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Pensieri dal Diario di bordo di Nave Vespucci: storie e curiosità lungo la rotta per Doha (Qatar): 11 – 17 dicembre 2024

tempo di lettura: 11 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: SCIENZE DEL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Nave Amerigo Vespucci, Marina Militare
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mercoledì 11 dicembre 2024
Nave Amerigo Vespucci sta dirigendo verso Doha, navigando “parallelamente” alla costa della Provincia pachistana del Balochistan. Sulla sua dritta incrocerà presto il traffico mercantile proveniente da Ormara, un importante  porto nella regione costiera di Makran che si trova a circa  220 miglia a ovest di Karachi e 140 miglia a est di Gwadar nel Mar Arabico. Il porto di Ormara è molto antico e fu menzionato nel Periplo del Mare Eritreo come Oraea. Storicamente Alessandro Magno vi soggiornò con il suo esercito per alcuni giorni durante il viaggio di ritorno dalla regione dell’Indo nel 400 a.C. ed il suo nome deriva da Ormoz, uno dei valorosi generali di Alessandro che vi morì. Crocevia per secoli di traffici mercantili, subendo non pochi assedi e razzie, oggi è sede della base navale della Marina pachistana di Jinnah che, dalla sua creazione, ha dato un impulso economico alla città, favorendo favorito la crescita di posti di lavoro per la gente del posto. La sua popolazione è oggi di circa quarantamila persone che hanno mantenuto uno stile di vita tradizionale principalmente basato sulla pesca che è ancora la fonte maggiore di guadagno.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-12-08-093411.pnggiovedì 12 dicembre 2024 

Nave Amerigo Vespucci sta dirigendo verso Occidente, “parallelamente” alla costa della Provincia pachistana del Balochistan. In quelle acque, non è escluso incontrare moderne unità militari pachistane dislocate nella base di Jinnah, realizzata da un consorzio turco-belga e consegnata ufficialmente alla Marina pachistana il 22 giugno 2000. 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-12-08-100524.pngLa base navale della marina pachistana di Jinnah può fornire strutture di attracco per 8 navi da guerra e 4 sottomarini diesel-elettrici (SSK) ed è in continuo ammodernamento. Al suo interno è stato istituito il Cadet College Ormara per formare i futuri ufficiali della marina pachistana. Ricordo che il ruolo principale della Marina pakistana è quello di difendere le frontiere marittime del Pakistan da qualsiasi attacco nemico esterno, per condurre operazioni di soccorso umanitario e per partecipare a task force multinazionali su mandato delle Nazioni Unite per prevenire il terrorismo e la pirateria al largo delle coste dell’oceano Indiano (fa parte del CMF). La marina pachistana possiede moderne unità navali e sommergibili e diverse componenti operative tra cui un’aviazione navale, un corpo di Marine ed una attiva ed efficiente Maritime Security Agency (guardia costiera).

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la moderna fregata F-22P (251) Zulfiquar a Port Klang, Malaysia, 2009 Source, Autore Mak Hon Keong
F-22P PNS Zulfiquar.JPG – Wikimedia Commons

Continua la navigazione verso occidente … il traffico mercantile si sta intensificando con l’approssimarsi allo stretto di Hormuz, la via di accesso al Golfo Persico considerata un choke point cruciale per l’economia globale. Le petroliere che lo attraversano trasportano circa 17 milioni di barili di petrolio al giorno, circa un terzo di tutto il petrolio scambiato via mare a livello globale, navigando in un apparentemente largo braccio di mare. Per ridurre il rischio di collisione, i mercantili seguono uno schema di separazione del traffico (TSS), seguendo due corsie (una in entrata ed una in uscita) della larghezza ognuna di due miglia, separate da una zona “mediana” anch’essa larga due miglia. Lo stretto di Hormuz è fondamentale anche per il trasporto di gas naturale liquefatto, in particolare quello proveniente dal Qatar che è uno dei maggiori produttore dell’area grazie ai ricchissimi giacimenti di North West Dome, i più grandi depositi del mondo non associati al petrolio.

