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Una scoperta “totalmente nuova e inaspettata” negli abissi

tempo di lettura: 4 minuti

 

livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Liparidi

 

Presentiamo oggi un eccezionale video dell’Ocean Exploration and Research del NOAA su una nuova specie di pesci appartenenti ai Liparidi. I Liparidi, in inglese chiamati snailfish, sono una famiglia di pesci ossei marini dell’ordine degli Scorpaeniformes, come lo scorfano ed il pesce pietra.

Questi pesci meritano il nome inglese di snailfish, pesci lumaca a causa della loro pelle dall’aspetto gelatinoso. Le scaglie sono sempre assenti ma alcune specie possiedono piccoli tubercoli cutanei. La pinna dorsale e la pinna anale sono lunghe e spesso unite alla pinna caudale. Di solito la testa è abbastanza grande, alcune specie hanno un aspetto quasi da girino. La misura massima è attorno al mezzo metro ma molte specie sono lunghe solo pochi centimetri. Questa famiglia, sebbene sia molto più rappresentata nei mari freddi e polari, è presente in tutti gli oceani del pianeta.

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Nel Mediterraneo è presente solo una specie, l’Eutelichthys leptochirus. In realtà questi pesci riescono a sopravvivere in una varietà di habitat; ne esistono specie anche nei mari freddi come il Liparis liparis, comune nell’oceano nord atlantico europeo. Si ritrovano a volte anche nelle pozze di marea ma sono state catturate anche a più di sette mila metri di profondità.


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Nel video originale, un membro del team di ricerca commenta la scoperta, avvenuta nel 2014 a 8.143 metri di profondità, dicendo a sorpresa: “Nessuno sulla Terra ha mai visto questo pesce prima d’ora“. Questa scoperta ha stabilito il record per il pesce vivente più profondo del mondo. Si stima che essi possono resistere ad una pressione equivalente a milleseicento elefanti sul tetto di una piccola auto. I ricercatori hanno affermato che la nuova scoperta è “totalmente nuova e totalmente inaspettata“.

I pesci lumaca sono una delle molte specie osservate durante la spedizione dell’Oceanic and Atmospheric Administration a bordo dell’Okeanos Explorer. Salpando da Honolulu, la spedizione ha studiato gli abissi che circondano l’atollo Johnston del Pacific National Islands Marine National Monument. Questa area è costituita da circa 495.189 miglia quadrate (1.282.534 chilometri quadrati) nell’Oceano Pacifico centrale. Comprende sette isole e atolli: Baker, Howland e Jarvis Island; Johnston, Wake e Palmyra Atoll; e Kingman Reef. Essa comprende 165 punti noti (hot spot) riconosciuti per l’abbondanza e la diversità delle specie. È uno degli ambienti marini tropicali più incontaminati al mondo ma purtroppo è vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico e dell’acidificazione degli oceani. Istituito  nel gennaio 2009 (Obama) e ampliato nel 2014, questo monumento nazionale marino del Pacifico è gestito in cooperazione dal Segretario al Commercio (NOAA) e dal Segretario degli Interni (US Fish and Wildlife Service), con l’eccezione degli atolli di Wake e Johnston, attualmente gestiti dal Dipartimento della Difesa.

Rifugi della fauna selvatica esistono anche in ciascuna delle isole all’interno del monumento nazionale; Howland, Baker e Jarvis furono designati come rifugi nel 1974, Johnston nel 1926, e Kingman e Palmyra nel 2001. In particolare, l’atollo di Johnston è un antico atollo (probabilmente uno dei più antichi dell’Oceano Pacifico) che comprende Johnston, Sand, North e East Islands. È il punto più settentrionale dell’arcipelago delle Isole Line. Johnston supporta almeno 45 specie di coralli, tra cui una fiorente comunità di coralli e una dozzina di specie trovate solo nelle isole Hawaii e del Nord. Qui si trovano anche grandi popolazioni di uccelli marini, tartarughe marine, balene e squali di barriera.

Caratteristiche uniche
Il monumento nazionale marino ospita una varietà di specie tra cui coralli, pesci, molluschi, mammiferi marini, uccelli marini e terrestri, insetti e vegetazione che non si trovano in nessun’altra parte del mondo. Molte specie minacciate, in via di estinzione prosperano ancora nell’area, tra cui le tartarughe verdi, squali di scogliera, cernie, pesci pappagallo, delfini e balene.

squalo pinna bianca photo credit: NOAA Office of Ocean Exploration and Research, 2017 Laulima O Ka Moana

Parte della catena Line Islands, Palmyra Atoll e Kingman Reef sono anche resti di vulcani di circa 65-120 milioni di anni fa. Kingman è la barriera corallina più indisturbata negli Stati Uniti, con una proporzione maggiore di predatori (squali) rispetto a qualsiasi altro ecosistema di barriera corallina studiato al mondo. L’atollo di Palmyra, che consiste di circa cinquanta isolotti e alcune lagune, supporta popolazioni nidificanti di undici specie di uccelli marini. 

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