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Il porto di Cagliari durante la Regia Marina Sarda

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX – XX SECOLO
AREA: SARDEGNA
parole chiave: Cagliari, Regia marina sarda, Regia marina italiana
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Se il colpo d’occhio di Cagliari visto dal mare è nei secoli rimasto immutato, il suo porto è profondamente cambiato rispetto a un passato non eccessivamente lontano perché, fra il 1860 e il 1870, contemporaneamente alla cancellazione della città dall’elenco delle piazzeforti del Regno, fu rapidamente demolita l’imponente cortina di mura, bastioni e rivellini che lasciava completamente isolato il centro urbano dal suo mare, e al suo posto sorse l’importantissima ed elegante via Roma. La storia del porto di Cagliari è antica: fu frequentato dalle navi fenicie, cartaginesi, romane, pisane, genovesi, catalane e di tanti altri paesi poiché era e resta il punto obbligato di transito sulla rotta fra l’Italia, il Mediterraneo occidentale e quello orientale.

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L’ammiraglio francese comte Laurent-Jean-François Truguet, 1832 Truguet 1832.jpg – Wikimedia Commons

Anche dal punto di vista della storia navale le sue vicende meritano di essere approfondite perché coprono un arco di tempo molto ampio: vanno ricordate le flotte di Pompeo, di Augusto e dei Bizantini fino ai falliti attacchi degli ammiragli francesi Truguet e La Touche-Tréville nel 1793. Dopo l’assegnazione dell’isola al Piemonte, nel 1720, la marina dei Savoia non ebbe particolare cura della funzione militare del porto né progettò di installarvi una base navale nonostante la Sardegna avesse bisogno di unità sempre in mare che incrociassero lungo le coste per la vigilanza contro gli attacchi dei pirati barbareschi. Fra il 1815 e il 1820 erano assegnate ai servizi di pattuglia le due mezze galere (0) Aquila e Falco, una gondola (1) ed un lancione. In pratica, fino ad oggi, eccetto la parentesi degli anni ’30 e della Seconda guerra mondiale, questo è stato il destino del porto di Cagliari sotto il punto di vista militare: apparizioni frequenti di navi e flotte intere, ma mai l’insediamento permanente di una squadra e di tutti i servizi ad essa connessi.

La Regia Marina Sarda

Nel 1816, dopo la Restaurazione, Cagliari divenne la sede del Terzo Dipartimento del Regno (2). Dal punto di vista operativo la sua importanza era trascurabile e la piccola area militare finì per essere sostanzialmente destinata solo al supporto delle navi, prima a vela e poi a vapore, che svolgevano il regolare collegamento con la terraferma, affidato per legge alla Marina Militare. Le strutture a terra consistevano solo in un edificio per alloggi e uffici, una caserma con magazzino e una piccola officina situati sul lato ovest della darsena che era lunga 225 metri e larga 120 (o secondo altre fonti 234 x 110). Nella darsena venivano anche custodite le polveri e si cucinava perché era vietato alle navi che vi si ormeggiavano di tenere munizioni e accendere fuochi a bordo. Il primo comandante dipartimentale fu Giovanni Ornano, Capitano in secondo di vascello (grado che solo molto più tardi fu ridenominato Capitano di corvetta). Oltre a lui, secondo il Regolamento del 1816, prestavano servizio:

1 Sottotenente vascello
1 Quartiermastro cassiere
1 Commissario di 2^ classe
1 Sottocommissario di 2^ classe
1 Scrivano di 1^ classe
1 Guardamagazzini
1 Medico
1 Chirurgo
1 Cappellano
1 Capo mastro ferraio
1 Capo mastro remolaio
1 Guardiano
1 Padrone di battello
7 marinai (di cui tre ordinanze degli ufficiali)

A seguito dell’introduzione della navigazione a vapore furono costituiti due depositi di carbone per il rifornimento dei piroscafi postali di linea (3) situati uno sulla banchina occidentale e uno su quella orientale della darsena.

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Avviso Gulnara in servizio sulla rotta Genova-Sardegna (Quadro di autore ignoto)
RN Gulnara.jpg – Wikimedia Commons

La darsena era protetta dal fortino di San Vincenzo o Castel Rodrigo munito di sei cannoni che sorgeva sul molo che chiudeva il lato ovest e nella stessa fortificazione si trovavano l’infermeria e il bagno penale prima del suo trasferimento a San Bartolomeo. La darsena fu a lungo molto trascurata tanto che il suo accesso divenne difficile e pericoloso per i detriti accumulatisi sul fondo, inutilmente dragato da un’antidiluviana caracca, ridicolissimo meccanismo. Solo dopo il 1857 arrivò una draga a vapore moderna per pulire la darsena e il porto vicino. Dopo l’Ornano tutte le fonti, quando si tratta di indicare il nome del Comandante del 3° Dipartimento, indicano regolarmente “N.N.” mentre, al contrario, figurano i nomi dei Comandanti del porto e dei Consoli di Marina.

