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livello medio
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: RUSSIA
parole chiave: Stalin, flotta russa
Le realizzazioni
Nel periodo che va dal 1935 fino alla seconda guerra mondiale vennero formate le quattro flotte indipendenti (Mar Nero, Pacifico, Mare del Nord e Baltico), ed il numero di sottomarini divenne il maggiore al mondo. Furono impostate le corazzate della Classe Sovetskij Sojuz (Unione Sovietica), tra le più grandi mai progettate, dislocanti 59150 tonnellate e armate con nove cannoni da 406 il cui disegno fu pesantemente influenzato dal Progetto UP41 dell’italiana Ansaldo e dai progetti forniti dagli Stati Uniti. Inizialmente previste in ben quindici esemplari, il progetto venne in seguito ridimensionato e fu intrapresa la costruzione di sole quattro unità. Tuttavia, nessuna di queste venne mai ultimata.
I lavori sul Sovetskij Sojuz iniziarono il 15 luglio 1938 a San Pietroburgo. Quando i lavori vennero quasi fermati nel 1940, lo scafo era stato praticamente ultimato, i motori erano stati installati e le corazze erano state montate. Tuttavia, tra il 1941 ed il 1944, gran parte delle corazzature vennero rimosse per essere utilizzate sulla terraferma. La Sovietsky Soyuz venne varata nel 1949, in modo da liberare lo spazio nel cantiere, e demolita in seguito.
Quelli sulla Sovetskaya Ukraina iniziarono il 28 novembre 1938 a Mykolaiv. Al momento dell’invasione nazista, i lavori erano completi al 75%. Lo scafo venne parzialmente danneggiato dagli stessi sovietici poco prima della cattura della città da parte dei tedeschi. Questi ultimi, tuttavia, proseguirono la costruzione, anche se con estrema lentezza (non si trattava di un progetto prioritario). Quando si ritirarono, i tedeschi danneggiarono lo scafo e lo resero inutilizzabile. Venne demolito intorno al 1950.
I Sovetskaja Rossija e la Sovietskaya Belorussiya furono iniziati alla fine del 1939 a Severodvinsk (che all’epoca si chiamava Molotovsk), la loro costruzione fu interrotta il 19 ottobre 1940, e furono demolite intorno al 1950. Si iniziò anche la costruzione di due dei 16 incrociatori da battaglia della classe Kronstadt, da circa 35.000 tonnellate armati nove armi da 305 mm (anche se per i primi due poi furono poi previsti 6 cannoni da 380 di origine tedesca). Per l’unità eponima i lavori iniziarono il 5 novembre 1939 a Leningrado e per il Sevastopol i lavori iniziarono il 30 novembre 1939 a Nikolayev. Lo scafo incompleto venne demolito dai tedeschi sullo scalo in entrambi i casi i lavori erano al 12%.
Gli incrociatori da battaglia di classe Kronshtadt, Progetto 69, furono ordinati per la marina sovietica alla fine degli anni ’30. Due navi furono avviate ma nessuna fu completata a causa della seconda guerra mondiale. Queste navi ebbero una progettazione complessa e prolungata che fu ostacolata dall’evoluzione continua dei requisiti e dalla Grande Purga nel 1937.
La decisione di costruire nuove classi di moderne unità di grandi dimensioni venne presa dai vertici della Marina Sovietica all’inizio degli anni trenta. Vista la scarsa esperienza che i Sovietici avevano nella progettazione e nella costruzione delle grandi unità (molti ingegneri navali erano fuggiti oppure erano stati uccisi), si decise di ricorrere all’assistenza di paesi esteri. In particolare, ci si rivolse all’italiana Ansaldo. Questa contribuì alla progettazione di un incrociatore leggero da 7.200 tonnellate, basato sul progetto dell’italiano Montecuccoli.
La costruzione sarebbe dovuta avvenire in Unione Sovietica, ma utilizzando componentistica di fornitura diretta italiana (caldaie e turbine in particolare). Questi furono i Kirov che furono la prima classe di incrociatori realizzati in Unione Sovietica dopo la rivoluzione. ne vennero costruiti sei esemplari in due versioni ed entrarono in servizio tra il 1938 ed il 1944. Traendo ispirazione dai Kirov furono impostati sette incrociatori classe “Chapaiev” di cui 5 completati nel dopoguerra. L’assistenza italiana fu determinante anche per le unità leggere. L’Ansaldo inizialmente costruì per la Marina sovietica due grandi pattugliatori, che raggiunsero Vladivostok l’11 dicembre 1934.
