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Ricompense e punizioni nell’ambito della flotta romana

tempo di lettura: 3 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE ROMANA
PERIODO: IMPERIALE ROMANO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Flotta romana
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Fra le ricompense, la maggiore e più prestigiosa delle onorificenze per il personale delle flotte era la corona navalis, detta anche corona rostrata o corona classica. Abbiamo visto che tale ricompensa era stata istituita all’inizio della prima guerra Punica per premiare colui che, per primo, fosse saltato a bordo di una nave nemica arrembata. La prima dovrebbe essere stata conferita ad un certo C. Attilio, che, da un’approfondita analisi risulta identificabile con Caio Attilio Serrano, imbarcato su una nave della flotta romana che, sotto il comando di Caio Duilio, conseguì la prima vittoria navale sui Cartaginesi (acque di Milazzo, 260 a.C.). Dopo quella prima corona navale, molte altre debbono essere state ottenute dai classiari partecipanti alle numerose battaglie navali della repubblica, perché gli attacchi delle navi romane si concludevano perlopiù con l’arrembaggio.

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Marco Agrippa effigiato con la corona navale – ornata con riproduzioni di rostri – su di una moneta di bronzo celebrativa coniata per iniziativa di suo nipote, l’imperatore Gaio (Caligola). Dupondio di bronzo (particolare cromaticamente rielaborato di una foto di cngcoins.com con licenza CC BY-SA 3.0)

La stessa corona mutò il proprio significato quando venne donata da Pompeo a Marco Varrone al termine della guerra navale contro i pirati; essa divenne poi la più alta delle onorificenze militari quando premiò Marco Agrippa, che fu autorizzato ad indossarla in tutti gli eventi ufficiali. In epoca imperiale, tuttavia, dopo che Claudio la attribuì a sé stesso per aver varcato l’Oceano recandosi in Britannia, quella corona perse ogni relazione con le vittorie navali, venendo inclusa, con altre corone e insegne, nell’insieme delle ricompense riservate ai personaggi di rango consolare premiati dall’imperatore. Fra gli altri doni militari di interesse navale, va ricordata l’eccezionale attribuzione della corona oleaginea a tutti i classiari che avevano partecipato alla battaglia navale di Nauloco.

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Al di là di questa concessione fuori dall’ordinario, tutti gli uomini della flotta – dai centurioni fino ai classiari semplici – potevano essere premiati con le seguenti decorazioni (dona militaria minora): torques (collane), armillae (bracciali), phalerae (medaglioni) e patellae (dischi di metallo). Inoltre, fra le altre possibili ricompense vi erano: la temporanea esenzione dai lavori faticosi, o il passaggio permanente nella categoria degli immunes, oppure una vera e propria promozione.

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Fra le punizioni previste dalle leggi romane per tutti i militari si poteva arrivare alla pena di morte nei casi di particolare gravità, anche se ciò si verificò, di fatto, piuttosto raramente. Le altre punizioni previste erano, in ordine crescente: castigatio (punizioni corporali), pecuniaria multa (sanzioni pecuniarie), munerum indictio (lavori straordinari), militiae mutatio (trasferimento ad altro incarico), gradus deiectio (degradazione) fino alla ignominiosa missio (congedo con disonore).
Domenico Carro
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  1. decimazione o decimatio: era uno strumento estremo di disciplina militare inflitto ad interi reparti militari per punire ammutinamenti o atti di codardia, uccidendo un soldato ogni dieci. La parola deriva dal latino decimatio che significava “eliminare uno ogni dieci”. In pratica l’unità militare di base dell’esercito romano, la coorte, composta da 480 soldati veniva suddivisa in gruppi di dieci legionari; ciascun gruppo sceglieva a sorte uno di loro che veniva ucciso dagli altri commilitoni per lapidazione o a bastonate. Ai soldati era poi dato da mangiare un rancio a base di orzo invece che di frumento e quindi mandati a dormire all’addiaccio fuori dell’accampamento, senza la protezione del vallum. Questo comportava un maggior rischio e fungeva da deterrenza in quanto il rischio di essere sorteggiati gravava indistintamente su tutti. Purtroppo questo tipo di punizione fu effettuato anche in tempi moderni.
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estratto dal saggio Classiari di Domenico Carro – Supplemento alla Rivista marittima aprile-maggio 2024 – per gentile concessione della Rivista Marittima, dedicato alla memoria del figlio Marzio, corso Indomiti, informatico visionario e socio del Mensa, prematuramente scomparso
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