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Lo Stretto di Hormuz è dal punto di vista geografico molto complesso; ampio circa 233.000 km², lungo circa 800 km e largo tra 80 e 120 km, tra secche e isole (talvolta temporanee) di sabbia, le navi di passaggio sono costrette ad instradamenti che le portano molto vicine alle acque territoriali iraniane che offrono maggiori profondità. Questo garantisce di fatto alla Repubblica Islamica dell’Iran un effettivo controllo del transito che vede il passaggio di oltre 17 milioni di barili di petrolio al giorno verso l’Asia (soprattutto Cina e Giappone) e, attraverso il Mar Rosso verso il Mar Mediterraneo … praticamente il 20% del flusso mondiale, con una media di 14 petroliere al giorno.

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sabato 14 dicembre 2024
Nave Vespucci prosegue la sua navigazione nel Golfo. Sebbene storicamente questo grande bacino idrico sia conosciuto come Golfo Persico, negli anni 1960, con l’emergere del panarabismo, alcuni governi arabi incominciarono a chiamarlo “Golfo Arabico” (in arabo الخليج العربي‎, Al-Khalīj al-Arabī) o semplicemente “Il Golfo“, dizione che viene usata largamente nella documentazione internazionale in riferimento ai suoi Paesi (Paesi del Golfo). Ad oggi nessuno dei due termini è riconosciuto a livello internazionale e, come mi suggerì un diplomatico arabo, il termine Golfo “basta e avanza” per non suscitare sensibilità geopolitiche. Sempre per rimanere sul lato geopolitico, escluso l’Iran, vi si affacciano sette Stati arabi (Bahrein, Kuwait, Iraq, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU)), di cui tutti, eccetto l’Iraq, fanno parte del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC). Ovviamente essi preferiscono usare il termine “Golfo Arabico”.

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La costa del Golfo Persico costeggia sette paesi arabi sulle sue coste occidentali e l’Iran a est. La penisola di Musandam dell’Oman incontra il Golfo Persico nello Stretto di Hormuz
Arab Gulf States english.png – Wikimedia Commons

La storia recente ci ha fatto conoscere quest’area tormentata dove in questi ultimi decenni si sono susseguiti molto conflitti sanguinosi che hanno ferito le popolazioni. Tra di essi lo Shatt al-‘Arab (tradotto dall’ arabo, sponda degli Arabi) posto nella parte nord occidentale del Golfo; si tratta di un grande fiume formato dalla foce congiunta del Tigri e dell’Eufrate che, avendo assunto nel tempo un’importanza strategica per il traffico petrolifico della regione, è stato da sempre teatro di conflitti tra l’Iraq e l’Iran. Costeggiando il Golfo verso est si doppia Capo Musandam (Oman) dove si raggiunge la massima profondità (180 metri) per poi entrare in uscita nel golfo di Oman e quindi nell’Oceano Indiano. Restando all’interno del Golfo le profondità sono meno profonde, nascondendo in alcune zone pericoli per la navigazione per i resti di barriere coralline che possono arrivare anche a dieci metri dalla superficie.

