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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MEDIO ORIENTE
parole chiave: Libano, Israele, Proxy, Iran, Siria
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Il Libano non trova pace e difficilmente ci riuscirà. Passato dalle influenze siriane a quelle iraniane, continua a pagare lo scotto per la sua posizione geografica, per la sua ingovernabile polietnia, per una debolezza istituzionale fisiologica che permette un paradossale parallelismo tra uno stato evanescente e un’organizzazione para-statale che, di fatto, batte il ritmo degli eventi. L’esercito è, al momento, il primo tra gli attori non pervenuti. Anche UNIFIL ha ri-pagato il suo tributo, incassando un attacco ad un proprio convoglio che si stava dirigendo verso l’aeroporto di Beirut. Un veicolo è stato dato alle fiamme, ed il vice comandante dei caschi blu, il nepalese Chock Bahadur Dhakal, ad un passo dal ritorno in patria, è rimasto ferito. Scontate le dichiarazioni di rito, che puntano a stigmatizzare un atto che, per molti, affonda le sue radici in una storia violenta e difficile che non ammette alcun sentimento di sua pur blanda gratitudine.
Francamente, definire l’atto come scandaloso lascia perplessi; che in questi giorni il Libano stia vivendo un momento critico è da tempo più che noto, come è risaputo che la recente interdizione dello scalo ai velivoli iraniani, latori di denaro e materiali per hezbollah, ha scatenato veementi proteste. Che l’apparato di sicurezza sia incorso in una debacle sembra evidente, come è altrettanto chiaro che l’analisi della situazione abbia lasciato a desiderare. Al Palazzo di Vetro, dovrebbe essere ormai chiaro che il blu non va più di moda e soprattutto, che non protegge dal piombo. Insomma, un’analisi situazionale pessima, atta a illuminare difficolta al limite del più pericoloso dilettantismo. L’istituzionalismo, che sdegnosamente chiama in causa diritto internazionale e crimini di guerra deve, una volta di più, cedere il passo ad un realismo che ha da tempo accantonato stabili, ancorché impopolari, equilibri.
Ormai la zona è prossima all’implosione politico-economica; a 20 anni dall’omicidio Hariri, di fatto impunito, chiedere la traduzione dei responsabili dell’odierno attacco di fronte a quali giudici non è ora dato sapere, ma fa sorridere sardonicamente. È appena Il caso di rammentare di come sia difficile ricondurre il tutto nell’alveo della legittimità, visto che il rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, deve sottostare al destabilizzante potere di soggetti privi di riconoscimento istituzionale.
L’attacco è avvenuto nel secondo giorno di proteste, organizzate da Hezbollah all’aeroporto Hariri. Successivamente, è intervenuto sul posto l’esercito libanese, che ha comunicato il suo intento di “agire con la forza per fermare i rivoltosi”. La guerra, di fatto, ha ancora una volta messo a nudo le velleità dei vari soggetti politici.
Gino Lanzara
pubblicato originariamente su Libano allo sbando: l’ONU si indigna, Hezbollah comanda ed UNIFIL paga il prezzo – Difesa Online
immagini da repertorio wikipedia commons
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romano del ’65, Ufficiale in servizio della Marina Militare è laureato in management e comunicazione d’impresa e scienze diplomatiche e strategiche ed è specializzato in analisi geopolitica e sicurezza. Autore di numerosi articoli su riviste del settore, ha pubblicato un saggio sulla guerra economica. Specializzato sull’area MENA, collabora con testate online sempre in tema geopolitico.
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