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livello elementare
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ARGOMENTO: SCIENZE DEL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Vespucci, Marina Militare
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venerdì 7 febbraio 2025
Ultimo giorno ad Aqaba ed ultima sosta extra mediterranea per Nave Vespucci. L’equipaggio, sicuramente impaziente di riprendere il mare per tornare verso l’Italia, si reca in franchigia per acquistare gli ultimi regali e visitare questa bella città. Aqaba offre un interessante Museo Archeologico che si trova nella casa di Sherif Hussein Bin Ali; la struttura è stata aperta al pubblico nel 1990 ed ospita un’importante collezione del sito islamico di Ayla, risalente ai periodi Rashidun, omayyade, abbaside e fatimide, rappresentando così i periodi islamici fondamentali dalla metà del VII all’inizio del XII secolo d.C. Tra i reperti esposti c’è un’iscrizione cufica di “Ayat Al-Kursi” del Corano, che sormontava la porta orientale della città, e un tesoro di dinari fatimidi d’oro coniati a Sajilmasa in Marocco. Non molto lontano i resti di una Chiesa Romana del IV secolo. In tutta la Giordania, durante il periodo bizantino, le grandi città dell’epoca romana continuarono a fiorire con l’espansione del cristianesimo. Da questo scenario cristiano una delle scoperte più emozionanti degli ultimi tempi: gli archeologi di Aqaba hanno portato alla luce quella che si ritiene essere la chiesa più antica del mondo, risalente alla fine del III secolo d.C., più antica della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme e della chiesa della Natività di Betlemme, entrambe risalenti al IV secolo.
sabato 8 febbraio 2025
Stamattina Nave Amerigo Vespucci è salpata per la sua prossima tappa: Alessandria d’Egitto. Dopo aver doppiato la penisola del Sinai proseguirà verso nord. Il Sinai, meta turistica frequentatissima sia per le sue spiagge che si affacciano su un mare trasparente che per le sue montagne aspre, è una penisola di forma triangolare del Medio Oriente, situata nell’Egitto nord-orientale. Non tutti sanno che pur appartenendo all’Egitto, Paese africano, si trova geograficamente in Asia ed è delimitato ad est dall’aspro Deserto del Negev (Israele) e dal golfo di Aqaba, a nord dal Mar Mediterraneo, a ovest dal golfo e dal canale di Suez, e a sud, ovviamente, dal Mar Rosso. Nella parte sud della penisola si trovano il monte Caterina, che con i suoi 2 269 metri è la montagna più alta dell’Egitto, il monte Serbal e il monte Sinai, in arabo Jabal Mūsā, dove, secondo l’Antico Testamento, Mosè ricevette da Dio le Tavole della legge, ovvero i Dieci comandamenti. Tutta l’area marittima è estremamente affollata, ed i mercantili, in entrata ed in uscita dal canale, si incrociano seguendo regole marittime molto strette.
domenica 9 febbraio 2025
lunedì 10 febbraio 2025
Siamo arrivati nelle aree di raccolta del traffico. Prima dell’apertura del canale, avvenuto nel 1869, le merci venivano scaricate dalle navi e trasportate via terra tra il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso. Nel 1799, durante la spedizione in Egitto, Napoleone Bonaparte contemplò l’idea di costruire un canale, ma, a causa di un rilievo topografico errato, fu apprezzato che il dislivello fra i due mari fosse di 10 metri, il che avrebbe reso necessario un sistema di chiuse improponibile per la realizzazione di un canale di quelle dimensioni. Nel 1833 fu presentato al vice re d’Egitto un primo progetto di canale da Prosper Enfantin, ancora una volta non di interesse. Nel 1846 venne costituita una “Société d’étude pour le canal de Suez“, che rilevò con maggiore precisione la topografia del canale, rivelando differenze d’altitudine trascurabili e quindi costi di costruzione molto più accessibili.
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Nave Amerigo Vespucci risale il canale verso il Mar Mediterraneo – Fonte MM
Va premesso che all’epoca solo il 5% delle navi del 1860 era equipaggiato con motori a vapore, necessari per potere transitare lungo la via d’acqua. Questo avrebbe pesato non poco sui costi di esercizio. Nel 1854 Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese in Egitto dal 1830, ottenne una concessione da Sa’id Pascià, per costituire una società che costruisse un canale marittimo aperto a navi di ogni nazione e lo gestisse, per 99 anni. Il canale fu infine costruito tra il 25 aprile 1859 e il 1869 da una compagnia francese (Compagnie universelle du canal maritime de Suez, costituita il 15 dicembre 1858) diretta da Ferdinand de Lesseps, con macchinari appositamente concepiti per l’opera. Va ricordato che, nel 1862, fu redatto un nuovo progetto da un ingegnere, Luigi Negrelli, nato nel Tirolo italiano facente parte dell’Impero austriaco. La prima nave attraversò il canale il 17 febbraio 1867, ma il canale venne inaugurato solo il 17 novembre 1869.
