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Meduse, abitanti del mare che suscitano sempre una certa curiosità e apprensione

tempo di lettura: 5 minuti

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livello medio  livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: meduse, cubo meduse
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Le meduse da almeno 600 milioni di anni nuotano negli oceani del mondo, colonizzando sia le acque superficiali che gli abissi degli oceani. Tuttavia, vista la loro natura, le tracce fossili sono molto rare. Questi straordinari animali, che sembrano provenire dallo spazio, appartengono al phyla Cnidaria che include meduse, coralli, penne di mare e gli anemoni di mare. Di fatto sono animali primitivi molto semplici che fondamentalmente non dispongono di cavità del corpo e veri organi.  

Fossile di Bipedalia cerinensis (ombrello con tentacoli) e cinque fossili di Paraurelia cerinensis (ombrelli senza tentacoli visibili), periodo Giurassico superiore -151 Ma) di Cerin (Ain)

Il nome Sciphozoo viene dal greco skyphos (σκύφος) ovvero calice, che ricorda la forma di questi organismi. Detti comunemente scifomeduse, esse contano circa 200 specie che presentano a volte una notevole variazione fra di esse, sia per dimensioni che morfologia. Esse vivono in tutti gli oceani, dall’artico ai caldi mari tropicali, in acqua salata ma anche in acque salmastre e dolci. Alcune specie possono essere ritrovate nel mare profondo, ma la maggior parte vive in prossimità delle acque costiere. Le meduse marine possono essere composte fino al 98% di acqua, quindi raramente se ne trovano esemplari in forma fossile.

Cotylorhiza tuberculata, nelle acque di Sant’Antioco – autore Fredski2013
Spiegeleikwal voor de westkust van Sardinië.jpg – Wikimedia Commons

Biologia
Gli Scifozoi generalmente presentano una simmetria tetramera (cioè a 2 assi) e possiedono fra l’esoderma e l’endoderma un materiale gelatinoso interno chiamato mesoglea, che fornisce alla medusa la stessa integrità strutturale di uno scheletro. Hanno le principali caratteristiche dei cnidari, ovvero presentano una simmetria radiale e sono diploblastici che, in altre parole, significa semplicemente che posseggono uno strato esterno (ectoderma) ed uno interno (endoderma). Lo strato interno, endoderma, dà origine a tessuti associati all’intestino e alle ghiandole associate, mentre lo strato esterno, l’ectoderma, dà luogo a tessuti di protezione come l’epidermide. Fra di essi abbiamo la mesoglea, una sostanza principalmente costituita da acqua, traslucida, non vivente e gelatinosa che funziona come uno scheletro idrostatico. 

Differenze strutturali tra polipo e medusa – da wikipedia

Le meduse al loro interno possiedono un anello di fibre muscolari intorno poste al bordo della campana, per cui la medusa nuota contraendosi e rilassando alternativamente questi muscoli. La periodica contrazione e rilassamento di questi muscoli spinge la medusa nel suo tipico moto attraverso la massa d’acqua, permettendogli di sfuggire alla predazione o per … catturare le prede.

Gli esemplari adulti (chiamati scifomeduse) sono meduse prive del velo caratteristico delle idromeduse e la loro simmetria raggiata non ha accenni a bilateralità. Di solito vi sono 4 raggi principali (perradi) a 90° uno dall’altro, 4 raggi secondari (interradi) a 45° con i primi, e 8 raggi terziari (adradi) alterni fra i precedenti. Il margine fra l’esombrella e la subombrella è quasi sempre lobato e ordinariamente fornito di tentacoli e di organi sensori. Alcune classi di meduse, fra le quali le scifomeduse e i cubozoi, dispongono di ropali, un organo sensoriale dotato di occhi e di una statociste. La statociste è una vescicola contenente un corpo minerale detto statolite (o statolito), vescicola che dà alla medusa il senso dell’orientamento spaziale. In altre parole i ropali, situati dentro nicchie del margine, si alternano ai tentacoli ed hanno funzione di cellule nervose; ciascuno è costituito da un tentacoletto clavato, nella cui cavità sono comprese cellule sensitive chemio-recettive, l’organo di senso statico (statocisti) e talvolta anche un fotorecettore (ocello visivo). Arriviamo alla bocca che si apre in uno stomaco, dal quale si irradiano verso l’esterno quattro diverticoli interconnessi. Il rivestimento del sistema digestivo, la gastrodermide, è dotata di nematocisti, insieme ai cnidociti che secernono gli enzimi digestivi.
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Il misterioso ciclo di vita degli scyphozoi
La maggior parte delle specie sembrano avere individui maschi e femmine separati e la riproduzione è sessuale. La fecondazione delle uova avviene nel celenteron della femmina.

Le gonadi si trovano infatti nella mucosa dello stomaco e i gameti maturi vengono espulsi nell’acqua attraverso la bocca. Dall’uovo si origina una larva ciliata che viene emessa all’esterno attraverso la bocca e, dopo una breve vita libera, si fissa per un polo al fondo marino. Si sviluppa così un piccolo polipo sessile bentonico chiamato scyphistoma. Lo scifistoma può alle volte produrne altri per gemmazione; esso e i suoi derivati crescono, perdono i tentacoli, e poi avviene la strobilazione, un processo di gemmazione che si svolge in senso trasversale rispetto all’asse principale del polipo. In pratica ogni polipo si segmenta in tanti dischi, che dapprima restano sovrapposti come su una pila di piatti, costituendo il cosiddetto strobilo. Il superiore, o primo formato, poi si stacca, si capovolge, voltando la concavità in basso, e nuota libero; gli altri faranno successivamente lo stesso. Ogni disco è una larva, detta efira. Un ciclo affascinante.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è MEDUSA-Turritopsis_dohrnii.jpg

Turritopsis dohrnii, la medusa immortale
Turritopsis dohrnii.jpg – Wikimedia Commons

Esiste una medusa, la Turritopsis dohrnii in grado di rigenerare tutto il suo corpo tornando a uno stadio più giovane del suo ciclo vitale. Sebbene un polipo possa creare molte meduse, sono tutte geneticamente identiche, rendendole in pratica dei cloni “immortali” dell’adulto originale.

C’è ancora molto da scoprire su questi animali marini e le soprese non mancheranno.

 

in anteprima una foto di Pelagia noctiluca, una medusa pelagica che nel periodo autunnale e primaverile si avvicina spesso alla costa. E’ molto comune nel Mediterraneo ma, purtroppo, i suoi tentacoli lasciano segni dolorosi – photo credit @andrea mucedola 

 

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