livello elementare
.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MARINA MERCANTILE
parole chiave: RMS Titanic
La storia del R.M.S. (Royal Mail Ship) Titanic, il maestoso transatlantico affondato tragicamente il 15 Aprile 1912, incomincia con un romanzo di fantascienza: “Futility”. Lo scrittore inglese Morgan Robertson nel 1898, dodici anni prima che il Titanic fosse progettato, scrisse un romanzo 1 in cui si narrava di una nave passeggeri che, durante il viaggio inaugurale, urta un iceberg e trascina con sé oltre 1.500 persone.
il Titanic in costruzione – autore Robert John Welch (1859-1936), official photographer for Harland & Wolff
Titanic under construction.jpg – Wikimedia Commons
Nel 1910 i Cantieri Harland & Wolf di Belfast (Irlanda) impostano e costruiscono, su specifica della WHITE STAR LINE, un transatlantico uguale come dimensioni e caratteristiche alla nave di Robertson, persino lo stesso numero di eliche, lunghezza, larghezza, dislocamento e velocità. La nave di Robertson si chiamava Titan ma siccome tutte le navi della White Star Line avevano nomi che finivano con la desinenza “ic” (ADRIATIC, CELTIC, OLIMPIC, BRITANNIC, ecc.) la nuova nave non poteva che chiamarsi TITANIC.
Grazie per il tuo aiuto! Apprezziamo davvero la tua generosità per il mantenimento e supporto di OCEAN4FUTURE, il portale del Mare e della Marittimità
|
Tanto per rispettare la tradizione!
Costruire una nave uguale al Titan di Robertson e mandarla incontro agli iceberg è paradossalmente come mettere al mondo una figlia e poi chiamarla Cappuccetto Rosso per vedere se poi sarà divorata dal lupo! Nel bellissimo libro di Eathon & Haas “TITANIC – Triumph & Tragedy” sono riportate le caratteristiche delle due navi con una coincidenza di particolari a dir poco agghiacciante.
TITAN | TITANIC | |
Bandiera | Britannica | Britannica |
Data della partenza | aprile | 10 aprile 1912 |
Stazza | 70.000 t | 66.000 t |
Lunghezza | 800 piedi | 882,5 piedi |
Numero delle eliche | 3 | 3 |
Velocità massima | 24-25 nodi | 24-25 nodi |
N. massimo passeggeri ed equipaggio | 3.000 | 3.000 |
Passeggeri effettivamente a bordo | 2.000 | 2.230 |
Numero di imbarcazioni di salvataggio | 24 | 20 |
Capacità totale delle imbarcazioni | 500 persone | 1.178 persone |
Numero di paratie stagne | 19 | 15 |
Macchine motrici | Triplice espansione | Triplice espansione + 1 turbina |
Lato della nave che urta lo sperone di ghiaccio | Dritto | Dritto |
Il RMS Titanic in partenza il 10 aprile 1912 da Southampton – autore foto Francis Godolphin Osbourne Stuart (1910–1923)
RMS Titanic 3.jpg – Wikimedia Commons
Non credo nelle doti di divinazione e chiaroveggenza che vantava Robertson, credo invece nella stupidità umana, nella presunzione, nella vanagloria, nella sicumera, in tutto ciò che può inevitabilmente portare ad una tragedia annunciata.
Inaffondabile
The unsinkable ship, la nave inaffondabile: così veniva chiamato il Titanic. Era partito da Southampton per il viaggio inaugurale, destinazione New York con tappe intermedie a Cherbourg in Francia ed a Queenstown in Irlanda. Molti erano i transatlantici che solcavano i mari negli ultimi anni del secolo scorso e nei primi anni del ventesimo secolo carichi di passeggeri che viaggiavano da un continente all’altro. Erano i jumbo jet di quei tempi; cinquanta anni più tardi sarebbero stati eclissati dai vari Boeing 747, DC 10, 767 wide-body, per poi risorgere come navi da crociera. Le più grosse navi passeggeri di allora avevano una caratteristica peculiare che salta subito all’occhio di un attento osservatore: il numero dei fumaioli, generalmente quattro, mentre le navi odierne più veloci e più potenti ne hanno uno o, eccezionalmente, due. La spiegazione sta nel numero delle caldaie: le tecnologie di allora non consentivano di costruire caldaie di grande potenza per cui su una nave venivano installate molte caldaie di piccola potenza sul tipo di quelle delle locomotive a vapore.

