Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

Vediamo che tempo fa o farà

Diamo un’occhiata al tempo meteorologico

Meteo facile per tutti: vediamo che tempo fa o farà prossimamente con un insieme di link per aggiornarvi in tempo reale sulle condizioni meteorologiche locali e marine 

  Address: OCEAN4FUTURE

La macchina del mare: il meccanismo straordinario che “muove” il mare e la sua vita di Adriano Madonna – parte II

tempo di lettura: 4 minuti

.

livello elementare

.

ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: parametri fisici
.
L’aloclino

Come accade per la temperatura, anche in merito alla salinità si possono osservare dei mutamenti drastici di valori a certe profondità, che prendono il nome di aloclini. Anche il Mediterraneo presenta differenze di salinità in funzione delle varie zone. Ovviamente, in prossimità della costa la salinità è più bassa poiché le acque marine vengono diluite dagli scarichi d’acqua dolce provenienti dalla terraferma (centri urbani, campagne, industrie, fiumi ecc.). Come abbiamo detto, la salinità media del Mediterraneo è circa 38.2, con un’oscillazione da 37.7 a 38.5. Questi sono i valori in superficie, che cambiano procedendo verso il fondo. In particolare, diminuisce il range, che si contrae verso i 1.400 metri su un valore costante intorno a 39: in profondità, infatti, l’acqua di mare è più salata rispetto agli strati superficiali, quindi è anche più densa e non solo perché più salata, ma anche perché più fredda.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Arctic_sea_temperature_salinity_plot.svg.png

rappresentazione grafica dei dati di temperatura e salinità da un punto dell’Oceano Artico (gennaio 2010) come esempio del modello di salinità aloclina artica – Fonte U.S. National Oceanographic Data Center: Global Temperature–Salinity Profile Programme, U.S. Department of Commerce, National Oceanic and Atmospheric Administration, National Oceanographic Data Center, Silver Spring, Maryland Arctic sea temperature salinity plot.svg – Wikimedia Commons

Non dimentichiamo, infatti, che gli strati d’acqua più densi sono più pesanti di quelli meno densi e si trovano verso il fondo (i più leggeri “galleggiano” sopra quelli più pesanti). È un po’ come mettere in uno stesso contenitore olio e acqua: l’olio, più leggero, sta sopra e l’acqua sotto. Mentre gli organismi vegetali vengono definiti autotrofi perché producono il proprio nutrimento grazie alla fotosintesi, gli organismi animali sono invece eterotrofi poiché costruiscono la propria sostanza organica assumendone altra dall’esterno (il cibo).

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è facebook-DSC_8237-.jpg

ricercatori scientifici subacquei raccolgono dati presso una prateria di Posidonia oceanica (isola di Tavolara) – photo credit andrea mucedola

E ancora la luce

Dopo avere osservato a grandi linee com’è organizzata la colonna d’acqua del mare, ritorniamo alla luce del sole che arriva sul nostro pianeta. Diciamo subito che essa viene impiegata in queste proporzioni: il 42% riscalda la superficie terrestre, il 23% è impiegato dalla evaporazione dell’acqua, l’1% è preposto alla formazione dei venti e lo 0.023% viene sfruttato dal processo della fotosintesi clorofilliana. Viene spontaneo considerare che la fotosintesi, uno dei più grandi fenomeni naturali del nostro pianeta, che in un anno produce circa 750 miliardi di tonnellate di glucosio, impiega una percentuale di energia abbastanza esigua. Ciò significa due cose: la quantità di energia emanata dal sole è immensa e i sistemi foto sintetizzanti degli organismi preposti alla trasformazione dell’energia luminosa in energia chimica sono talmente funzionali e “ben fatti” da necessitare di poco carburante.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC01204-1024x768.jpg

la vita nel mare – photo credit andrea mucedola

Dopo i primi 50 centimetri di profondità la radiazione incidente della luce solare si riduce più o meno del 50% e a 100-150 metri (dipende dal livello di trasparenza dell’acqua) ne giunge solo l’1%. In base alla penetrazione della luce, la colonna d’acqua si divide in tre zone: la zona eufotica, dove la luce arriva almeno con l’1% dell’irradianza, la zona disfotica, con un’irradianza di meno dell’1%, e la zona afotica, dove non giunge nemmeno la più piccola quantità di luce. La diminuzione della quantità di luce sott’acqua avviene a causa di due fenomeni: l’assorbimento e la diffusione. L’assorbimento è la trasformazione dell’energia luminosa in energia termica e in energia chimica da parte del fitoplancton, la diffusione è la deviazione dei fotoni per riflessione da parte delle particelle solide (organiche e inorganiche) presenti sott’acqua. Quanto più sono grandi queste particelle, tanto più forte è la diffusione. Una grande quantità di particelle, invece, influenza sia l’assorbimento sia la diffusione.
Ovviamente, la zona eufotica è il regno del fitoplancton, che necessita di luce per effettuare la fotosintesi. Più in profondità, nella zona disfotica, il fitoplancton è assente proprio perché, per quanto riguarda gli organismi autotrofi, “senza luce non si mangia!”. Infine, per gli addetti ai lavori aggiungiamo che la riduzione di luce in funzione della profondità è espressa dalla seguente equazione: Ez= E0e-Kz dove Ez è l’irradianza a z metri di profondità, E0 è la radiazione incidente in superficie, K è il coefficiente di estinzione verticale espresso in m-1, e è la base dei logaritmi naturali (2,71828 … il famoso numero di Nepero). Tutto questo e tanto, tanto altro ancora avviene nel pianeta acqua e tutto ciò è il meccanismo immenso che a ragion veduta possiamo definire la grande macchina del mare.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è prof-adriano-madonna.webpProf. Adriano Madonna
biologo marino, EClab, Laboratorio di Endocrinologia Comparata dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
.

articolo originariamente pubblicato su La Marea – per gentile concessione dott. Francesco Fontana La macchina del mare – SIMSI

 

 

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
.

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

PARTE I PARTE II
.

(Visited 55 times, 1 visits today)
Share

Lascia un commento

Translate:

Come scegliere e usare gli articoli

Ogni articolo ha un’etichetta colorata che indica il livello di difficoltà di lettura. Con il VERDE (elementare) si identificano articoli di facile comprensione, l’ARANCIONE (medio) per letture che necessitano conoscenze pregresse nell’argomento specifico, e ROSSO (difficile) sono articoli specialistici dedicati a ricercatori e scienziati.

Se non esplicitamente menzionato, gli articoli ed i materiali pubblicati sul sito OCEAN4FUTURE possono essere riprodotti ad uso esclusivamente didattico a condizione che sia sempre citata l’origine e il nome dell’Autore che resta sempre proprietario degli stessi (copyright) e a cui deve essere sempre espressamente richiesto l’utilizzo prima della loro riproduzione. Violazioni del copyright possono essere perseguite ai sensi della legge vigente

Chi c'é online

5 visitatori online

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
5 visitatori online
5 ospiti, 0 membri
Complessivo: 742 alle 21-09--2018 06:47 pm
Numero max di visitatori odierni: 15 alle 12:39 am
Mese in corso: 157 alle 05-12--2024 03:47 pm
Anno in corso: 711 alle 06-08--2024 02:13 pm
Share
Traduci l'articolo nella tua lingua