Comandanti del porto
Vittorio Porcile 1813 (?)-1815 Maggior generale di Marina
Michele Novaro 1815-1851 Tenente colonnello dell’esercito. Promosso Colonnello nel 1830 e Maggior Generale nel 1837 (4)
Paolo Lechantin Degubernatis 1851-1856 Capitano di fregata
Giovan Battista Di Teulada 1857-1859 Capitano di fregata
Vittorio Zambelli 1860 Capitano di fregata

Consoli di Marina
Giovanni Magliano 1818 Console Generale della Sardegna
Giovanni Manca 1824-1831 Console Generale della Sardegna – Tenente di vascello
Angelo Randaciu 1832-1848 Console di Marina
Giacomo Federici 1849-1851 Console di Marina
Questa Giovanni Carlo 1852 Console di Marina
Giovan Battista Giordano 1853-1859 Console di Marina
Felice Poggi 1860 Console di Marina di 3^ classe

L’evanescente Comandante del Dipartimento e il Comandante del porto erano membri della Capitania Generale presieduta dal Viceré che svolgeva per la Sardegna le stesse funzioni del Consiglio d’Ammiragliato in materia di navigazione commerciale, diritto di preda e contenzioso. A causa della ridotta attività, con il Regio Decreto del 15 febbraio del 1851 fu stabilito che fosse il Comandante del porto a riunire in sé anche le incombenze di Comandante del Dipartimento. In realtà fu solo il riconoscimento di una situazione di fatto che sembra preesistente e infatti in un giornale dell’anno precedente si legge che il generale Alberto La Marmora, giunto a Cagliari per assumere il comando militare dell’isola, fu accolto dal Comandante del porto Michele Novaro (4), rappresentante della Marina e qualificato come Comandante Generale.

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Il Bagno Penale e la Sanità Marittima

Dalla Marina Militare dipendevano i Bagni Penali (che peraltro, poiché in Sardegna molte amministrazioni ebbero spesso uno status particolare e separato dalla terraferma, passarono sotto il suo controllo solo nel 1851) e la Sanità Marittima. In entrambi i casi questa dipendenza sopravvisse fino a poco dopo l’Unità quando entrambe le amministrazioni furono trasferite al Ministero dell’Interno. I condannati ai lavori forzati cagliaritani lavoravano alle saline e allo spurgo del porto. Gli ufficiali e personale di vigilanza appartenevano ad un apposito Corpo ed erano gerarchicamente subordinati al Comandante del terzo Dipartimento e al Comandante del porto. Nel 1857 vi erano 454 reclusi. Nel 1842, in occasione della sua visita all’isola, Carlo Alberto fondò il Bagno Penale di San Bartolomeo, istituto concepito con criteri moderni, in posizione salubre a est della città dove furono trasferiti i forzati della Marina e i detenuti negli altri penitenziari cittadini che per le sue caratteristiche lo apprezzarono moltissimo e che con il loro lavoro lo trasformarono in una florida colonia agricola.
Per quanto riguarda la Sanità Marittima a Cagliari aveva sede il Consiglio Sanitario Marittimo per la Sardegna e l’Ufficio Sanitario Marittimo; esisteva inoltre un lazzaretto sistemato in un edificio risalente al XVII secolo, di aspetto monumentale, ristrutturato profondamente nel 1720 e nel 1835. Nel 1852 aveva in organico un Direttore, un medico, un cappellano, un custode e cinque guardie di sanità. Dopo essere rimasto a lungo abbandonato il lazzaretto oggi viene usato come centro polivalente per attività sociali e culturali.

Fine I parte – continua
Guglielmo Evangelista
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Note

0) La 4 era una nave a vela, simile alla galea ma di minori dimensioni con propulsione mista a remi, circa 20 per lato con un solo vogatore per remo, e a vela, assicurata da due alberi con vele latine. 
1) Ovviamente non si tratta delle gondole usate nella laguna di Venezia. Nel Vocabolario marino e militare di Alberto Guglielmotti questo tipo di imbarcazione viene definito palischermo comune e da carico al servizio delle navi senza indicarne le caratteristiche.
2) Il Primo Dipartimento era a Genova e il Secondo a Villafranca. A seguito del R.D. 17.11.1860 furono tutti sostituiti dai Dipartimenti Settentrionale (Genova poi La Spezia), Meridionale (Napoli) e Adriatico (Ancona).
3) Il servizio veniva svolto sulle linee Genova-Porto Torres e Genova-Cagliari dalle golette Vigilante, Staffetta e Rondinella alle quali si affiancarono fino a sostituirle completamente gli avvisi a vapore Gulnara e Ichnusa. Nel 1852 si aggiunse la linea Cagliari-Tunisi esercitata con il Gulnara, scelta criticata in Parlamento dall’On. Serra che lo definì il più piccolo, il più vetusto, il più logoro dei vapori della Marina Militare. Peraltro, quasi subito dopo, i collegamenti marittimi con la Sardegna e la Tunisia furono dati in concessione alla società Rubattino.
4) Notiamo per curiosità che il generale Novaro era nato a Cagliari nel 1768 e si congedò a 83 anni d’età dopo aver prestato servizio per quasi 70 anni.
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PARTE I PARTE II

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