ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: OLTRE 500 MILIONI DI ANNI FA
AREA: CINA
parole chiave: Saccorhytus coronaries, fossili, deuterostomi
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Sulla rivista Journal Nature sono stati descritti i dettagli di un’eccezionale scoperta avvenuta in Cina che ci porta indietro di oltre cinquecento milioni di anni. I ricercatori hanno raccolto ben quarantacinque esemplari fossili di un microrganismo marino, il Saccorhytus coronaries, nelle formazioni geologiche nella provincia di Shaanxi, nella Cina centrale. Si ritiene che il Saccorhytus sia il progenitore più primitivo di una categoria di animali chiamati “deuterostomi“, antenati comuni di una vasta gamma di specie tra cui quelle dei vertebrati, subphylum al quale noi apparteniamo.
Gli appartenenti al Deuterostomia, dal greco bocca secondaria, rappresentano un Superphylum di animali provvisti di celoma (una cavità del corpo piena di liquido delimitata dal mesoderma) e caratterizzati da uno sviluppo embrionale nel quale l’ano si origina dal foro che mette in comunicazione la cavità interna della gastrula (archenteron) con l’esterno, mentre la bocca si forma all’estremità opposta. Nel caso del Saccorhytus esisteva solo un foro.
Andiamo con ordine
Il Saccorhytus era grande circa un millimetro e si pensa che visse tra i granelli di sabbia del fondo del proto oceano, circa 540 milioni di anni or sono. Il suo corpo era emi-ellissoidale, con una lunghezza massima di 1,300 μm, una larghezza di 800 μm ed un altezza di 900 μm. Praticamente poco più grande di un granello di sabbia.
Sembrerebbe che il Saccorhytus fosse ricoperto da una sottile pelle, relativamente flessibile, e possedesse dei muscoli. Probabilmente si spostava sul fondo divincolandosi. I ricercatori non hanno trovato orifizi anali il che suggerisce che consumava il suo cibo e lo espelleva dallo stesso orifizio.
«Se fosse così, allora qualsiasi materiale di scarto sarebbe stato semplicemente evacuato attraverso la bocca, il che dal nostro punto di vista suona piuttosto sgradevole», ha sottolineato il professor Simon Conway Morris dell’Università di Cambridge.
Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricercatori di Cambridge (Regno Unito), dell’Università di Kassel (Germania) e della West University di Xi’an. Il Prof Simon Conway Morris ha riferito alle BBC News che, ad occhio nudo, i fossili avevano l’aspetto di piccoli grani neri, ma al microscopio, aumentando il livello di dettaglio, si è scoperto che quei grani erano semplicemente i fori di una bocca aperta.
“Pensiamo che appartenendo ai deuterostomi essi possono rappresentare l’inizio primitivo di una gamma molto varia di specie, tra cui la specie umana. In pratica, era il loro antenato comune.” ha aggiunto Conway. Il dottor Degan Shu, della West University di Xi’an, Provincia di Shaanxi, la zona dove sono stati trovati i fossili, ha riferito che “il Saccorhytus ci fornisce ora notevoli intuizioni sulle prime fasi di evoluzione di questo gruppo che ha portato all’evoluzione dei pesci, e quindi, anche alla nostra specie.“
Fino ad oggi, si riteneva che i deuterostomi fossero vissuti in un periodo tra i 510 ed i 520 milioni di anni fa. Questi avevano già cominciato a diversificarsi in vertebrati, il gruppo a cui noi ed i nostri antenati apparteniamo, e in altri animali come le stelle marine ed i ricci di mare, parenti più prossimi dei vertebrati. Valutando il cladogramma, cioè lo schema che disegna le affinità tra gli organismi, potremmo scoprire parenti ancora più inaspettati, scomparsi da milioni di anni, ed ancora di difficilissima interpretazione paleoecologica a causa della data la scarsità di reperti. Lo studio suggerisce che il loro corpo fosse simmetrico, una caratteristica ereditata da molti dei suoi discendenti evolutivi compreso l’Uomo. Sulla sua pelle aveva anche alcune protuberanze che forse assolvevano alla respirazione, una sorta di forma embrionale di branchie, che si sarebbero evolute alcune decine di milioni di anni dopo, con l’avvento dei pesci.
I ricercatori cinesi ritengono che la caratteristica più evidente sia proprio la grande bocca, sproporzionata rispetto al resto del suo corpo, con la quale il Saccorhytus probabilmente mangiava, ingoiando particelle di cibo o forse anche altre creature. In particolare, tra i dettagli rivelati al microscopio elettronico ci sono una serie di pieghe o rughe attorno alla bocca della creatura che, secondo gli autori, potrebbero aver permesso alla bocca dell’animale di dilatarsi, permettendo di inghiottire prede relativamente grande. La ricerca come sempre continua per scoprire da cosa biologicamente veniamo. Certo non è molto esaltante di essere il frutto dell’evoluzione di una specie di verme con una sola bocca/ano ma sicuramente è un’ipotesi affascinante.
Aggiornamento da parte della dottoressa Fais
I Saccorhythus erano organismi della meiofauna Cambriana, evolutisi in un ramo differente dai Vertebrati. Quindi, non sono né i nostri progenitori, né probabilmente quelli di altri Deuterostomi. Qui l’articolo scientifico dove a pagina 3 è possibile visualizzare l’albero filogenetico (che riporto in calce), in cui è ben evidente la separazione di questi organismi dal resto dei Vetulicolia (ormai estinti) e soprattutto dai Chordata.
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da https://nature.berkeley.edu/garbelottoat/wp-content/uploads/deut2.pdf
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