ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA MARINA
PERIODO: ODIERNO
AREA: OVUNQUE
parole chiave: mammiferi, balene, sound
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Il canto è una caratteristica osservata tra molte specie di cetacei come la megattera e la balenottera azzurra. Questi mammiferi marini sono infatti in grado di produrre forti note e toni melodici che imitano da vicino i suoni della musica creata dagli Umani e sono comunemente chiamati canti delle balene. Sebbene sia i maschi che le femmine siano in grado di vocalizzare, in genere solo i maschi producono queste melodie fragorose, lunghe e complesse.
Balene Megattere (Misticeti) lungo le coste delle isole della Reunion – immagine da link
Quale è il loro significato?
I ricercatori non sono riusciti ancora a decifrarli ma sono stati evidenziati alcuni fattori curiosi che hanno fornito alcune informazioni sul loro possibile significato. Ad esempio, essi sono spesso prodotti nella stagione degli accoppiamenti per cui si pensa che sia un modo per far comprendere alle eventuali compagne il desiderio di accoppiarsi. La grande diversità di suoni fa pensare che i maschi attraverso questi canti diano sfoggio della loro forza e vitalità alle potenziali partner. Quando il maschio si accompagna con una femmina produce una sequenza di suoni caratteristici che dimostrano la sua voglia corteggiarla.
Vi sono esemplari che cantano da soli mentre altri in gruppo. Interessante il fatto che quando cantano insieme, essi sono perfettamente in sintonia gli uni con gli altri. Inoltre, i maschi separati dal branco, anche se si trovano a lunghe distanze, possono continuare a cantare la stessa melodia, restando intonati con il gruppo. I canti possono durare da pochi minuti a mezz’ora e quindi ripetersi nel corso di diverse ore o addirittura giorni. Sebbene melodie e note possano cambiare, i maschi continuano a cantare fra di loro sempre in armonia. In certi casi, è stato notato che un maschio si avvicina a un altro maschio che sta cantando, questo può diventare aggressivo, territoriale e difensivo, il che suggerisce che non ama essere interrotto o sfidato durante i periodi della ricerca di accoppiamento.
Una femmina Humpback nuota con il suo piccolo. Le femmine cantano con suoni a bassa frequenza – Fonte Humpback whales in singing position.jpg – Wikimedia Commons
Oltre la stagione degli amori, questi mammiferi marini cantano anche in altre circostanze. Ad esempio nei periodi di caccia, quando hanno perso un’elemento del gruppo oppure quando si sentono “soli” per lunghi periodi di tempo. In particolare, sembrerebbe che queste emissioni di suoni si diversifichino da quelle registrate durante i periodi di accoppiamento. Essi sono più acuti, profondi e in bassa frequenza (20Hz – 10 kHz) al fine di potersi propagare su grandi distanze. I ricercatori hanno misurato l’estensione vocale di questi mammiferi che può arrivare ad almeno sette ottave, con intervalli tra le note molto simili a quelli utilizzati dall’Uomo nelle sue vocalità. Il dottor Christopher Clark della Cornell University, usando dei dati acustici raccolti in trent’anni di ricerche militari, ritiene che i suoni delle balene possano viaggiare in acqua a distanze di 3000 chilometri.
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Il suono nei Cetacei
Non tutti i cetacei cantano. I suoni delle balene differiscono da quelli dei delfini e delle focene. Questo dipende dalle diverse strutture morfologiche di questi mammiferi. Ad esempio le balene, appartenenti ai misticeti, pur mancando delle corde vocali, sembrerebbe utilizzino la laringe per la produzione del suono, riciclando l’aria attorno al corpo. Sembrerebbe che siano in grado di produrre suoni anche tramite i loro seni cranici. Per quanto riguarda gli odontoceti (delfini ed alcune balene dentate di dimensioni minori), essi producono rapide sequenze di clic ad alta frequenza, probabilmente impiegati per l’eco localizzazione di altri individui o delle prede. I suoni sono emessi su frequenze da 0,2 a 150 kHz. Le frequenze più basse vengono utilizzate per effettuare la localizzazione a maggiori distanza mentre quelle più alte per discriminare con maggiore precisione i contatti a brevi distanze, rivelando informazioni più dettagliate sulla posizione e forma del bersaglio. Gli echi di ritorno trasmettono non solo la distanza dall’obiettivo ma anche la sua dimensione, composizione, velocità ed il vettore di spostamento dello stesso. In pratica si tratta di un sofisticato tracciamento acustico superiore a molti sonar militari.
Esperimenti svolti dalla marina statunitense hanno confermato che essi sono in grado di riconoscere oggetti sotto il sedimento, funzionando in pratica come dei sonar parametrici. I fischi sono invece usati per comunicare. Tali “fischi” sono distintivi per l’individuo e possono servire come forma di identificazione con gli altri odontoceti. Questa tipologia sonora è presente in tutti gli odontoceti che comunicano fra loro usando scatti e fischi acuti in contrasto con i suoni lunghi e acuti delle balene più grandi (misticeti).
Esiste una spiegazione?
Le balenottere, a eccezione di quella b. tropicale di Bryde, sono presenti negli oceani di tutto il mondo; la megattera ha un ristretto areale artico mentre la balena franca vive solo nel Nord Atlantico. Nel loro migrare alla ricerca di cibo le formazioni sembra abbiano la necessità di scambiare informazioni anche a grandi distanze. La loro comunicazione si basa sull’utilizzo di varie frequenze e toni sonori differenziati che vanno da suoni lunghi, profondi, talvolta lamentosi, a bassa frequenza che sembrano provenire da un mondo lontano. La grande ampiezza sonora e le variazione di durata e frequenza dei suoni suggeriscono si tratti di un vero e proprio linguaggio complesso, sviluppato per scambiare informazioni non limitate a quelle strettamente necessarie alla loro sopravvivenza (caccia ed accoppiamento). Come gli esseri umani, che grazie a toni diversi possono identificare persone diverse in una stanza, anche le balene comunicano fra di loro, utilizzando frequenze e toni diversi, distintivi dei singoli individui. In questo modo un gruppo di maschi dello stesso gruppo può comunicare fra di loro usando gli stessi suoni, mentre una femmina che ha appena partorito sarà in grado di emettere un insieme completamente diverso di suoni. Un comportamento simile al nostro quando ci troviamo in una grande stanza dove si svolge una festa ed ognuno parla selettivamente con i propri vicini, ignorando le conversazioni degli altri.
Alcuni scienziati ritengono che le balene siano così intelligenti da aver sviluppato un loro linguaggio così complesso da poter essere codificato secondo regole precise in modo da riconoscersi e da informare gli altri di cosa succede intorno a loro. Se così fosse forse un giorno saremo in grado di creare una tecnologia che ci permetterà di comunicare con questi meravigliosi mammiferi marini.
Un progetto decisamente affascinante ma, nel frattempo, cerchiamo di proteggerle dalla loro estinzione.
in anteprima File:Humpback whales in singing position.jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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