livello elementare
ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Mediterraneo allargato
L’Italia si trova al centro di molte sfide securitarie poiché riveste un’importanza cruciale, data la sua posizione e la sua conformazione geografica che ne fa un ponte, una portaerei naturale nel bacino del fu Mare nostrum del quale è stata sempre protagonista sino alla fine della guerra fredda. Per tale ragione molti esperti ritengono che sia essenziale il costante controllo dello Stretto di Sicilia che rappresenta un punto nevralgico del Mediterraneo centrale e meridionale, da cui passano le principali rotte che, attraversando il canale di Suez, collegano l’Oceano Atlantico all’Indo-Pacifico, ma sono anche quelle privilegiate dagli “scafisti” per l’inumano traffico di migranti.
Sul tema Carlo Jean ha scritto “Con la fine della guerra fredda, la geopolitica del Mediterraneo e il ruolo strategico dell’Italia e della Sicilia sono profondamente mutati. Il cambiamento è tuttora in corso, per fattori sia interni alla regione mediterranea sia esterni a essa. Questi ultimi assumono importanza crescente per l’aumento dei traffici marittimi e della sensibilità delle opinioni pubbliche a fenomeni come l’immigrazione, il terrorismo e l’uso delle enormi risorse naturali dell’Africa, divenuta teatro d’espansione e di approvvigionamento di materie prime da parte della Cina. Con l’America Latina, il continente nero sta divenendo centrale negli equilibri mondiali e terreno di competizione e di scontro fra le grandi potenze, in particolare fra la Cina, potenza emergente, e gli Usa, che vedono posta in pericolo la loro egemonia. Ci sono poi l’India, che sostenuta dal Giappone compete in Africa con Pechino, e la Turchia, attiva non solo nei Balcani e nel Caucaso ma anche in Africa, da quella settentrionale, incluso il Sahel, al Corno d’Africa. […] Con la fine della guerra fredda e il parziale disimpegno Usa dal Medio Oriente e dal Mediterraneo (iniziato con la leadership from behind del presidente Obama nel 2011, durante l’attacco alla Libia), la situazione dell’Italia è notevolmente mutata.”[27]
Il punto focale di questa osservazione è quindi il ruolo che l’Italia avrebbe dovuto assumere una volta che gli Stati Uniti hanno rivolto il loro interesse geopolitico all’Indo- Pacifico per contrastare la progressiva espansione della Cina in quel quadrante. Riposizionamento che aveva altresì incoraggiato la nascita delle “Primavere arabe” che, come visto, non essendo state adeguatamente gestite dai Paesi dell’Unione europea, hanno provocato, di fatto, una forte destabilizzazione del Nord Africa con la conseguente riduzione dello spazio di influenza che l’Italia era riuscita a creare su quelle coste.
La guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e la conseguente rottura di gran parte dei rapporti diplomatici e commerciali con i Paesi occidentali, ha causato ulteriori problemi per il posizionamento strategico dell’Italia che è stata privata di un altro importante partener commerciale come era stata considerata – a torto o a ragione – sino a quel momento la grande potenza europea anche per gli sforzi diplomatici italiani. Basta ricordare che proprio nella base dell’aeronautica militare di Pratica di Mare, il 28 maggio del 2002, furono siglati gli accordi di collaborazione che portarono alla creazione del “Consiglio NATO- RUSSIA”,[28] che da molti osservatori sono considerati il punto più alto dei rapporti fra la Federazione Russia ed i Paesi occidentali.
Un’altra decisione con ripercussioni negative per la stabilità e che di fatto ha ridimensionato la presenza europea nell’area, è stata la chiusura, il 1° luglio del 2022, della Task Force Takuba a guida francese in Mali (della quale faceva parte anche l’Italia). Lasciare il Mali nel momento in cui il Sahel sta assumendo una sempre maggiore importanza strategica per il contrasto al terrorismo e del traffico di esseri umani ed anche di armi e stupefacenti, appare decisamente in controtendenza rispetto all’accresciuto interesse della Russia (in particolare in Siria, Libia, Mali, Repubblica Centrafricana, Burkina Faso, Mozambico, Sudan e Madagascar), della Cina ed anche delle monarchie del Golfo che hanno aumentato la loro influenza e presenza negli ultimi anni.[29]
Per tale ragione il Ministro della Difesa pro-tempore, Lorenzo Guerini, il 26 luglio del 2022, aveva dichiarato alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato che “Pur nell’eccezionalità di questo contesto e dello sforzo che stiamo conducendo, ho comunque voluto definire un’area di prevalente interesse strategico, ovvero quel Mediterraneo Allargato nel quale operare necessariamente e imprescindibilmente con dispositivi multi dominio e con un approccio inter – dicastero, al fine di acquisire, mantenere e consolidare quel ruolo di potenza regionale che spetta di diritto all’Italia”.[30]
Il Ministro aveva colto l’occasione per riconfermare anche l’impegno nazionale che “vede nella guerra all’Ucraina e nelle conseguenti crisi alimentari ed energetiche, nella recrudescenza della instabilità in Libia, nei colpi di Stato in Mali e in Burkina Faso, solo alcuni dei più recenti fenomeni destabilizzanti che rischiano di compromettere gli equilibri regionali e mondiale.”[31] Il Mediterraneo allargato è diventato dunque il fulcro della politica estera e di sicurezza nazionale, tanto che il 16 luglio u.s., a conclusione di un’intensa attività diplomatica con la Tunisia, è stato siglato di Memorandum d’Intesa tra quel Paese e l’Unione europea. L’accordo ha l’obiettivo di ridurre la migrazione irregolare verso l’Italia e gli altri Stati membri, nonché di favorire lo sviluppo e la stabilizzazione macro-economica della Tunisia offrendo varie opportunità che vanno dalla transizione verde a quella digitale.[32]
