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livello elementare
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ARGOMENTO: MARINA CINESE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: SISTEMI DI PROPULSIONE
parole chiave: sistemi ibridi, sottomarini nucleari
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Tutti i tipi di sistemi di propulsione AIP convenzionali avanzati, siano essi a celle a combustibile, motori Stirling o turbine a vapore, offrono una maggiore autonomia in immersione ai sottomarini di piccole e medie dimensioni rispetto ai tradizionali sistemi di propulsione diesel-elettrici come, ad esempio, quello montato sul Project 636M, un battello classe Kilo della Marina Russa fornito alla Cina come ad altre Marine. Questo tipo di propulsione in genere impone di portarsi ogni giorno a profondità snorkeling per due o tre ore per la ricarica delle batterie; di fatto una limitazione operativa che comporta un tasso ipotetico di indiscrezione del 10% – 12% che aumenta notevolmente il rischio di rilevamento.
Sottomarino missilistico balistico di classe Jin (tipo 094) – Fonte CRS Report RL33153 Modernizzazione navale cinese: implicazioni per le capacità della Marina degli Stati Uniti: contesto e problemi per il Congresso di Ronald O’Rourke, febbraio 2014. Pagina 8 – Figura 1 – United States Naval Institute News – Autore Ronald O’Rourke Jin (Type 094) Class Ballistic Missile Submarine.JPG – Wikimedia Commons
Nella migliore delle ipotesi, un sottomarino classe Kilo può rimanere immerso a bassa velocità per circa tre giorni prima di dover fare snorkeling. Una limitazione che gli analisti cinesi avevano in passato lamentato perché avrebbe esposto le unità alla minaccia avversaria (ASW), in particolare quando operanti in maggiori e più opportune profondità di immersione nella depressione di Okinawa dopo aver lasciato le basi nella Cina orientale. Qualsiasi sistema AIP avanzato avrebbe potuto aiutare ad alleviare questa situazione, ma la velocità massima di transito in immersione di un sottomarino convenzionale AIP era ancora di soli 4-6 nodi. Un sistema AIP a batteria nucleare (SSn), come descritto sopra, potrebbe quindi supportare velocità di transito in immersione fino a 9-10 nodi, soddisfacendo tutti i carichi di servizio oltre a quelli propri (e notevoli) degli ausiliari dell’impianto nucleare.
Un altro vantaggio ipotizzabile potrebbe essere l’abitabilità di un battello AIP immerso che avrebbe comunque bisogno di ventilare in continuità le aree operative, sia presidiate che abitabili, per rinnovare l’atmosfera interna con aria fresca1. In realtà l’ossigeno potrebbe essere un problema relativo in quanto si può ricorrere allo spillamento dalla riserva di ossigeno criogenico AIP, con una più ampia disponibilità di energia; il battello, in questo caso il Type 041, potrebbe essere equipaggiato con generatori di ossigeno compatti, scrubber ad anidride carbonica e bruciatori di monossido di carbonio-idrogeno, conferendo così al sottomarino una completa indipendenza dall’aria esterna.
Va tuttavia considerato, nonostante ciò che affermano i fornitori nelle loro promozioni, che i sistemi AIP convenzionali non caricano a sufficienza i banchi di batterie durante la navigazione subacquea. Possono mantenere una batteria completamente carica, ma non ricaricarne una che è stata notevolmente scaricata. I dati della brochure russa sul Progetto 636 Kilo affermano che ci vorrebbero circa 12 ore per la ricarica di un banco di batterie completamente scarico, con due dinamo da almeno 1,5 MW trascinate da due diesel di adeguata potenza (almeno 2500 hp c.u.). Un sistema AIP convenzionale avrebbe quindi difficoltà a produrre anche solo un decimo della potenza che i generatori CC diesel possono fornire; ciò comporterebbe più giorni per ricaricare completamente una batteria molto scarica.
un sommergibile cinese classe Kilo Chinese Kilo in service.jpg – Wikimedia Commons
Un sistema AIP a batteria nucleare sarebbe invece in grado di ricaricare una batteria, impiegando comunque più tempo rispetto all’utilizzo dei generatori termici. In questo caso, il vantaggio principale sarebbe che il sistema nucleare AIP offrirebbe velocità sufficienti per sfuggire ad una possibile minaccia ASW, lasciando la possibilità di riutilizzare i generatori diesel quando necessario per la ricarica delle batterie. Una limitazione operativa che viene solitamente trascurata da molti analisti, che comporta la necessità di operare le unità con propulsione AIP tradizionale come un tradizionale sottomarino diesel-elettrico il più a lungo possibile, impiegando la propulsione AIP solo per quelle situazioni tattiche che richiedano maggiore furtività.