Furono poi ceduti i piani dei cacciatorpediniere classe “Maestrale“, ed i russi ne programmarono 53 derivati costruendone 47. La Odero Terni costruì il supercaccia Taskent e l’accordo prevedeva che altre tre unità dello stesso tipo sarebbero state costruite sotto la supervisione italiana nei cantieri di Leningrado e di Nikolajev, troppo sofisticati furono sostituiti da 10 più piccoli Kiev di ispirazione francese.
Assieme a queste due unità ed alle componenti per gli impianti propulsivi vennero ceduti cellule fotoelettriche, siluri, motori marini per unità costiere, apparecchiature per la direzione del tiro,periscopi per sommergibili, artiglierie da 100/47 e relativi affusti binati che divennero standard su tutte le unità maggiori sovietiche moderne e riammodernate, consulenza nella costruzione di artiglierie navali che si protrasse fino al 1941 ( i 406 sovietici erano molto simili ai 381 delle Littorio) e sempre con l’aiuto italiano fu costruita una fabbrica per la costruzione di impianti motori per incrociatori
Dalla Germania oltre alla consulenza nella costruzione di sommergibili e unità maggiori arrivarono apparecchiature per la direzione del tiro, apparecchiature elettromeccaniche, acciai speciali e furono promesse torri binate da 380 da 150 da 105 e fu consegnato un incrociatore classe admiral Hipper in costruzione e altro materiale di progetto locale furono le numerose classi di torpediniere, cacciasommergibili e dragamine destinati a garantire la sorveglianza costiera e l’agibilità delle basi.
Come risultato di questo sforzo al momento dell’attacco tedesco la flotta era composta da
- 3 vecchie da battaglia ormai impiegabili solo come piattaforme d’artiglieria (75.000t)
- 7 incrociatori (inclusi 4 moderni Kirov), (29.297t)
- 59 cacciatorpedinieri (di cui 46 moderni delle classi Gnevny e Soobrazitelny) (96.237t)
- 218 sommergibili (119.594t)
- 269 motosiluranti,
- 22 navi pattuglia e cannoniere,
- 88 dragamine di cui 30 moderni
- 77 cacciasommergibili,
- numerose unità costiere e fluviali e ausiliarie
Con un totale di circa 403.000 tonnellate, la marina sovietica era classificata settima nell’ordine mondiale subito dietro la Kriegsmarine. Inoltre, come accennato, c’erano altre 219 unità tra cui quattro navi e due incrociatori da battaglia, un incrociatore pesante e sette leggeri, 45 cacciatorpediniere e 91 sommergibili che si sperava di completare entro il 42/43 con l’aiuto italo tedesco. Componente importante della flotta era la forte aviazione di marina con base a terra dotata di 2581 aerei da combattimento di cui il 45% erano aerei da caccia, il 25% idrovolanti da ricognizione, il 14% bombardieri, il 10% di aerosiluranti e il 6% collegamento e trasporto una forza notevole in grado di assicurare la protezione alle basi e un forte appoggio alle operazioni navali.
Come qualità dei mezzi la caccia, basata su monoplani e biplani Polikarpov, era al limite dell’obsolescenza come la componente da bombardamento su Tupolev SB2 e quella da ricognizione su Beriev MBR-2. Decisamente migliori erano gli aerosiluranti Ilyushin DB-3 e era iniziata la distribuzione di validi successori dato che erano stati ordinati numerosi aerei moderni di cui erano già in distribuzione le prime aliquote, tra cui 73 caccia (MIG3 e Yak1) 20 bombardieri Petlyakov Pe-2, 18 idrovolanti Chetverikov Che-2, 27 GST (catalina americani costruiti su licenza) più 7 Beriev BE-2 catapultabili imbarcati. Il personale era considerato meglio addestrato della componente terrestre con la metà dei piloti di bombardieri e siluranti e i tre quarti di quelli dei reparti da ricognizione abilitati al volo notturno.
Fine parte III – continua
Gianluca Bertozzi
in anteprima foto aerea della Luftwaffe del cantiere Baltic, Leningrado, che mostra una nave da battaglia classe Soviet Soyuz e un Chapayev class cruiser in costruzione – autore della foto sconosciuto (Luftwaffe photographer) File:BalticShipyard26June1941.jpg – Wikimedia Commons
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