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livello elementare
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ARGOMENTO: PROTAGONISTI DEL MARE
PERIODO: XX – XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: Guido Gay, Gaymarine, Pluto
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Oggi parliamo di Guido Gay, ingegnere laureato al Politecnico di Milano nel 1964, di origine piemontese e con nazionalità italiana e svizzera, è un esempio di genialità italiana. Lo conobbi nel lontano 1985, al mio primo imbarco sulle unità cacciamine, quando sperimentavamo il ROV Pluto 01 sul MHC Lerici da lui progettato.
Non era il suo primo mezzo e qualcuno dei marinai della componente del Dragaggio potrà ricordare il Filippo, un piccolo ROV a forma di palla che aveva operato sui cacciamine italiani classe Legni in tutti i mari del Mediterraneo e nel Mar Rosso. Il ROV Pluto sebbene nato nel 1980 (con il prototipo Pluto UX) non era ancora disponibile ed arrivò a bordo poco dopo. Il Pluto era un mezzo totalmente nuovo e decisamente più prestante. Inoltre, presentava caratteristiche operative straordinarie per quei tempi, potendo operare a profondità decisamente più profonde di quelle ottenibili con i sommozzatori di bordo. Facemmo sul cacciamine Lerici molte prove in mare, ottimizzando le procedure operative ed imparando ad usare questo versatile robot subacqueo in tutte le condizioni meteo marine.
L’ingegner Gay, geniale progettista e costruttore in svariati campi della tecnica, iniziò la sua avventura nel 1968 come imprenditore di una ditta di strumenti elettronici di misura. Appassionato velista e marinaio, nei primi anni ’70 iniziò a studiare veicoli sottomarini teleguidati, inserendosi a pieno titolo nella storia della ricerca oceanografica come pioniere di questa tecnica. Nel 1979 fondò la società GAYMARINE e, dieci anni più tardi, una ditta in Svizzera ora denominata IDROBOTICA, per la produzione dei nuovi veicolo filoguidati robotizzati PLUTO. I suoi mezzi furono acquisiti in campo civile (anche per le forze di polizia) e militare, dove furono realizzati sistemi particolarmente adatti al settore oceanografico e operativo (ad esempio per la caccia alle mine navali).
Nel 1990 Gay iniziò il progetto di un originale catamarano a vela di grandi dimensioni, il DAEDALUS, adatto al diporto ma anche particolarmente attrezzato per servire da nave madre per i veicoli sottomarini PLUTO.
Per chi non lo avesse mai visto, il catamarano DAEDALUS, oltre ad essere un lussuoso yacht a vela d’altura è anche una modernissima imbarcazione da ricerca dove niente è lasciato al caso. DAEDALUS dispone di un insieme di attrezzature progettate e costruite seguendo criteri originali al fine di ottenere il massimo risultato con la massima semplicità. Tra le tante strumentazioni tecnologiche è equipaggiato con un sofisticato sonar a scansione laterale che consente di mappare una striscia di fondale larga circa un chilometro fino alla profondità di oltre 1000 metri. Attraverso la mappatura è possibile studiare la morfologia del fondale e identificare la presenza di oggetti non naturali sul fondo come, ad esempio, i resti di un relitto.
Daedalus possiede un sistema di posizionamento dinamico per poter mantenere automaticamente la sua posizione in mezzo al mare senza doversi quindi ancorare. La posizione è controllata dal computer di bordo senza la necessità di manovra da parte degli operatori. A bordo sono presenti due mezzi filoguidati PLUTO, anche questi progettati e costruiti dall’ingegner Gay adottando dei criteri non convenzionali.
Il primo mezzo, chiamato MULTIPLUTO, è un piccolo ROV di ultimissima generazione, capace di scendere a 4000 metri di profondità, dotato di manipolatori per effettuare piccole operazioni sul fondo. Il secondo è un PLUTO PALLA, capostipite di una nuova generazione di ROV in grado di scendere a 2000 metri di profondità da solo o in coppia con il MULTIPLUTO, utilizzando un solo cavo ombelicale per la guida di entrambi.
La posizione dei mezzi può essere monitorata tramite un sistema acustico e le informazioni sono impiegate per calcolare e registrare sul computer di bordo tutte le rotte ed i percorsi effettuati.
Questo complesso di attrezzature consente al Daedalus di rilevare la presenza di oggetti sospetti, identificarli per mezzo dei veicoli PLUTO, e documentarli sia scattando fotografie ad alta risoluzione sia girando video ad alta definizione HD, sempre con l’impegno fisico di … una sola persona. Per comprenderci. Per fare un raffronto con altre imbarcazioni da ricerca, un simile compito richiederebbe normalmente un team umano ben più numeroso. La sua versatilità e autonomia consente al DAEDALUS di effettuare ricerche con il sonar di bordo su una superficie di più di 200 km quadrati al giorno, identificando con il PLUTO più di dieci contatti a 500 metri di profondità.
Dopo una lunga esperienza di navigazione negli oceani, comprendente un avventuroso giro del mondo seguito da un secondo attraversamento dell’oceano Pacifico, Guido Gay decise di unire la sua passione per il mare alla sperimentazione di nuovi ROV per l’esplorazione dei fondali marini profondi.
Nel 1985 ricevette il Tridente d’oro da parte dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, un’associazione internazionale costituita solo da coloro che hanno ricevuto tale ambito riconoscimento, creato nel 1960 e considerato il “Nobel delle attività subacquee”.
Grazie al Daedalus, progettato e costruito nel 1993, ed ai suoi mezzi filoguidati, Gay ha nel tempo scoperto numerosi relitti antichi del Mediterraneo di cui parleremo in un prossimo articolo. Accenno solo alla sua scoperta più importante, avvenuta nel giugno 2012, con il ritrovamento della Regia corazzata Roma nelle acque sarde.
La scoperta ha avuto un particolare significato per la Marina Militare italiana, che da anni cercava di ritrovarne il relitto e, nel 2012, il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, in occasione della cerimonia di commemorazione dei Caduti della Regia Corazzata “Roma”, proprio sul punto esatto del relitto, lo ha insignito a bordo della fregata muliruolo Bergamini della medaglia d’argento al valore di Marina.
Il 25 maggio 2013 Gay ha ricevuto il Premio Internazionale Artiglio, VII edizione, per le sue invenzioni nelle “Tecnologie avanzate per l’esplorazione sottomarina“.
Per svolgere le sue ricerche, Gay ha fondato Azionemare, un progetto di ricerca, conoscenza e divulgazione degli artefatti subacquei dei nostri mari. Le attività in mare dell’ingegner Gay continuano a favore di Enti ed istituzioni universitarie. Recente una collaborazione con il professor Carlo Beltrame, docente di Archeologia marittima all’Università Ca’ Foscari di Venezia, inerente un progetto di studio di relitti con carichi di marmo di età romana nel sud e centro Italia.
Genialità e spirito di avventura che fanno di Guido Gay un protagonista del mare. Torneremo presto a raccontare le sue scoperte.
photo credit Guido Gay
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Molto interessante l’articolo sul mio omonimo di cognome e piemontese come me con parenti anche Svizzeri.