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livello elementare
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ARGOMENTO: VELA
PERIODO: XIX-XXI SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: America’s cup
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Nel mondo della vela, l’America’s Cup, uno dei trofei più antichi e conosciuti delle competizioni internazionali di yacht a vela, è sicuramente una tra le più prestigiose regate del mondo. Il premio viene assegnato al vincitore delle gare tra due sole barche a vela, la prima, nota come il difensore, rappresenta lo yacht club che detiene la coppa e la seconda, nota come lo sfidante, rappresenta la barca dell’altro yacht club. I tempi di ogni incontro sono determinati da un accordo tra il difensore e lo sfidante.
l’America’s cupThe America’s Cup.jpg – Wikimedia Commons
Questa competizione nacque il 20 agosto 1851, chiamata inizialmente Cup of One Hundred Sovereigns, dal Royal Yacht Squadron della Gran Bretagna. La gara ebbe origine da un invito per la Grande Esibizione del 1851 dal conte di Winton, Commodoro del Royal Yacht Squadron (RYS), che invitò il New York Yacht Club (NYYC) di recente formazione a godere delle strutture della club house del RYS. John Cox Stevens, Commodore del New York Yacht Club, accettò l’invito. La regata si tenne il 22 agosto 1851, su un percorso in senso orario intorno all’Isola di Wight. Il campo di gara era vicino a Cowes Castle, sull’isola di Wight, dove si trovava la sede del Royal Yacht Squadron. La gara si svolse come parte della Royal Yacht Squadron Regatta del 1851. Si iscrissero alla regata diciotto yacht ma solo quindici (tra cutter e schooner) iniziarono al consueto colpo di cannone la competizione velica.
Le barche partecipanti furono:
America, Alarm, Arrow, Aurora, Bacchante, Beatrice, Brilliant, Constance, Eclipse, Freak, Gipsy Queen, Ione, Mona, Volante, and Wyvern.
Lo schooner America, prima barca a vincere la coppa che divenne poi la Coppa America. Si noti che questo non è l’attrezzatura americana come quella con cui vinse la £ 100 Cup nel 1851: Donald McKay e Edward Burgess la ripararono rispettivamente nel 1875 e nel 1885. Nel 1887, l’inclinazione dei suoi alberi fu ridotta, tutti i suoi longheroni furono allungati, presentava una chiglia di piombo e portava due vele di prua extra e una vela di prua aurica. In questa fotografia portava anche un pescatore. Un impianto di perforazione allargato e una costruzione modernizzata avrebbero mantenuto competitiva la vecchia America con venti leggeri. Schooner America-2.jpg – Wikimedia Commons
La coppa fu vinta dall’America, uno schooner da 100 piedi (30 metri) di New York che, nel 1857, donò il trofeo al New York Yacht Club (NYYC) affinché diventasse premio di una competizione internazionale perpetua.
Il trofeo fu quindi ribattezzato America’s Cup secondo i termini del Deed of Gift. In pratica la regola era che ogni yacht club, che soddisfacesse i requisiti specificati, aveva il diritto di sfidare (Challenger) lo yacht club che deteneva la coppa (Defender). Inoltre, il vincitore aveva il diritto di conservare la coppa per rimetterla poi in palio in futuro.
Le regole cambiarono nel tempo
L’America’s cup vide negli anni molti cambiamenti sulle regole di regata. Uno significativo avvenne nel 1876 quando la gara della Coppa America divenne uno scontro tra due barche. Ogni nave concorrente doveva essere progettata, costruita e, nella misura del possibile, allestita esclusivamente nel paese che rappresentava.
Dopo la seconda guerra mondiale, quasi vent’anni senza una nuova sfida, il New York Yacht Club (NYYC) apportò delle modifiche al regolamento per consentire di competere a yacht di classe 12 metri (più piccoli e meno costosi). Nel 1956 fu eliminata la clausola che richiedeva per lo sfidante uno stile di costruzione più pesante di quello del difensore. Le prime regate della coppa furono disputate con yacht di 20-27 m sulla linea di galleggiamento, barche di proprietà di sportivi decisamente … facoltosi.
Dal 1958 al 1987 ogni gara si svolgeva su un percorso di 24 miglia e su sei percorsi con yacht della cosiddetta classe da 12 metri. Interessante il fatto che non vi era sullo yacht nessun elemento che potesse essere 12 metri. Il “12” era infatti il risultato di una complicata formula matematica usata nella costruzione dello yacht. Sulla scia delle polemiche del 1988, fu introdotta la IACC (International America’s Cup Class), che sostituì la classe 12 metri. Nel 1970, si presentarono molti sfidanti, per cui il NYYC accettò che si potessero organizzare una serie di selezioni per arrivare ad uno sfidante ufficiale.
Dal 1983, Louis Vuitton decise di sponsorizzare la Louis Vuitton Cup, come premio per il vincitore della serie di selezioni, per arrivare allo sfidante finale. Nel 1983, dopo che gli yacht americani (sponsorizzati dal New York Yacht Club) avevano difeso con successo la coppa ben 24 volte (senza subire perdite dal 1870) lo yacht australiano Australia II vinse la coppa.