domenica 15 dicembre 2024

Nave Amerigo Vespucci, grazie ai venti favorevoli, è ormai in prossimità di Doha dove entrerà fra poco ore ricongiungendosi con il Villaggio Italia che abbiamo già conosciuto in altri articoli. L’arrivo del Vespucci e l’apertura del Villaggio Italia sono due eventi fortemente voluti che si inseriscono nell’intensa relazione bilaterale tra Italia e Qatar che negli ultimi anni si è rafforzata grazie ad un costante dialogo istituzionale. Sono state infatti tre le visite in Italia dell’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad al Thani (tra il 2016 e il 2023) e in Qatar del Presidente della Repubblica italiana  Sergio Mattarella (2020). Non ultima, nel settembre 2023, la recente visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che si è recata a Doha per incontrare l’Emiro seguita da una nuova visita di Stato, del Presidente della Repubblica durante la quale era stata annunciata all’Emiro l’arrivo a Doha di nave Amerigo Vespucci, nella concomitanza delle celebrazioni della Festa Nazionale del Qatar, il 18 dicembre 2024. Un segnale tangibile del profondo legame che lega le due Nazioni, testimonianza dei crescenti legami in ambito politico e diplomatico, economico, di sicurezza e difesa, culturale, scientifico, sportivo che le uniscono.

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Una visione serale di Doha con sullo sfondo gli incredibili sfavillanti grattacieli
Doha.jpg – Wikimedia Commons

Ora qualche notizia su Doha, una città cosmopolita e proiettata nel futuro che sorprende per la sua modernità che convive armoniosamente con la sua antica tradizione. Un numero sempre maggiore di investitori stranieri, grazie alle numerose opportunità disponibili in vari settori, l’ha scelta come residenza rendendola un hub internazionale in diversi campi che vanno dalle comunicazioni (Al Jazeera) al turismo con hotel di lusso, dall’educazione (con diverse eccellenti università) al mondo dei trasporti. Da non perdere per i visitatori la visita al Museo delle Arti Islamiche, un tour nell’affollato quartiere di West Bay ed una passeggiata lungo la sfavillante Corniche. Non lontano della centro città belle spiagge e lussuosi e ricercati ristoranti che offrono cucine per tutti i gusti.

lunedì 16 dicembre 2024

Proseguono le attività diplomatiche e culturali al Villaggio Italia, mentre il Vespucci è oggetto come sempre di nutrite visite. Gli scambi culturali affrontano numerose tematiche di interesse comune di un Paese di grande interesse per l’Italia. Val la pena di ricordare la lunga storia marittima di questa regione marittima che il Vespucci ha attraversato nella sua rotta verso Doha. Lungo le rotte percorse in questi ultimi giorni dal Vespucci, nei secoli numerose navi mercantili trasportavano merci pregiate verso il Bahrain, vero hub commerciale da millenni che collegava il mare con le rotte terrestri fino al Mediterraneo. Navi mercantili ma anche militari come quelle di Nearco, comandante della Flotta di Alessandro Magno, la cui impresa fu descritta da Arriano nell’Anabasi di Alessandro. Durante il trasporto delle truppe, nel 324-323 a.C., Androstene di Taso riportò preziose informazioni sulla flora e la fauna consentendo di compilare portolani preziosi per i naviganti dell’epoca. In seguito, nell’epoca seleucide, la regione fu soggetta all’influenza persiano-ellenistica che perdurò fino all’arrivo dei Romani, nel II secolo d.C., quando l’imperatore Traiano discese il fiume Tigri fino al mare. In epoca islamica il Golfo conobbe una fase di grande sviluppo durante il Califfato Abbaside, che sviluppò il grande porto di Bassora. Seguì un periodo di decadenza (dall’VIII all’ IX secolo) causato dalla rivolta degli schiavi africani che lavoravano nelle piantagioni del sud della Mesopotamia ed alla nascita, all’interno dell’islamismo di diverse sette in lotta fra loro (ne riparleremo). Nel 1507 l’ammiraglio portoghese Alfonso de Albuquerque assediò l’isola di Jarūn, che prese poi il nome di un’antica città commerciale della costa, Hormuz, e conquistò la ricca città di Manama (Bahrain) (1521) e Bassora (1529). Questo espansionismo occidentale indusse l’Impero ottomano, che già si estendeva dall’Egitto alla Siria fino all’Arabia occidentale, ad allungare il suo dominio anche ai Paesi del Golfo. Solimano il Magnifico prese Bassora nel 1538 e poi si spinse più a sud lungo la costa occidentale dell’Arabia. Nel XVIII secolo le grandi compagnie di navigazione commerciali occidentali si spinsero nel Golfo per organizzare i loro commerci e, non a caso, incominciò a diffondersi il fenomeno della pirateria al punto che la costa degli attuali Emirati Arabi Uniti divenne nota come la Costa dei Pirati. I numerosi attacchi misero in crisi la sicurezza marittima dell’epoca e, nel 1820, fu intrapresa una spedizione navale britannica per addivenire ad una tregua con tutti gli sceicchi locali che la favorivano. Durante la prima guerra mondiale la regione rimase sotto il dominio inglese contro l’Impero Ottomano fino a quando, negli anni ’20, fu scoperto il petrolio, prima in Bahrein e poi in Arabia Saudita e Kuwait. Gli Sceiccati dovettero aspettare però la fine della seconda guerra mondiale per ottenere la piena indipendenza politica e ed economica dal controllo britannico. Non ultimo, il 25 maggio 1981, nel periodo di guerre Iran-Iraq, su impulso dell’Arabia Saudita e sostegno degli Stati Uniti, le sei monarchie sunnite del Golfo (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU)) dettero origine al Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) con sede a Riad.

