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Meduse dagli abissi, un esemplare di Deepstaria filmato a 1600 metri di profondità

tempo di lettura: 4 minuti


livello elementare
.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: meduse
.

Gli abissi nascondono ancora molte sorprese.  Ipotizziamo viaggi su Marte ma conosciamo ancora solo una minima parte degli abissi del nostro pianeta. Non mi riferisco alle risorse che possono contenere ma alle specie viventi che li popolano. Incontri casuali con esseri sconosciuti affascinano ma pongono ancora molte domande ai biologi marini. Oggi raccontiamo l’incontro fortuito di un remote operating vehicle (ROV) di sorveglianza alle infrastrutture di un oil ring che, nel 2012, a circa 1600 metri di profondità, registrò una sorprendente creatura marina apparsa dal nulla e probabilmente attirata dai fari del mezzo subacqueo.

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Deepstaria, una specie di meduse dagli abissi, photo credit Monterey aquarium

Gli operatori restarono sconcertati dall’arrivo di quello strano essere di colore grigio verdastro, apparentemente gelatinoso e ricoperto da un tessuto finemente reticolato. Un Blob apparentemente senza occhi, tentacoli, ed una parte anteriore e posteriore. In altre parole, un enorme lenzuolo che volteggiava costantemente, galleggiando intorno al ROV, apparentemente incuriosito da quello strano essere.

Che cosa era quello strano essere?
Inizialmente l’assenza di caratteristiche animali e quella forma da tappeto volante fece pensare ad un bizzarro lembo di tessuto trascinato negli abissi da qualche corrente o forse ad una placenta di balene. Inutile dire che il filmato fece immediatamente il giro del mondo e, dopo poche ore, Craig McClain, capo redattore delle Deep Sea News, uno scienziato del National Evolutionary Synthesis Center di Duke University, pubblicò una sua ipotesi. Innanzitutto non poteva trattarsi di una placenta di cetaceo. Le placente sono troppo gustose e nutrienti per poter arrivare intonse a 5000 piedi di profondità senza essere divorate. La cosa richiamava alla memoria due studi, conservati nella biblioteca universitaria, che descrivevano un animale molto simile, una medusa. Quello che attirò l’attenzione dello scienziato fu la presenza di un organo sessuale, verosimilmente delle gonadi che somigliavano vagamente a quelle di una medusa gigante chiamata Deepstaria enigmatica. Quanto alla forma le Deepstaria rassomigliano molto alle comuni meduse, con la caratteristica forma a campana, e lo scienziato ipotizzò che quella “configurazione” a tappeto volante potesse essere stata invece causata dalle turbolenze delle eliche del ROV o dal flusso delle correnti profonde. Un animale marino noto appartenente alla famiglia delle Ulmaridae, che era stato descritto per la prima volta nel 1967 da F.S. Russel ed era anche studiato da molti biologi. L’ipotesi di Craig McClain fu però immediatamente contestata da biologi marini che, analizzando le immagini, pur concordando si trattasse di una Deepstaria, identificarono alcune caratteristiche tipiche di un’altra specie.

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particolare delle gonadi

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Monterey Bay Aquarium Research Institute (MBARI): Deepstaria fa parte della “vera medusa” Scyphomedusae. Questo gruppo può riprodursi sessualmente e asessualmente. I maschi rilasciano lo sperma che viene raccolto dalle femmine per fecondare le uova che vengono rilasciate nell’acqua attraverso la bocca. Presto le uova si schiudono per formare planule planctoniche e ciliate che alla fine si depositano su substrati appropriati, ciascuna formando un polipo (o scifistoma). Scyphistomae può riprodursi con una varietà di mezzi asessuati (germoglio, sviluppo di stoloni o produzione di podocisti duri) per aumentare il loro numero. Alla fine ogni scifistoma subisce divisioni trasversali che producono una prole che viene fatta germogliare in sequenza, un processo noto come strobilazione. Vedi jellieszone.com per maggiori informazioni!

La grande medusa venuta dal freddo
Secondo quei biologi si trattava certamente di una medusa Deepstaria ma non della enigmatica bensì della Deepstaria reticulum, uno strano essere abissale incredibilmente bizzarro che, in caso di necessità,  sembrerebbe si possa nutrire anche di piccole membrane contenute nella suo sacco. La Deeepstaria reticulum ha un ampio sacco di colore porpora con un piccolo cluster di tentacoli che presentano delle appendici irritanti e velenose come tutte le meduse e al massimo raggiungono una lunghezza di circa 70 centimetri. Esse possono riprodursi sia sessualmente che asessualmente. I maschi rilasciano lo sperma che le femmine prelevano attraverso la bocca, in modo da fertilizzare le uova. Questa medusa era ben nota ed era stata descritta per prima da Larson, Madin, ed Harbison nel 1988, storicamente la seconda della specie delle Deepstaria dopo la scoperta della Deepstaria enigmatica che il dottor McClain aveva inizialmente ipotizzato.

Il sacco della reticulum è molto sottile e largo (può arrivare a dieci metri di larghezza) e può rassomigliare ad un lenzuolo retinato che ondeggia vistosamente quando l’animale si muove. Proprio quello che apparve dal buio degli abissi agli operatori del ROV.

Ecco svelato il mistero .. è il caso di dirlo, il mare non finirà mai di stupirci.

 

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