Nel 1987, gli Americani riguadagnarono la coppa e portarono la coppa a San Diego. L’anno successivo, nel 1988, dopo una controversa gara tra il vincitore del catamarano americano da 60 piedi (18 metri) ed un monoscafo Zealander di 132 piedi (40 metri), la vittoria dovette essere decisa nei tribunali e provocò una nuova ridefinizione delle regole che regolavano le gare future. La coppa fu sostituita, nel 1990 dalla International America’s Cup Class, fu usata fino al 2007. Nel 1992, fu sviluppato un nuovo e più veloce yacht da 75 piedi (23 m) di lunghezza complessiva, per gareggiare su un percorso di 22,6 miglia con otto diversi percorsi.
La USA-23 del team America, con il miliardario Bill Koch e la leggenda della vela Harry “Buddy” Melges, sconfisse 4-1 lo sfidante italiano, Il Moro di Venezia ITA-25.
Nel 1995, il Royal New Zealand Yacht Squadron consacrò il Team New Zealand, con a capo Russell Coutts, che con l’imbarcazione Black Magic, inconfondibile per il suo scafo nero, vinse la competizione. Black Magic, grazie alle sue prestazioni, sconfisse facilmente il team Stars & Stripes di Dennis Connor, 5-0, portando la coppa in Nuova Zelanda.
Una curiosità: fino al 1995, il vincitore della competizione America’s Cup doveva vincere almeno quattro delle sette gare ma da quell’anno e fino al 2007 fu richiesto di vincere almeno cinque su nove gare.
L’evento del 1995 si svolse su un percorso di 34.5 miglia nautiche su sei percorsi. Fu vinto dal Royal New Zealand Yacht Squadron, la seconda vittoria di uno sfidante non americano nella storia della competizione.
Il capitano della vittoria della Nuova Zelanda nel 1995 fu Russell Coutts. In quella gara si presentò, per la prima volta nella storia, il primo equipaggio sfidante prevalentemente femminile (a bordo dello yacht USA-43, che fu soprannominato “Mighty Mary“. L’equipaggio del Mighty Mary aveva a bordo un solo uomo, David Dellenbaugh, un veterano della Coppa, come tattico e timoniere di partenza per la gara di apertura delle semifinali difensive contro Young America. A Auckland nel 1999-2000, il Team New Zealand, guidato da Sir Peter Blake, e nuovamente con skipper Russell Coutts, sconfisse lo yacht italiano Prada Challenge dello Yacht Club Punta Ala. Tra l’altro, i team italiano aveva già battuto l’America One, del St. Francis Yacht Club, nella finale della Louis Vuitton Cup. Questa fu, storicamente, la prima America’s Cup ad essere combattuta senza uno sfidante o un difensore americano. Nel 2007 la squadra svizzera, con Brad Butterworth come skipper, difese il titolo. Il Challenger of Record per la 34a America’s Cup fu il Club Nautico di Roma, con Mascalzone Latino che aveva partecipato con successo alla serie di selezione.
La coppa fu nuovamente riconquistata nel 2010 dagli statunitensi con una barca di proprietà dell’imprenditore Larry Ellison, Oracle Team USA. Ricorderete che fu una competizione che si rivelò molto combattuta (soprattutto per le numerose battaglie in tribunale che la seguirono). Il 12 maggio 2011, il Club Nautico di Roma decise di ritirarsi dalla competizione per mancanza di fondi. Essendo il secondo yacht club a presentare una sfida, il Royal Swedish Yacht Club assunse quindi le funzioni dello sfidante.
Nel 2013 gli Stati Uniti hanno avuto uno dei più drammatici comeback nella storia dello sport velico: la squadra americana, capitanata da Jimmy Spithill al comando di un nuovo catamarano da 22 metri, fu sconfitta dalla Nuova Zelanda 8-1 ma poi vinse le restanti otto gare ottenendo la vittoria più inaspettata dell’America’s Cup di tutti i tempi. L’America’s Cup è attualmente detenuta dal Royal New Zealand Yacht Squadron, che difenderà la Coppa nella prossima sfida.
Luna rossa – autore foto Nieri Vittorio Luna-rossa-prada-pirelli-vela.jpg – Wikimedia Commons
Lo sfidante della 36ma America’s Cup sarà il Circolo della Vela Sicilia con il team Luna Rossa Challenge. L’evento si terrà nell’estate meridionale, nella prima parte del 2021. Rai e Sky Sport hanno formalizzato gli accordi per trasmettere in esclusiva tutti gli eventi legati all’America’s Cup. Il primo appuntamento sarà dal 17 al 20 dicembre con l’America’s Cup World Series e la Christmas Race ad Auckland, dove per la prima volta vedremo gli AC75 dei quattro team regatare insieme nel Golfo di Hauraki.
Dopo la pausa delle festività di fine anno, a partire dal 15 gennaio 2021 le competizioni entreranno nel vivo con la PRADA Cup. Il vincitore sfiderà il Defender, Emirates Team New Zealand, nelle regate del match finale della 36^ edizione dell’America’s Cup in programma a partire dal 6 marzo 2021.
in anteprima Constitution, Columbia e Independence, un minuto dopo l’inizio, nelle prove di selezione dei defenders dell’America’s Cup del 1901
1901 America’s Cup trials.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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