L’adozione di un sistema AIP a batteria “nucleare” capovolgerebbe questo concetto operativo: il personale potrebbe quindi fare affidamento sul reattore per soddisfare tutte le esigenze operative, consentendo di tenere le batterie come riserva per affrontare quelle occasioni in cui siano necessari spunti di velocità più elevati per ingaggiare un bersaglio o disimpegnarsi. In altre parole, si otterrebbe un “SSn” con capacità di pattugliamento analoghe ad un sottomarino d’attacco nucleare (anche se privo di autonomia e persistenza ad alta velocità). Da un punto di vista operativo un simile battello dovrebbe ricorrere a tattiche convenzionali di avvicinamento e ingaggio diversificate in relazione del teatro di operazione, con una concezione propulsiva simile a quella delle “auto ibride”.
Grazie alle sue caratteristiche, a partire dalle dimensioni ridotte e della relativa silenziosità, un SSn potrebbe essere più adatto degli SSN per missioni di interdizione dell’area in acque costiere poco profonde dove l’ambiente renderebbe difficile rilevare una piattaforma AIP con “batterie nucleari”; questo renderebbe questa categoria di mezzi subacquei idonea anche per missioni di intelligence e di estrazione. Di contro, in missioni che richiedano una maggiore velocità e raggio operativo esteso (deterrenza e contrasto a un gruppo d’attacco di portaerei avversarie o confronto di SSBN nelle aree di dispiegamento), gli SSn sarebbero ovviamente inadatti per le loro stesse caratteristiche (e limitazioni).
La Cina, alla luce della sua complessa geografia, con acque costiere di limitata profondità, ha quindi una duplice esigenza: battelli per una “guerra di evasione” negli oceani, da effettuare con l’impiego di SSN (per la dissuasione) e SSBN (per deterrenza nucleare), e battelli “costieri” idonei per missioni di interdizione di area e nei “mari vicini”, un ruolo proprio degli SSn, che sembrerebbe sia nei progetti della PLAN.
Fine IV parte – continua
Gian Carlo Poddighe
- A meno di ricorrere ad una fornitura, per ovvi motivi di spazio, limitata di sistemi chimici consumabili per eliminare l’anidride carbonica e il monossido di carbonio dall’atmosfera.
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Ufficiale del Genio Navale della Marina Militare Italiana in congedo, nei suoi anni di servizio è stato destinato a bordo di unità di superficie, con diversi tipi di apparato motore, Diesel, Vapore, TAG. Transitato all’industria nazionale ha svolto incarichi di responsabilità per le costruzioni della prima legge navale diventando promotore delle Mostre Navali Italiane. Ha occupato posizioni dirigenziali sia nel settore impiantistico che delle grandi opere e dell’industria automobilistica, occupandosi della diversificazione produttiva e dei progetti di decarbonizzazione, con il passaggio alle motorizzazioni GNV.
E’ stato membro dei CdA di alcune importanti JV internazionali nei settori metallurgico, infrastrutturale ed automotive ed è stato chiamato a far parte di commissioni specialistiche da parte di organismi internazionali, tra cui rilevanti quelle in materia di disaster management. Giornalista iscritto all’OdG nazionale dal 1982, ha collaborato con periodici e quotidiani, ed è stato direttore responsabile di quotidiani ricoprendo incarichi di vertice in società editoriali. Membro di alcuni Think Tank geopolitici, collabora con quotidiani soprattutto per corrispondenze all’estero, pubblica on line su testate del settore marittimo e navale italiane ed internazionali. Non ultimo ha pubblicato una serie di pregevoli saggi sull’evoluzione tecnologica e militare sino alla 2^ Guerra Mondiale, in particolare della Regia Marina, pubblicati da Academia.edu.
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