Con analoghe finalità, il 23 luglio scorso, è stata organizzata la “Conferenza su Sviluppo e Migrazioni” che potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle relazioni internazionali per affrontare con politiche integrate degli esteri, della difesa, dell’intelligence, la cooperazione con i paesi di provenienza dei migranti. La conferenza, al di là di ogni giudizio politico sul reale successo, ha comunque consentito di portare nuovamente, anche per il grande numero di leaders partecipanti,[33] l’attenzione della comunità internazionale sul Mediterraneo allargato e, più in particolare sull’Africa, mentre dall’inizio dalla guerra in Ucraina, è prevalentemente concentrata più sulle emergenze sull’area ad Est che su quella a Sud dell’Europa. Inoltre, rappresenta una “rinnovata” presa di coscienza internazionale nell’approccio alla complessa problematica dell’immigrazione. Restano tuttavia sul tavolo i quesiti concernenti il modo in cui dovranno essere reperite, gestite e poi spese le ingentissime risorse finanziarie necessarie per il condiviso ed ambizioso “Processo di Roma” che “si fonda sull’idea comune che sia necessaria una risposta decisa, coerente e globale per sostenere la stabilità politica e promuovere lo sviluppo sociale ed economico, affrontando le cause profonde degli sfollamenti forzati, contribuendo in modo significativo a promuovere la migrazione legale, a prevenire e affrontare la migrazione irregolare e la tratta di esseri umani in tutta la regione mediterranea, il Medio Oriente e l’Africa, guidati dai seguenti principi: rispetto della sovranità nazionale, compreso il rispetto del diritto interno; responsabilità condivisa; solidarietà; partenariato tra pari; sicurezza e dignità dei migranti e pieno rispetto del diritto internazionale, compresi i diritti umani, il diritto umanitario e quello dei rifugiati”.[34]
l’incognita Erdogan … wikimedia commons
Infine, non si può non citare la preannunciata presentazione del “Piano Mattei per l’Africa” al prossimo “Forum Italia-Africa”, un summit intergovernativo che avrà luogo il prossimo ottobre. Secondo alcune indicazioni, il piano che è ancora in fase di definizione, dovrebbe essere incentrato su due pilastri: “fare dell’Italia l’hub europeo per l’importazione di energia attraverso il Mediterraneo, e lanciare una strategia di sostegno alla crescita e allo sviluppo sostenibile di alcune regioni del continente africano, anche con l’obiettivo dichiarato di ridurre l’arrivo di migranti in Italia.”[35].
Pertanto, si parla di un nuovo strumento sia per la cooperazione allo sviluppo che per la politica estera e di sicurezza dell’Italia in Africa che devono necessariamente procedere nella stessa direzione, nonostante abbiano obiettivi che richiedono strumenti distinti. Il punto di caduta comune sarà la capacità di intercettare e mettere al centro del progetto le concrete richieste per favorire lo sviluppo dei paesi partner africani. Quindi, sarà necessario, dopo vari fallimenti, riuscire a costruire rapporti di vera fiducia con le società e le leadership di quei Paesi, coinvolgendo anche i maggiori partner Europei dell’Italia
Fine IV parte – continua
Salvatore Ronzo
da IL MEDITERRANEO ALLARGATO: LE SFIDE SECURITARIE NELL’ATTUALE CONTESTO GEOPOLITICO ED IL RUOLO DELL’ITALIA – Salvatore Ronzo – Mediterranean Insecurity di
Note
[27] Si veda Jean C., A chi serve la Sicilia, in “L’Italia al fronte del caos”, in LIMES n. 2/2021, in https://www.limesonline.com/cartaceo/a-chi-serve-la-sicilia
[28] Si veda https://www.nato.int/cps/ic/natohq/topics_50091.htm . Consiglio permanente incentrato sui temi della sicurezza politico – militare e della cooperazione tra NATO e Federazione Russa.”
[29] Si veda Del Monte F., Appunti di geopolitica italiana: dal Neoatlantismo al Mediterraneo allargato. Il “Fronte Sud” della guerra in Ucraina, in Geopolitica.info, 07/09/2022, in https://www.geopolitica.info/neoatlantismo-mediterraneo-allargato-fronte-sud-guerra
[30] Si veda https://www.difesa.it/Primo_Piano/Pagine/Missioni-internazionali-comunicazioni-del-Ministro-Guerini.aspx
[31] Ibidem
[32] Si vedahttps://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_3887 https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_3887
[33] Si veda https://www.governo.it/it/articolo/al-la-conferenza-internazionale-su-sviluppo-e-migrazioni-impegni-e-soluzioni-condivise-il “Presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, i leader di quasi tutti gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle Istituzioni europee e delle Istituzioni finanziarie internazionali, per affrontare le emergenze e lanciare una strategia di sviluppo condivisa.”
[34] Si veda https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Conclusioni_20230723_IT.pdf
[35] Si veda anche Marengo U., Il Piano Mattei e la sfida per l’Africa tra sviluppo economico ed energetico, in Aspenia Online, 31/08/2023, in https://aspeniaonline.it/il-piano-mattei-e-la-sfida-per-lafrica-tra-sviluppo-economico-ed-energetico
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