimensioni che può raggiungere la lunghezza di un metro e pesare fino a trenta chilogrammi (66 libre). La specie ha la forma di un aquilone con lunghi tentacoli con due file di ventose. I calamari sembrano vivere in coppia maschio-femmina (circa un anno) fino alla schiusa delle uova. Le uova fecondate sono racchiuse in un contenitore gelatinoso e di solito sono deposte in mare aperto. Una volta rilasciate, esse galleggiano nell’oceano trascinate dalle correnti. Non è probabile che i genitori restino nei paraggi anche se è noto che alcune femmine di calamari si prendono cura delle loro uova e le tengono vicino durante lo sviluppo.
Non è chiara l’origine del bagliore rosa ed il colore delle uova. Secondo lo studio del Journal of Plankton Research, la ricerca effettuata sulle larve di questi calamari in laboratorio ha rivelato che sono costellate di linee di cromatofori rossastri e gialli, probabilmente cellule contenenti dei pigmenti che danno quindi quel colore.
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Varie visioni ventrali dello stato giovanile, grandezza circa 2-3 cm. Le fotografie sono state scattate in situ durante un’immersione notturna presso la Kona coast delle Hawaii © 2013 Masa Ushioda, CoolWaterPhoto.com
In particolare, le paralarvae presentano due tipi di cromatofori: il primo, grande e rossastro densamente concentrato sui lati dorsali, laterali e ventrali del mantello ed il secondo di colore giallo sui lati dorsali dei tentacoli.
La ricerca continua.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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