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I principales, la spina dorsale della marina imperiale romana

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE ROMANA
PERIODO: EPOCA IMPERIALE
AREA: MARE NOSTRUM
parole chiave: principales, sottufficiali
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Fra gli ufficiali superiori e i militari semplici vi era il complesso mondo dei principales, che corrispondeva, grosso modo, in alcuni casi ai nostri ufficiali subalterni e più spesso ai nostri marescialli o ai sergenti. Le scarse informazioni di cui disponiamo non consentono di stabilirne né l’ordine gerarchico, né i relativi percorsi di carriera. Per alcune categorie si conosce, per contro, l’assegnazione ad uno dei tre livelli di stipendio, che corrispondono evidentemente all’importanza del ruolo ricoperto. In particolare, oltre alla grande maggioranza di coloro che ricevevano la paga semplice (simplares), vi erano alcuni definiti sesquiplicarii, che percepivano l’equivalente di una paga e mezzo, e altri chiamati duplicarii, cui era attribuito uno stipendio pari al doppio di quello dei simplares.

Le categorie dei principales erano molto numerose ed erano in parte in comune con analoghe categorie presenti presso le legioni dell’esercito romano (ovviamente per le funzioni non specificamente navali). Dall’elevata quantità di specializzazioni traspare la rilevante complessità dell’organizzazione degli equipaggi navali e la grande diversificazione delle competenze richieste ai sottufficiali. Conosciamo varie denominazioni delle categorie dei principales della flotta, alcune dalle fonti letterarie antiche e molte di più dall’epigrafia ma solo per alcune di esse è noto il livello retributivo.

Nell’elencazione che segue è stata seguita la stessa suddivisione per funzioni adottata da uno dei più autorevoli studi di questo settore. All’interno di ciascuna funzione, l’elenco viene redatto per fasce di stipendio (nella terza fascia vi sono sia i simplares sia quelli per i quali non sia hanno informazioni sullo stipendio) e in ordine alfabetico.

Nell’ambito delle funzioni degli stati maggiori dei comandi della flotta e delle singole navi, sono note le seguenti specializzazioni. Fra i duplicarii:

signifer portava il signum della nave o della flotta
cornicularius aiutante, segretario
tesserarius comunicava ordini e parola d’ordine
beneficiarius classiario privilegiato
evocatus veterano richiamato in servizio
Fra i sesquiplicarii:
librarius furiere segretario
adiutor, exactus, exceptor, scribe e secutor tutti equivalenti a furieri con diversi incarichi
praeco araldo
scenicus e vestiarius ordinanze
vexillarius alfiere
coronarius e victimarius entrambi con incarichi a carattere religioso
strator  scudiero , in base ad un’errata ricostruzione di una lacunosa iscrizione in greco

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Per le funzioni navali a carattere prettamente nautico e marinaresco, sono note le seguenti specializzazioni, le cui prime tre erano sicuramente a livello duplicarii (e verosimilmente anche la quarta):

gubernator che, stando a poppa, aveva la direzione della navigazione, come il “piloto” del passato o l’odierno ufficiale di manovra, reggendo lui stesso la barra del doppio timone della nave, oppure, sulle navi maggiori, lasciando tale compito ad un suo assistente

proreta controllava la situazione a prora, fornendo assistenza al governo della nave con appropriate segnalazioni degli avvistamenti, di eventuali pericoli e di ogni altro imprevisto di natura nautica o meteomarina

velarius era responsabile della manovra delle vele e della loro regolazione nel corso delle navigazioni di trasferimento

celeusta, detto anche pausarius, portisculus, pitulus oppure hortator, era colui che dava gli ordini ai rematori e stabiliva il ritmo della voga durante i periodi di navigazione a remi o per le manovre ed evoluzioni necessarie nelle azioni tattiche(ad esempio, nel corso di un combattimento navale o per abbordare un’altra nave).

Per le funzioni navali a carattere militare, è noto un solo incarico a livello duplicarii – l’optio – mentre gli altri sono simplares o non specificati. Optio era un titolo esistente anche nell’esercito: in quell’ambito era l’aiutante o luogotenente del centurione. A bordo di una nave, egli dovrebbe aver ricoperto un’analoga posizione nei confronti del comandante, essendo il più alto in grado degli addetti a compiti prettamente militari.
Al di sotto di lui troviamo, in particolare: un suboptio, candidato a proseguire la carriera come optio; un armorum custos, detto anche armicustos, responsabile dell’armeria di bordo e dell’efficienza delle relative armi; un nauphylax, responsabile della custodia della nave (da guerra o mercantile), quando gli ufficiali e parte dell’equipaggio erano a terra. Va citato, inoltre, anche il nonagenarius, che conosciamo da una sola iscrizione e la cui denominazione indica che egli comandava un reparto di 90 uomini.

