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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE ROMANA
PERIODO: I SECOLO a.C.
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: aforismi romani
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Il fascino limpido e potente del pensiero di Raimondo Montecuccoli, magistralmente presentato nell’edizione curata da Raimondo Luraghi, raggiunge la sua massima intensità nel Trattato di arte militare Della Guerra col Turco in Ungheria, più noto sotto il nome di Aforismi. Ciò in quanto tale opera venne scritta dal geniale condottiero italiano nella sua piena maturità, quando egli, ovunque vittorioso, aveva ampiamente dimostrato sul terreno il valore del proprio comando ed aveva già raggiunto la più alta carica in seno all’impero, essendo ormai secondo soltanto allo stesso imperatore.
Raimondo Montecuccoli, dipinto di Elias Grießler (1622-1682) – HGM Grießler Montecuccoli.jpg – Wikimedia Commons
La lettura degli Aforismi, in effetti, rivela l’incomparabile talento di “uno tra i maggiori teorici militari che l’umanità abbia mai conosciuto”[1], evidenziandone, in particolare, oltre al pregevole carattere universale ed allo spirito universalista, anche tutta la solare italianità: per il robusto retaggio della tradizione militare italiana e per la vitale linfa dell’umanesimo rinascimentale, a sua volta alimentato dall’appassionato studio della classicità romana [2].
Agli occhi d’un marinaio, tuttavia, si presenta la necessità di colmare una lacuna che il Montecuccoli, per carenza di specifiche esperienze, ha dovuto necessariamente lasciare nei suoi Aforismi pur avendovi introdotto la distinzione fra guerra marittima e terrestre, precisando altresì che i “Romani dividevano la Milizia in gente da piè, da cavallo, e da marineria” [3], egli evita qualsiasi ulteriore cenno sulla Marina. Ma se avesse voluto parlarne, per completare il suo trattato, avrebbe coerentemente iniziato dall’antica Roma.
La storia navale romana
L’idea di raccogliere una serie di aforismi navali d’ispirazione romana potrebbe apparire perlomeno bizzarra, soprattutto se si rimane troppo ancorati ai vieti pregiudizi sulla congenita idiosincrasia dei Romani per il mare. In realtà, non è inverosimile che fra i primi abitanti dei colli bagnati dal Tevere, all’altezza dell’isola Tiberina, vi fosse anche qualche pastore e qualche agricoltore, insieme ai mercanti, agli artigiani, ai battellieri ed agli avventurieri che frequentavano quel trafficato crocevia. Ma, per quanto rustica possa essere stata la primissima popolazione dell’Urbe, ammesso che lo sia mai stata, a noi interessa giudicare quanto venne fatto da tutte le generazioni successive, per oltre dodici secoli di storia.
Nell’ultra millenario svolgersi della storia navale di Roma antica [4] non vi è alcuna traccia di Romani “imbranati” per mare. Vi si trova invece una rete di traffici marittimi efficacemente organizzati, fin dalle più remote origini [5], per i rifornimenti vitali dell’Urbe ed una marina da guerra attiva e determinata perlomeno dal IV sec. a.C.; la flotta assunse delle dimensioni imponenti a partire dal secolo successivo, per sfidare e sconfiggere per mare i Cartaginesi. Da allora i Romani, con le loro flotte sempre vittoriose, hanno condotto per oltre due secoli la loro espansione oltremare, proprio per via marittima, affrontando e superando una dopo l’altra tutte le altre maggiori potenze navali del mondo classico, fino ad estendere il loro impero su tutte le isole e le sponde dell’ampio mare Mediterraneo.
Stabilita infine la pace sulla terra e sui mari, le nuove flotte imperiali permanenti garantirono stabilmente la sicurezza ed il rispetto della legalità su tutte le acque del mondo romano.
Fine I parte – continua
Domenico Carro
Note
[1] R. Luraghi, in Le opere di Raimondo Montecuccoli, vol. I, a cura di Raimondo Luraghi, Ufficio storico Stato Maggiore Esercito, Roma, 1988, p. 11
[2] Ibid, pp. 12-13, 71 e 82
[3] Le opere di Raimondo Montecuccoli, vol. III, Roma, 2000, pp. 261 e 267
[4] Ricostruzione organica in D. Carro, Classica (ovvero “Le cose della Flotta”) – Storia della Marina di Roma – Testimonianze dall’antichità, Rivista Marittima, Roma, 1992-2003 (12 vol.); sintesi in D. Carro, Roma Navale, E.S.S., Roma, 2005-06 (10 tascabili)
[5] “Roma, è utile il dichiararlo subito, fu marinara sino dai suoi umili principi di porto fluviale e di mercato di scambio”: A. V. Vecchj, Storia generale della Marina Militare, vol. I, Tipografia di Raffaello Giusti, Livorno, 1895, p. 44
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ammiraglio di divisione della Riserva della Marina Militare Italiana, dal momento del suo ritiro dal servizio attivo, assecondando la propria natura di appassionato cultore della Civiltà Romana, ha potuto dedicarsi interamente all’approfondimento dei suoi studi storiografici, nell’ambito dei quali ha pubblicato numerosi libri e saggi, creato l’interessantissimo sito ROMA AETERNA ed il foro di discussione FORVM ROMAETERNA (2001-2013), poi sostituito dall’istituzione di pagine estratte da “Roma Aeterna” nelle maggiori reti sociali, quali Linkedin, Facebook, Twitter, Youtube, Flickr, etc. Non ultimo, l’ammiraglio Carro è relatore in importanti convegni, nazionali ed internazionali sui temi della storiografia romana e della salvaguardia della cultura marittima.
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