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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: PIANETA TERRA
parole chiave: biodiversità
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Ve lo ricordate? Un articolo stimolante e visionario … rileggetelo con gli occhi di oggi.
Biodiversità – Biodiversity, la chiave della nostra sopravvivenza di Pietro Minei, pubblicato su Geopolitica, sito di notizie e analisi dell’ISAG
La biodiversità è un bene unico e prezioso da custodire e tutelare. Intorno a noi tutto vive e tutto è collegato, anche l’uomo come qualsiasi altro essere vivente è parte integrante di questo insieme anche se troppo spesso se ne dimentica. Purtroppo le attività umane producono in molte occasioni un notevole impatto negativo sull’ambiente i cui effetti sono sempre più evidenti. Proprio a causa di esse, mai come in questi ultimi anni la biodiversità è stata a rischio. Si stima, infatti, che solo negli ultimi trenta anni si è ridotta di oltre il 30% con gravi perdite tra specie animali e vegetali. Oggi la perdita di biodiversità è un problema molto serio che ormai preoccupa vaste aree del pianeta dal momento che alle gravi conseguenze di valore ecologico, si aggiungono anche quelle di valore economico e sociale.
la biodiversità marina ha un valore economico incommensurabile. Dove le specie si sono estinte si sono visti nascere fenomeni di instabilità e situazioni di crisi di grande rilievo. E’ la guerra delle risorse naturali la grande sfida del terzo millennio – photo Andrea Mucedola
La perdita di biodiversità costituisce una minaccia pericolosa per le basi esistenziali dell’Uomo, per il benessere e per l’economia di una nazione. Come tutte le attività umane, anche le moderne pratiche agricole in percentuale sempre maggiore si ripercuotono negativamente sulla biodiversità.
L’evoluzione delle conoscenze umane, sebbene abbia dato vita a nuove strategie di sussistenza, ha al contempo prodotto un sistema di tipo intensivo basato su una teoria riduzionistica e meccanicistica che, permettendo uno sfruttamento illimitato del suolo e delle proprie risorse, ha generato notevoli squilibri nei cicli biologici e naturali.
Ciò, oltre a generare la perdita di preziose risorse e l’alterazione del clima, potrebbe innescare un’inesorabile reazione a catena da cui deriverebbero non solo i cambiamenti già in parte in atto, ma anche sociali, economici e culturali, ai primi in qualche misura connessi.
prateria di posidonia, un habitat marino fondamentale del Mediterraneo – photo Andrea Mucedola
Tale problema richiede particolare attenzione considerando che il settore agroalimentare è uno dei più importanti per la nostra nazione. L’Italia, infatti, è tra i Paesi leader al mondo per produzione ed esportazione di prodotti agroalimentari. Il sistema agroalimentare italiano rappresenta un fattore strategico dell’economia nazionale basti pensare che nel 2015 il valore aggiunto nell’agricoltura è stato di 33,1 miliardi di euro, il 2,3% del valore aggiunto nazionale.
Ancora oggi l’Italia è la prima nazione dell’UE per numero di prodotti Dop, Igp e Stg: per un totale di 269 prodotti. Questo primato è il risultato ottenuto grazie alla qualità dell’ambiente e dalle caratteristiche specifiche dei singoli territori sia per quanto riguarda la biodiversità che li caratterizza, sia per quanto riguarda i metodi tradizionali di produzione, infatti secondo le normative europee i prodotti DOP e IGP rappresentano l’eccellenza della produzione agroalimentare europea e sono ciascuno il frutto di una combinazione unica di fattori umani ed ambientali. Per questo motivo l’Unione Europea detta regole precise per la loro salvaguardia, prevedendo l’istituzione di appositi regimi normativi di qualità, a tutela della buona fede dei consumatori con lo scopo di dotare i produttori di strumenti concreti per identificare e promuovere prodotti aventi caratteristiche specifiche, nonché proteggerli da pratiche sleali. L’Italia grazie alla sua posizione centrale nel Mar Mediterraneo è, all’interno dell’Unione, la nazione con il più alto livello di biodiversità con circa 9.000 specie botaniche con oltre 57.000 specie segnalate (più di un terzo dell’intera fauna europea). I vertebrati costituiscono il 2,2% (1.255 specie) delle specie animali viventi allo stato selvatico all’interno del territorio italiano, con: 120 specie di mammiferi, 473 di uccelli, 58 di rettili, 38 di anfibi e 568 di pesci. In Italia esistono 24 parchi nazionali 134 parchi regionali, 30 aree marine protette, circa. 2.500 siti della Rete Natura 2000 che complessivamente occupano circa il 10% dell’intero territorio..
La biodiversità di interesse agrario offre un importante opportunità per il rilancio dell’intera economia nazionale e potrebbe rappresentare un valido strumento per proiettare l’Italia in un ruolo di nazione guida per l’intera umanità. Basti pensare che al momento l’Italia è l’unica nazione al mondo con 4.886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni e ottenuti secondo metodi tradizionali protratti nel tempo per almeno 25 anni, 282 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, e vanta, inoltre, la presenza di circa 50 mila aziende agricole biologiche.
L’Italia, dunque, dovrebbe pensare a come tutelare e garantire tale patrimonio ponendo in essere delle serie politiche di gestione e pianificazione dei territori.
Non vi è dubbio che l’incentivo alla ricerca di tipo tecnologico, di cui la Nazione possiede grandi potenzialità, potrebbe offrire una base informativa strategica per il monitoraggio di tale patrimonio nonché degli elementi che lo modificano. Ciò potrebbe fungere, inoltre, da modello da seguire e da esportare in quei luoghi del pianeta in cui la biodiversità è fortemente minacciata. E’ altresì certo che, a livello globale, la tematica sia di grande interesse e attualità a causa della preoccupazione per i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità in atto. I continui ritardi nell’applicazione di nuove politiche volte a tutelare e a conservare l’ambiente dimostrano, tuttavia, quanto sia difficoltoso trovare delle forme di sviluppo sostenibile applicabili nei singoli territori. Gli scenari che si prospettano non sono affatto rosei. La conferenza marocchina Cop 22, sulla scia di Parigi, vuole dare concreta attuazione all’Accordo sul Cambiamento Climatico, ponendo degli obiettivi più ambiziosi e capaci di rendere operativo l’accordo siglato a Parigi nel corso della Cop 21.
Certamente non sarà semplice trovare la quadra. Spetterà ai protagonisti dei nuovi equilibri geopolitici non perdere di vista le tematiche ambientali considerato che la sovranità ed il benessere di una nazione passano dalla tutela e da un adeguato utilizzo delle proprie risorse naturali.
Pietro Minei
Foto di copertina @Andrea Mucedola
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attento analista su temi di agricoltura, clima, ambiente e risorse marittime presso Vision and Global Trends
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