Piano dei locali del Titanic Fonte Engineering journal: ‘The White Star liner Titanic’, vol.91. Titanic Side Plan 1911.png – Wikimedia Commons
Il Titanic ne aveva ben ventinove: ventiquattro a doppio frontale, installate nei primi cinque compartimenti, e cinque caldaie ausiliarie più piccole ad un solo frontale sistemate nell’ultimo compartimento a poppa. Da notare che sul Titanic i compartimenti caldaie erano numerati da poppa a prora quindi il N°1 era quello con le cinque caldaie ausiliarie ed il N°6 era quello con le prime quattro caldaie principali: quattro perché in quella zona lo scafo era più rastremato e, quindi, meno capiente. Va per se che tutti gli altri compartimenti avevano cinque caldaie ciascuno.
visione delle caldaie del Titanic
La nave è come l’automobile: non c’è solo l’abitacolo, c’è anche il motore, soltanto che nella nave sta nella parte inferiore e non si vede. Nelle descrizioni di navi passeggeri non si fa che parlare di saloni, appartamenti lussuosi, piscine, verande, night, casinò, ma se si vuole vedere qualcosa di veramente interessante si deve scendere in sala macchine. Sulle navi da crociera molti sono i passeggeri, uomini e donne che chiedono di visitare la sala macchine. Essi vengono inquadrati in comitive ed accompagnati da un Ufficiale, previo benestare del Direttore di Macchina; scendono nel “pozzo dei serpenti” (così chiamavano scherzosamente il nostro posto di lavoro). Tutti si interessano alla descrizione dei macchinari perché lì si trova il cuore della nave che pulsa per tutta la durata del viaggio ed anche durante la sosta in porto per assicurare i servizi essenziali. Forse anche sul Titanic qualche passeggero chiese ed ottenne di visitare la sala macchine, certo che fu un percorso più lungo di quello di una nave moderna. Lo spazio dell’apparato motore comprendeva sei compartimenti caldaie, una sala motrici alternative, un locale turbina e condensatori ed un locale generatori di corrente elettrica (turbo dinamo). Ogni locale era separato da paratie stagne con annesse porte stagne di comunicazione le quali, in caso di pericolo, venivano chiuse con un comando dal ponte.
Questa descrizione sommaria è necessaria per capire ciò che è avvenuto nell’interno della nave dove trentacinque “eroi” andarono coscientemente incontro alla morte per consentire la salvezza di molte vite umane. Ma ne parleremo nei prossimi articoli.
Renato Cerutti †
in anteprima, eliche del RMS Olympic, gemella del Titanic
Nota della redazione
1. della novella Futility, scritta da Robertson, esistono due versioni, la seconda del 1912 fu ritoccata nei dati della nave dopo l’affondamento del Titanic. Le coincidenze sono comunque sconcertanti, come si denota da questa tabella. da The Titanic – Futility – History (historyonthenet.com)
articolo precedentemente pubblicato sulla Rivista Marittima, offerto dall’Ammiraglio Fernando Cerutti, figlio dell’autore
Ti è piaciuto questo articolo? Pensa se puoi fare una piccola donazione per sostenere il nostro progetto. Sostieni OCEAN4FUTURE, il portale del Mare e della Marittimità. La donazione può essere singola o puoi decidere di renderla automatica ogni mese. Per donare in sicurezza, Clicca sul link PayPal oppure scrivici alla mail infoocean4future@gmail.com
PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
.
- autore
- ultimi articoli
Genovese, classe 1930, e successivamente anche veneto “per adozione”, dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Nautico di Genova, sezione Costruttori Navali, svolge il servizio di leva come Ufficiale di Complemento del Genio Navale, con imbarco sulla Corvetta Baionetta. Successivamente, dopo un breve periodo passato all’Ansaldo a Genova, inizia una lunga carriera come ufficiale di macchina che lo porterà ad effettuare imbarchi su varie tipologie di navi mercantili e compagnie di navigazione quali, ad esempio, Home Lines, Costa e Texaco, ricomprendo incarichi di livello sempre più elevato, fino a quello di Direttore di Macchina di varie Unità. Continuerà con tale attività, intervallata da un paio di brevi esperienze a terra, fino alla pensione. Appassionato di materie tecnologiche, soprattutto (ma non solo) quelle attinenti alla propulsione navale, ha coltivato, oltre alla passione per la marineria, anche un entusiastico interesse per l’aeronautica, quale “mancato pilota” (per motivi contingenti transitori). Da pensionato ha collaborato con l’UNUCI e la Marina Militare Italiana tramite i sui scritti nautici, come quello qui proposto, pubblicato dalla Rivista Marittima nel 1998. Renato Cerutti ci ha purtroppo lasciato nel 2020, insieme a tanti altri, con la prima “ondata” del COVID.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.