martedì 17 dicembre 2024

Continuano le visite della popolazione a bordo di nave Vespucci dando la possibilità di conoscere un mondo affascinante e poco noto con i quale abbiamo legami storici e culturali che hanno lasciato tracce nella cultura della penisola italica per secoli. Comprendere il mondo arabo non è semplice in quanto vi sono molti distingui tra lo Sham, il Levante, ed il Maghreb, il Ponente, più vicino geograficamente alla penisola italica. Uno degli elementi meno noti che influenzano profondamente la cultura araba è l’Islam,  una delle più importanti religioni monoteistiche, che viene erroneamente considerata come un monolite unitario. In realtà l’Islamismo si suddivide in numerose sette che hanno condizionato nei secoli e tutt’oggi la Storia dei Paesi arabi. La divisione tra le sue due sette principali (Sunnismo e Sciismo) risale a circa 1.400 anni fa ovvero nel 632 d.C, data della morte del Profeta Muhammad (Maometto), leader della fede islamica da lui introdotta. Dopo la sua morte, una parte dei seguaci del Profeta accettarono l’elezione di Abu Bakr come suo successore (califfo) altri ritennero che l’autorità dovesse passare ad Hussein (Al-Ḥusayn ibn ʿAlī ibn Abī Ṭālib, nipote di Muhammad. Non a caso questi ultimi vennero definiti Sciti (dall’arabo shīʿat ʿAlī” – fazione di Alī). Nel 681, Hussein guidò un gruppo di seguaci dalla Mecca a Kufa (nell’attuale Iraq) per affrontare il califfo Yazid della dinastia degli Ummayad;  nella battaglia di Karbala la fazione di Ali venne fermata dall’esercito sunnita e Hussein venne ucciso e decapitato. La sua morte divenne il perno centrale della tradizione sciita, e viene ancora commemorata dagli Sciti il giorno della Ashura, la data più solenne del calendario religioso sciita. Senza approfondire i vari episodi che nei secoli accentuarono la divisione tra Sciti e Sunniti, i dolorosi conflitti recenti, come la guerra civile in Siria, Libano, Iran, Iraq, Yemen e altrove, con episodi violenti di terrorismo da entrambe le parti da parte di frange estremiste, sono solo apparentemente legati a questa suddivisione e trovano ragioni ben oltre le divisioni religiose ma vanno ricercati nella ricerca degli attori maggiori della Regione per guadagnare smaggiore l’influenza politica ed economica nel Medio Oriente e nelle regioni circostanti. 