La sua storia è troppo lunga da raccontare, basti pensare che il suo transito fu più volte ostacolato da motivi politici; potrei ricordare l’acquisto delle quote egiziane (44%) nel 1875, a causa del suo debito estero, per 4 milioni di sterline al Regno Unito, che si assicurò così il controllo della rotta delle Indie. e l’avvio di pesanti ingerenze della corona britannica e della Francia sulla politica interna egiziana. Il 26 luglio 1956 il presidente Nasser annunciò la nazionalizzazione del canale, cosa che scatenò una decisa reazione navale Britannica e Francese che bombardò l’Egitto il 31 ottobre per costringerlo a riaprire il canale. Nasser rispose affondando tutte le 40 navi presenti nel canale, chiudendolo di fatto fino all’inizio del 1957. Per reazione le navi britanniche Ocean e Theseus permisero il primo assalto elitrasportato della storia, mentre paracadutisti britannici dal cielo e fanteria di marina dal mare occuparono il canale che aveva goduto fino ad allora del diritto di libertà della navigazione.
La crisi si concluse quando l’Unione Sovietica minacciò di intervenire al fianco dell’Egitto e gli Stati Uniti, tramite l’ONU, temendo l’allargamento del conflitto, costrinsero britannici, francesi e israeliani, dal dicembre 1956 al marzo 1957, al ritiro. La transizione fu gestita dalla Forza di emergenza delle Nazioni Unite (UNEF), prima missione di peacekeeping dei caschi blu, un mandato che terminò nel 1979. La delicatezza della situazione portò alla creazione nel 1982 di un contingente di osservatori stabilmente residente nel Sinai, la Multinational Force and Observers, per il controllo graduale del ritiro israeliano.
In tempi più recenti, il 6 agosto 2015, è stato inaugurato il raddoppio di una parte del Canale di Suez con una nuova corsia di navigazione di 35 km di lunghezza che si aggiunge ai 164 chilometri di canale esistente, consentendo il passaggio in maniera separata dei convogli delle navi (INBOUND e OUTBOUND). Teoricamente questo ampliamento consente il passaggio di oltre 97 navi al giorno con indubbi vantaggi economici.
lunedì 10 febbraio 2025
Il passaggio del Canale di Suez avviene lungo uno dei due canali aperti e richiede molta attenzione nel pilotaggio. In pratica le navi si aggregano in convogli in entrata o in uscita imbarcano ognuna un pilota e alcune attrezzature necessarie per la sicurezza e vengono affiancate da un rimorchiatore pronto a intervenire per ogni evenienza. Il canale lungo 190 km si percorre a una velocità inferiore ai 9 nodi e occorrono quindi circa 15 ore per passare da un mare all’altro. Il servizio è oneroso ed è in funzione delle dimensioni e della stazza lorda della nave, o meglio, sulla base delle sue capacità di carico. Per dare un’ordine di idee per attraversare il Canale di Suez il costo medio per una nave di dimensioni standard è di circa 250.000-500.000 dollari statunitensi, ma l’alternativa è la circumnavigazione dell’Africa ovvero quasi due settimane di navigazione in più.
In pratica, le navi che intendono attraversare il canale da Suez devono comunicare l’orario stimato di arrivo (ETA) cinque giorni prima del passaggio all’indirizzo: ISMRADIO(AT)SUEZCANAL.GOV.EG fornendo tutti i dati previsti dalle istruzioni per il passaggio. Arrivando inn prossimità del canale si prenderà contatto con la stazione dei Piloti sul canale 16 o 12. Il segnale di richiesta di Libera Pratica è: bandiera Z sopra la bandiera S, di giorno; luce rossa sopra luce bianca di notte. All’arrivo il comandante della nave deve consegnare alle autorità portuali i documenti ed i libri ufficiali della nave, compreso il certificato di stazza del canale. Le navi in convoglio sono divise in due gruppi: Gruppo A: comprende le grandi navi la cui velocità deve essere di circa 7,56 nodi. Gruppo B: tutte le altre navi; mantengono una velocità media di circa 7.02 nodi. Il convoglio Suez – Port Said transita per il canale senza fermarsi, salvo casi di emergenza, ai Laghi Amari.