Infine, nell’ambito delle funzioni tecniche, sono note le seguenti specializzazioni. Per la parte relativa al genio navale, vi era innanzi tutti il faber navalis, incluso fra i duplicarii, costruttore navale e ovviamente competente per le manutenzioni e riparazioni dello scafo; vi erano altresì le cariche di architectus (per la costruzione, anche di opere marittime), dolabrarius (mastro d’ascia), naupegus aupiciarius (addetto ala calafataggio), caementarius (muratore), e l’ergodota (forse un caposquadra).

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Faber navalis Publio Longidieno (I sec.), ritratto nel suo cantiere). Particolare della stele funeraria di famiglia, esposta nel Museo Classis Ravenna (foto R. D’Amato).

Nel campo sanitario, vi erano gli incarichi di medicus, a livello dei duplicarii, presente su ogni nave, nonché di subunctor e strigilarius, entrambi noti da una sola epigrafe a testa: poiché erano imbarcati, probabilmente svolgevano a bordo delle funzioni da terapisti.

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da sinistra in alto:  suonatore di corno ritratto su di un bassorilievo proveniente da Osuna (antica colonia romana Urso, nella provincia Betica) e conservato nel Museo Arqueológico Nacional di Madrid (foto M. Hermoso Cuesta  con licenza CC BY-SA 4.0); suonatore di tuba, da un particolare di fregio su un bassorilievo di Ostia Antica (foto R. D’Amato) e suonatori di buccina rappresentati nella Scena XLI della Colonna Traiana (foto Wikimedia Commons nel pubblico dominio).

Nel campo musicale, vi erano i ben noti suonatori di strumenti a fiato utilizzati sulle navi (come anche dall’esercito) per l’invio di segnali acustici con ordini o informazioni: cornicines (suonatori di corno), i
tubicines (suonatori di tuba: una tromba dritta) e i bucinatores (suonatori di buccina, lungo strumento a fiato, ricurvo, di bronzo); i primi erano duplicarii, e probabilmente anche gli altri; è noto inoltre un symphoniacus, da una sola iscrizione, probabile suonatore di flauto, la cui carica presto cadde in desuetudine.

Oltre a tutti i predetti principales, che erano sicuramente esentati dai lavori più pesanti, potevano godere di questo stesso privilegio anche alcuni classiari semplici cui era stato conferito lo status di immunes. Sappiamo infatti da Tarrutenio Paterno che avevano diritto a tale immunità anche i ballistarii (addetti alle baliste e alle altre macchine da guerra imbarcate) e i sagittarii (arcieri), ovvero i classiari da cui dipendeva direttamente la potenza di fuoco di ogni nave da guerra. Va infine considerata la peculiarità degli uomini che, essendo particolarmente abili nel nuoto sott’acqua, furono impiegati per effettuare operazioni occulte, talvolta contro il naviglio avversario all’ormeggio, altre volte per rimuovere ostacoli subacquei all’approdo, oppure per recapitare messaggi eludendo la sorveglianza nemica. In latino i sommozzatori erano chiamati urinatores.

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Bassorilievo ad Ostia antica che ritrae l’aruspice C. Fulvius Savlis; 80 a.C. circa. Sulla destra sono raffigurati sei sommozzatori che con un’imbracatura raccolgono dal fondo una statua di Ercole; Museo di Ostia antica – da Esplorazioni subacquee nell’antichità | Francesca Dominici – Academia.edu

Ne conosciamo il loro impiego in ambito civile, poiché erano particolarmente presenti nei due porti di Roma – quello fluviale, nell’Urbe, e quello marittimo ad Ostia – ove provvedevano al recupero delle merci cadute in acqua e costituivano due rispettabili corporazioni. In ambito militare, è del tutto probabile che dei classiari venissero specificamente addestrati alle attività subacquee, costituendo pertanto un’ulteriore specialità – verosimilmente a livello dei principales –, ma purtroppo non ne abbiamo finora alcun riscontro.
Fine III parte – continua
Domenico Carro
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estratto dal saggio Classiari di Domenico Carro – Supplemento alla Rivista marittima aprile-maggio 2024 – per gentile concessione della Rivista Marittima, dedicato alla memoria del figlio Marzio, corso Indomiti, informatico visionario e socio del Mensa, prematuramente scomparso
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