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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX-XXI SECOLO
AREA: REGIA MARINA ITALIANA – MARINA MILITARE
parole chiave: Napoli, infrastrutture navali
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Il regno di Italia
Dopo il 1861 le installazioni borboniche furono occupate dalla Regia Marina che le sfruttò a lungo ma senza effettuarvi interventi radicali perché presto l’importanza del porto militare decrebbe a seguito della costruzione degli arsenali di La Spezia e Taranto e dell’acquisizione di quello di Venezia.
Napoli – Particolare di una vecchia pianta che mostra la zona del Porto Piccolo situato fra Piazza Municipio e la chiesa di Santa Maria di Porto Salvo. La zona completamente distrutta dai lavori del Risanamento e dai bombardamenti della II Guerra Mondiale, anno tra 1863-1880 – autore non noto
Napoli, Porto Piccolo, mappa.jpg – Wikimedia Commons
Nel 1927, nel quadro degli interventi di risanamento e miglioramento della fascia litoranea e del porto, fu aperta via Acton che, passando fra il Maschio Angioino e il mare e proseguendo verso Piedigrotta con la galleria della Vittoria, comportò la demolizione degli edifici dell’Arsenale che fu totalmente raso al suolo e al cui posto furono creati i giardini del Molosiglio 2, così che la Marina fu “sfrattata” conservando solo la darsena, tra l’altro ridotta nelle dimensioni, sembrerebbe non senza forti resistenze da parte del Ministero benché, fin dal 1870, venisse criticata l’inadeguatezza della base per l’impossibilità di espandersi e la difficoltà di essere difesa a causa della sua posizione a stretto contatto con la città.
Napoli, Porto e molo con Lanterna. Presente il capannone per la costruzione della nuova Stazione Marittima, anno 1932 – Autore della foto sconosciuto
Napoli, Porto e Molo in trasformazione 3.jpg – Wikimedia Commons
Napoli – Il porto in trasformazione: sul molo è stata abbattuta la Lanterna, mentre verso il Beverello è stata fatta la colmata sulla quale verrà edificata la nuova Stazione Marittima (al posto del grande capannone), anno 1933 – Autore sconosciuto
Napoli, Porto e Molo in trasformazione 2.jpg – Wikimedia Commons
Lo specchio d’acqua che era considerato il vero e proprio porto militare divenne l’Idroscalo del Littorio mentre sul posto del Molo Angioino, che ne costituiva il limite occidentale e che fu totalmente distrutto, nel 1933-36 venne realizzata la nuova Stazione marittima. Nello stesso tempo il Castel Nuovo e le sue dipendenze furono liberati da tutta la congerie di costruzioni e casupole che gli si erano affastellate attorno nei secoli.
Oggi
L’aspetto d’insieme della darsena, rimasta zona militare, è molto suggestivo e l’area è inserita fra i beni culturali della regione Campania; l’impatto visivo è accresciuto dall’eccellente stato di conservazione e dalla sagace tinteggiatura degli edifici nel tradizionale rosso pompeiano.
Non bisogna però lasciarsi ingannare: quello che si vede è il risultato, gradevole ma non cercato né programmato, di una serie di ricostruzioni, spostamenti e miglioramenti verificatisi fin da prima dell’unità d’Italia e proseguiti successivamente, resisi necessari per le esigenze operative della Marina.
Ad ogni modo il complesso ha attirato l’attenzione del FAI (Fondo ambiente italiano) che divulga la conoscenza dei nostri beni culturali e paesaggistici e dei luoghi di interesse storico e artistico che normalmente sono inaccessibili e che ha ottenuto il permesso per l’apertura al pubblico del molo San Vincenzo.
Nonostante i tanti interventi appena ricordati sopravvivono ancora oggi tracce importanti della Marina borbonica: il molo San Vincenzo con la sua lunghissima serie di magazzini e il bacino di carenaggio sono pressoché intatti, ma il “pezzo” più importante è il palazzo Testa o del Maggiordomo che, benché profondamente rimaneggiato e ampliato, ieri come oggi è l’edificio più rappresentativo dell’intero comprensorio. In epoca borbonica vi avevano sede l’Ufficio di Ispezione degli arsenali, le Sottoispezioni di armamento e costruzioni e la Direzione del Corpo Telegrafico.
Guglielmo Evangelista
in anteprima antico Arsenale con la darsena di Napoli, Molosiglio, 1900 – autore R. Troncone Napoli, Molosiglio Darsena.jpg – Wikimedia Commons
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Note
2 Peraltro, fin dal XIX secolo, era stato steso il “progetto Young”, assai meno invasivo, che si limitava a una strada fra via Santa Lucia e via Colombo che passava sul retro dell’Arsenale e sacrificava al minimo le strutture.
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Bibliografia essenziale
AA.VV.: “Napoli nobilissima- Rivista di topografia ed arte napoletana” 1892-2014 anni vari
Francesco Saverio Bruno: “L’Osservatore di Napoli-Rassegna delle istituzioni civili” Tipografia del Vaglio, Napoli 1854.
Carlo Celano: “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli”. Mencia, Napoli 1859.
Mariano D’Ayala: “Napoli militare” Stamperia dell’Iride, Napoli 1847.
Giuseppe Galanti: “Nuova guida per Napoli e suoi contorni” Tip. All’insegna del Diogene. Napoli, 1845
Aniello Langella: ”La darsena del porto di Napoli” In www.vesuvioweb.com
N.N.: “Guida pel golfo, rada e porto di Napoli” Tipografia della guerra, Napoli 1828.
Carlo Randaccio: “Storia delle Marine militari italiane dal 1750 al 1860 e della Marina militare italiana dal 1860 al 1870.” Forni, Roma 1886 .
Girolamo Ulloa: “Napoli e il suo porto militare” Civelli, Firenze 1870”
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nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.
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