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disegno riassuntivo delle principali differenze storiche da https://ilmusulmano.it/quali-sono-le-differenze-tra-sunniti-e-sciiti

martedì 17 dicembre 2024

Almeno l’85% dei musulmani nel mondo è sunnita e i Sunniti sono la maggioranza in Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Yemen, Pakistan, Indonesia, Turchia, Algeria, Marocco e Tunisia. Gli Sciiti sono invece la maggioranza in Iran e Iraq con discrete comunità in Yemen, Bahrein, Siria, Libano e Azerbaigian. Premesso quanto sopra, entrambi venerano Allah come Dio e credono che Muhammad sia il suo Profeta. Sciiti e Sunniti condividono i principi fondamentali della fede islamica, seguendo il Corano, così come gli Hadith (racconti di valore giuridico e religioso, spesso collegati alla vita e alle opere del Profeta) e la Sunnah (insieme delle norme comportamentali essenziali del pensiero giuridico, etico e sociale della Comunità ricavate non dal Corano ma dalla condotta in vita di Maometto, che vengono proposte ai fedeli come modello).

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mappa di distribuzione delle diverse sette secondarie all’interno del mondo Scita e Sunnita da https://ilmusulmano.it/quali-sono-le-differenze-tra-sunniti-e-sciiti

Inoltre, tutti i musulmani aderiscono ai 5 pilastri dell’Islam: shahādah (testimonianza di fede: «Testimonio che non c’è divinità se non Allāh e testimonio che Muhammad è il Suo Messaggero.»), ṣalāt  (preghiera), zakāt (che consiste nel pagare una quota della propria ricchezza a beneficiari specificamente stabiliti), ṣawm (l’obbligo dl digiuno che ogni musulmano pubere e in buone condizioni psicofisiche di compiere dal primo sorgere apparente del Sole al momento del suo totale tramonto durante l’arco dei 30 giorni del mese lunare del Ramadan), e l’Hajj (il pellegrinaggio alla Mecca che deve essere compiuto almeno una volta nella vita da tutti i musulmani adulti, fisicamente e finanziariamente in grado di intraprendere il viaggio e di sostenere la propria famiglia durante la loro assenza da casa). Va compreso che nella galassia del mondo sunnita e scita, come in altre religioni monoteistiche, ci sono diverse visioni, sommariamente riassunte nella mappa; differenze di interpretazione che hanno portato nei secoli a correnti più o meno conservatrici che nel primo caso sono state associate alle espressioni più radicali del fondamentalismo islamico. Il problema di base è che nell’Islam, per la mancanza di una Chiesa docente, il fedele musulmano può dare un’interpretazione personale dei testi sacri e, in alcuni casi le sette più “radicali” hanno fornito ai fedeli una loro re-interpretazione della Tradizione islamica, ripudiando il “moderatismo delle gerarchie religiose”, a volte accusate di essere complici del potere costituito, complice dell’Occidente infedele che li favorirebbe.

In sintesi, l’Islam ha diverse sfumature, come d’altronde il mondo cristiano ed ebraico, per cui non va demonizzato a priori ma conosciuto. Di fatto l’estremismo è un fenomeno che coinvolge ogni religione, ed è presente anche nei paesi più moderni e democratici occidentali dove ha assunto talvolta connotazioni preoccupanti (ad esempio l’estremismo evangelico negli Stati Uniti). Ognuno deve essere libero di seguire il proprio credo, rispettando le regole locali, e nessuno deve rinunciare alle proprie tradizioni religiose temendo di poter offendere l’altrui; rispetto non deve quindi significare rinuncia nei nostri principi ma comprendere che la tolleranza reciproca può aiutarci tutti a convivere in un mondo sempre più complesso. Per ulteriori approfondimenti sull’Islam suggerisco la lettura di questo link.

Andrea Mucedola


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foto di nave Vespucci per gentile concessione UPICOM – si ringrazia l’STV Alessandro Cazzato PAO (Public Affairs Office) di nave Amerigo Vespucci per le cortesi e puntuali informazioni da bordo

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