Esce da Port Said, entrando nel Mediterraneo, attraverso il braccio di Levante. Le navi dirette a Nord giungono alle boe Hm. 195 di Port Said; sbarcato il Pilota, proseguono con rotta Nord per cinque miglia prima di dirigere per la propria destinazione. Va sottolineato che il servizio di pilotaggio è obbligatorio e inizia e cessa alle boe di entrata di Port Said e di Suez. Durante il transito la manovra della nave e gli ordini restano sempre sotto la direzione del Comandante ed il Pilota del Canale è cambiato alla stazione di Ismailia. Le navi in transito nel Canale possono richiedere la scorta di uno o due rimorchiatori tenendo conto che la scorta è obbligatoria se la nave è carica con DW da 100.000 a 150.000 tons, oppure in zavorra con DW. superiore a 150.000 tons. Le navi scortate devono approntare due cavi di polipropilene da 16″ sistemati sulla poppa, muniti di gassa terminale, mantenuti a due metri dall’acqua. Le navi in transito devono avere, pronti all’uso, sei cavi per ormeggio, di misura adeguata alle dimensioni della nave e devono essere dotate di un proiettore sistemato a prua, nel piano diametrale, brandeggiabile sia nel piano orizzontale che verticale ed in grado di illuminare il canale per 1800 metri davanti alla prua. Il fumaiolo della nave deve essere illuminato per consentire una facile identificazione della nave. Anche le ancore devono essere pronte all’uso. Per quanto sopra sia a Port Said che a Suez salgono, col Pilota, sei ormeggiatori e due elettricisti. Queste norme possono essere modificate per cui fa fede le disposizioni dell’Autorità del Canale del momento.
martedì 11 febbraio 2025
Nave Vespucci è entrata nel Mediterraneo dopo il transito del canale di Suez. Fra non molto arriverà ad Alessandria d’Egitto, prima tappa Mediterranea che consoceremo presto. Per concludere il nostro racconto su Suez, vorrei tornare a parlare di aspetti economici. Come abbiamo raccontato in articoli precedenti le situazioni di crisi marittime vanno ad influire direttamente sui costi delle merci e quindi sulle tasche dei cittadini. Da qui la necessità che il libero traffico marittimo sia sempre garantito. La situazione del sud del Mar Rosso è ben nota e sta pesando sulle casse statali egiziane a causa degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi alle navi presenti nella regione del Mar Rosso e del Golfo di Aden. Ciò ha comportato gran parte degli armatori delle navi mercantili che normalmente attraversano il canale ad optare per il periplo dell’Africa. Recentemente l’ammiraglio Osama Rabie, presidente dell’Autorità del Canale di Suez, ha reso noto che nel 2024 gli introiti prodotti dai transiti navali nel canale sono ulteriormente diminuiti di oltre il -60% rispetto al 2023, una perdita stimata nel 2024 a quasi sette miliardi di dollari. Questo fa comprendere quanto la libertà dello stretto sia non solo una necessità dei paesi in transito ma anche dell’Egitto che, in caso di chiusura, verrebbe fortemente danneggiato.
Vista satellitare del Canale di Suez nell’agosto 2014 (sinistra) e del raddoppiamento (Canale di Suez e il Nuovo Canale di Suez) nell’aprile 2016
mercoledì 12 febbraio 2025
Nave Amerigo Vespucci è entrata in porto ad Alessandria d’Egitto, il principale porto egiziano e la seconda città più estesa del grande Paese nordafricano. Il suo nome richiama alla memoria Alessandro Magno che, nel 331 a.C., la fondò tra la palude Mareotide (Maryut) ed il Mar Mediterraneo, davanti all’isoletta di Faro, a cui era collegata da una diga lunga circa 1200 m che serviva anche da acquedotto e permetteva la creazione di due distinti porti. Il geografo Strabone, che visse ad Alessandria intorno agli anni 20 a.C., la descrisse come un intreccio di ampie vie, ai lati delle quali sorgevano imponenti e fastosi templi, edifici come la tomba di Alessandro e dei Tolomei, l’ippodromo, lo stadio, il ginnasio ed il famoso faro. Ci sarebbe molto da raccontare di questa meraviglia dell’antichità, ma oggi voglio ricordare un episodio più recente, una delle pagine più gloriose della Regia Marina, l’impresa di Alessandria.
Nel 1941, le ferite dell’attacco aereo britannico al porto di Taranto, avvenuto nella notte tra l’11 ed il 12 novembre 1940 da parte degli aerei imbarcati della Royal Navy britannica bruciavano ancora. Era stata una dimostrazione dell’effettiva ed unica capacità dell’aviazione di marina, come braccio allungato alla flotta, di effettuare operazioni expeditionary, in altro modo non effettuabili dalla Royal Air Force. Il Regio sommergibile Scirè, al comando del CC Junio Valerio Borghese (a sinistra nella foto) dopo aver imbarcato a bordo tre Siluri a lenta Corsa, salpò il 3 dicembre 1940 da La Spezia e raggiunse il 9 dicembre Lero, un’isola dell’Egeo nell’arcipelago del Dodecaneso. Il 12 dicembre furono imbarcati gli operatori dei mezzi di assalto: Durand de La Penne e Bianchi, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia ed il sottocapo palombaro Spartaco Schergat, il capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta ed il capo palombaro Mario Marino con obiettivo la munitissima base di Alessandria d’Egitto. Il 14 dicembre il Scirè diresse a lento moto verso Alessandria in attesa che i ricognitori della Regia Aeronautica Italiana confermassero la presenza delle corazzate britanniche Queen Elizabeth e Valiant.
