Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

Vediamo che tempo fa o farà

Diamo un’occhiata al tempo meteorologico

Meteo facile per tutti: vediamo che tempo fa o farà prossimamente con un insieme di link per aggiornarvi in tempo reale sulle condizioni meteorologiche locali e marine 

  Address: OCEAN4FUTURE

La Seconda guerra Punica e l’aetas transmarina

tempo di lettura: 4 minuti

.
livello elementare
.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: V – III SECOLO a.C.
AREA: MEDITERRANEO
parole chiave: Cartagine, guerre puniche

Il secondo conflitto contro i Cartaginesi, con il suo grandioso scenario che abbracciava quasi l’intero Mediterraneo, dalle coste della Spagna al mare Egeo, fu la palestra nella quale i Romani misero a punto e sfruttarono intensivamente l’altra importante funzione dei classici milites, quella relativa al loro impiego per la “proiezione di forza” dal mare sulla terraferma: colpi di mano anfibi, operazioni di sbarco anfibio e anche operazioni protratte sulla costa o nell’entroterra. Si possono in effetti citare i reiterati sbarchi compiuti dagli Scipioni (padre e zio del più celebre Scipione) sulle coste iberiche e anche le protratte operazioni terrestri che seguirono la presa della base navale punica di Carthago Nova (odierna Cartagena, Spagna) da parte del giovane Scipione, il futuro “Africano”.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Iter_Scipionis_ab_Tarraco_ad_Novam_Carthago_209_aC.png

Marcia di Scipione (il futuro africano) da Tarraco a Nova Carthago in Spagna nel 210/209 a.C.

Dopo l’espugnazione della predetta città, avvenuta con un’operazione congiunta delle legioni, da terra, e dei classici milites, dal mare, si ebbe la prova del forte spirito di corpo che già animava questi ultimi: per l’assegnazione dell’onorificenza della corona murale, che spettava al primo militare che era salito sulle mura della città nemica, essi sostennero con tale ardore la candidatura del proprio commilitone, Sesto Digizio, contro quella di un ufficiale dell’esercito, il centurione Quinto Trebellio, che Scipione ritenne preferibile assegnare il premio ad entrambi, apparentemente convinto che vi fosse stata fra di loro un’assoluta parità. Egli era stato infatti consigliato in tal senso dal comandante della flotta, Lelio, poiché sembrava evidente che le due fazioni stessero per venire alle mani.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-10-28-153341.png

In quello stesso conflitto, le altre proiezioni di forza dal mare vennero effettuate: nel Mediterraneo orientale, con numerosi sbarchi e altre azioni contro costa per neutralizzare le mosse ostili di Filippo V re di Macedonia; nel Mediterraneo centrale, per la presa navale di Siracusa e quale concorso alla riconquista di Taranto; nelle acque africane, con reiterate incursioni navali sulle coste puniche. Questi colpi di mano finalizzati a devastare le coste nemiche e a mantenere il naviglio nemico impegnato in operazioni difensive, erano già stati sperimentati dai Romani durante la prima guerra Punica, quando essi avevano compiuto delle vere e proprie azioni corsare. Nel conflitto successivo, mentre Annibale aveva esaurito le proprie capacità offensive ed effettuava azioni inconcludenti nel sud Italia, una flotta di ben cento navi da guerra e due legioni di classici milites erano state assegnate al pretore Tito Otacilio Crasso per le incursioni sulla costa nordafricana. Tale informazione, unita ad altre analoghe fornite saltuariamente da Tito Livio, fa anche capire che una legione di marina poteva essere imbarcata su una cinquantina di navi, oppure su sole 35 unità se erano tutte quinqueremi.
.
La seconda guerra Punica si concluse, com’è noto, con lo sbarco in Africa di Scipione, che doveva costringere Cartagine alla resa e all’incendio della sua flotta. Questo felice epilogo non pose certamente fine agli impegni dei classici milites, poiché il dominio del mare acquisito dai Romani in conseguenza della vittoria navale delle Egadi aveva dato l’avvio alla loro espansione oltremare.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-10-28-153439.png

Aetas transmarina

Per dare il giusto rilievo a questa nuova situazione, basta considerare che i Romani avevano impiegato i precedenti cinque secoli di ininterrotte guerre terrestri per conseguire l’annessione del Lazio e l’egemonia sull’intera Penisola, mentre lo straordinario dinamismo navale della aetas transmarina consentì loro di espandere progressivamente la propria area d’influenza, il loro controllo o il loro dominio su tutte le sponde del Mediterraneo nell’arco di soli due secoli. Si trattò infatti di un’espansione avvenuta pressoché esclusivamente per via marittima, sfruttando il dominio del mare acquisito dai Romani e sistematicamente confermato nello sconfiggere, una dopo l’altra, tutte le maggiori ed esperte potenze navali del mondo ellenistico. In questa fase fondamentale della storia della repubblica e della civiltà romana, i classici milites furono utilizzati nell’intera gamma delle funzioni per essi già efficacemente sperimentate nelle prime due guerre puniche: in battaglia navale, l’utilizzo delle armi da getto individuali e delle grandi macchine belliche imbarcate, oltre alle azioni di arrembaggio e di cattura delle navi nemiche abbordate; in operazioni contro costa, il tiro navale contro postazioni costiere nemiche, il colpo di mano anfibio o l’assalto navale per lo sbarco di forze consistenti; sulla costa e nell’entroterra, le operazioni belliche terrestri coordinate con le azioni navali. Tutti questi impegni si sono verificati, in maggiore o minor misura, nella lunga e ininterrotta serie di guerre d’oltremare susseguitesi a partire dal termine della seconda guerra Punica fino alla vittoria navale di Azio, che segnò la fine dell’ultimo grande regno ellenistico potente sul mare e l’avvio, nel Mediterraneo, del periodo della pax Augusta e dell’Impero.
Fine IV parte
Domenico Carro
.

in anteprima spoglie navali tratte dalle navi nemiche vinte, per esibirle nel trionfo: prore rostrate e rostri, aplustri, acrostoli, ancore, remi, timoni e un pennone cui è assicurato un perfetto bozzello con i relativi cavi. Bassorilievi dell’arco onorario di Orange, l’antica Arausio – foto D’Amato

estratto dal saggio Classiari – Supplemento alla Rivista marittima aprile-maggio 2024 – per gentile concessione della Rivista Marittima dedicato alla memoria del figlio Marzio, corso Indomiti, informatico visionario e socio del Mensa, prematuramente scomparso
.

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
.
PARTE I PARTE II
PARTE III PARTE IV
.
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
.

(Visited 40 times, 1 visits today)
Share

Lascia un commento

Translate:

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli di facile lettura

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli di interesse specialistico

 

Attenzione: È importante ricordare che gli articoli da noi pubblicati riflettono le opinioni e le prospettive degli autori o delle fonti citate, ma non necessariamente quelle di questo portale. E’ convinzione che la diversità di opinioni è ciò che rende il dibattito e la discussione più interessanti, aiutandoci a comprendere tutti gli aspetti della Marittimità

Chi c'é online

4 visitatori online

I più letti di oggi

I più letti di oggi

I più letti di oggi

I più letti in assoluto

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
4 visitatori online
4 ospiti, 0 membri
Complessivo: 742 alle 21-09--2018 06:47 pm
Numero max di visitatori odierni: 49 alle 12:47 am
Mese in corso: 49 alle 14-11--2024 12:47 am
Anno in corso: 711 alle 06-08--2024 02:13 pm
Share
Translate »