L’operazione ebbe inizio intorno alle 02:00 del 19 dicembre 1941. Lo Scirè, giunto in prossimità dei campi minati protettivi, proseguì fino a circa un miglio nautico dal Fanale del molo di ponente del porto commerciale di Alessandria ed i mezzi insidiosi furono quindi rilasciati per l’avvicinamento verso la rada. Gli operatori dovevano giungere sotto la chiglia del proprio bersaglio, piazzare la carica d’esplosivo e successivamente abbandonare la zona, dirigendosi a terra. L’operazione ebbe pieno successo e, sebbene l’attacco avesse danneggiato gravemente quattro navi inglesi, tra cui l’HMS Queen Elizabeth e l’HMS Valiant, il danno maggiore fu quello morale. Di fatto i Britannici accusarono il colpo: sei uomini erano stati in grado di violare e colpire nel cuore la flotta inglese, utilizzando delle armi segrete decisamente non convenzionali. La guerra navale stava cambiando e gli Italiani avevano in una notte cambiato le regole.
giovedì 13 febbraio 2025
Nave Amerigo Vespucci è in porto ad Alessandria e si susseguono le visite da parte della popolazione. Al suo arrivo, Nave Vespucci è stata accolta dall’ambasciatore dell’Italia in Egitto Michele Quaroni, e saranno presenti ad Alessandria d’Egitto e a bordo della nave il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e quello della Cultura Alessandro Giuli per questa sosta che di fatto inizia il tour Mediterraneo 2025 durante il quale la nave toccherà numerosi porti italiani e stranieri. Alessandria è una città caotica, in cui i suoni e i profumi danno un colore unico a questa grande megalopoli affacciata sul Mediterraneo, un vero melting pot sin dall’antichità dove nord africani di diverse etnie, Egizi, Greci e Fenici, convivevano dando casa a importanti scienziati, matematici, pittori, saggi e letterati. Alessandria d’Egitto era famosa per il suo faro, meraviglia del mondo antico, e per la sua biblioteca, centro del sapere, irrimediabilmente distrutta da un incendio appiccato da un soldato romano. Visitare Alessandria d’Egitto è un’ottima occasione per visitare numerosi resti archeologici tra antichi anfiteatri e catacombe di epoca romana, ma anche cattedrali e moschee. In questo modo sarà possibile immergersi totalmente in questa città e nella sua storia, che rappresenta una delle vere culle della cultura e del sapere del Paese.
la nuova biblioteca di Alessandria d’Egitto – autore Ahmed Hagrasi New Suez Canal.jpeg – Wikimedia Commons
In passato centro della cultura del mondo antico, la Biblioteca di Alessandria, che raccoglieva oltre 500 mila manoscritti e tutta la cultura filosofica, scientifica dell’epoca, è stata ricostruita con una aggiornata biblioteca multimediale. Sita sulla parte orientale del caratteristico lungomare di Alessandria d’Egitto, la biblioteca merita una visita. Il pensiero non può non andare a quel centro antico di cultura dove gli scienziati si scambiavano liberamente ill loro sapere, dove fu misurata per la prima volta la circonferenza della terra, dove nacquero le prime mappe astronomiche, iniziarono i primi studi sul sistema nervoso e si affinarono le tecniche per le autopsie. Ricostruita completamente creando una futuristica struttura a forma di disco, la nuova biblioteca è stata inaugurata nel 2002 e contiene oltre otto milioni di manoscritti e libri su un’estensione di oltre 800 mila m² che la collega all’Università di Alessandria. La biblioteca, inoltre, è anche il punto ideale per iniziare una bellissima passeggiata sul lungomare della città. Alessandria è comunque tutta da scoprire … ormai mancano pochi giorni al ritorno al primo porto italiano. In realtà con Alessandria è iniziato il tour Mediterraneo che completerà Il tour che ha portato l’Amerigo Vespucci per quasi due anni in giro per il mondo, toccando 35 porti in 30 Paesi e terminerà a Genova il 10 giugno 2025 da dove l’Amerigo Vespucci era partito a luglio del 2023.
Andrea Mucedola
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foto della sosta di nave Vespucci per gentile concessione UPICOM
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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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