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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Lusitania, relitto
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Tra i grandi disastri del mare, quello del Lusitania fu forse il più drammatico, causando la perdita di moltissime vittime in pochi minuti; il suo affondamento provocò un tale sdegno che spinse gli Stati Uniti ad entrare in guerra.
La domanda che gli storici si pongono è se fu un atto vile, un caso maledetto del destino o un bersaglio prestabilito per un sommergibile tedesco?
RMS Lusitania – Fonte Francis A. March, “History of the World War”, 1919, Chicago, pg 258.RMS Luisitania.jpg – Wikimedia Commons
Una regina del mare
Partiamo dall’inizio. Il Lusitania era stato costruito da John Brown & Co. Ltd, Glasgow, e fu consegnato alla compagnia Cunard Line il 7 giugno 1906. La grande nave era stata ideata per essere il transatlantico più grande e più veloce mai costruito (fu infatti superato in grandezza dall’Olympic solo nel 1911). Grazie a 25 caldaie Scotch, 4 turbine ad azione diretta Parsons per un totale di 76 000 CV, 4 assi elica con 4 eliche a tripla pala, poteva raggiungere una velocità di 27 nodi che, per una nave di 239,8 metri di lunghezza e 26,6 metri di larghezza, era straordinaria. Aveva un equipaggio di 850 persone e poteva ospitare circa 2.200 passeggeri che in parte potevano godere dei suoi lussuosi interni, disegnati con grande raffinatezza in ambienti caratterizzati da stili diversi.
RMS Lusitania alla fine del suo record voyage (nastro azzurro), settembre 1907 – Fonte Library of Congress Prints and Photographs Division, LC-USZ62-64956 – Autore N. W. Penfield New York CityThe Lusitania at end of record voyage 1907 LC-USZ62-64956.jpg – Wikimedia Commons
Il viaggio inaugurale iniziò il 7 settembre 1907 per concludersi a New York sei giorni dopo, il 13 settembre. Il transatlantico, tra il 1907 ed il 1909, subì molte modifiche che comportarono un miglioramento delle sue prestazioni che le fecero superare, per ben quattro volte, il record di velocità nella traversata dell’Atlantico verso Ovest, il cosiddetto Nastro Azzurro (o Blue Riband). In seguito la nave, pur rimanendo una nave commerciale, fu sottoposta a nuove modifiche strutturali e registrata dall’Ammiragliato britannico come Armed Merchant Cruiser (AMC). In pratica una nave ausiliaria assegnata per compiti bellici alla Marina Reale britannica.
Prima di proseguire la sua storia, al fine di comprendere meglio che cosa accadde dopo, va menzionato che nell’aprile del 1915, l’ambasciata tedesca fece pubblicare un avviso sulla stampa statunitense con il consenso del capo del servizio segreto tedesco, Franz von Papen che recitava così: «Ai viaggiatori che intendono intraprendere la traversata atlantica si ricorda che tra la Germania e la Gran Bretagna esiste uno Stato di guerra. Si ricorda che la zona di guerra comprende le acque adiacenti alla Gran Bretagna e che, in conformità di un preavviso formale da parte del Governo Tedesco, le imbarcazioni battenti la bandiera della Gran Bretagna o di uno qualsiasi dei suoi alleati sono passabili di distruzione una volta entrati in quelle stesse acque.»
Gli Stati Uniti e la Germania non erano in guerra ma allo Stato Maggiore tedesco era chiaro che la rotta atlantica era una via di rifornimenti per i loro avversari. Di fatto il Lusitania il 1 maggio 1915 lasciò il molo 54 di New York diretto in Inghilterra. Ma la nave non trasportava solo passeggeri … dai manifesti di carico, oltre a normali generi di mercanzia ed a 1.638 lingotti di rame, figuravano anche materiali esplosivi come granate a schegge multiple e 4.927 cassette di cartucce con un peso complessivo di 173 tonnellate, destinate al Royal Arsenal di Woolwich. All’ultimo momento, altre duemila casse di munizioni furono trasbordate dalla nave Queen Margaret insieme a 70 passeggeri e 7 marinai, portando così a 1964 il totale delle persone a bordo. La traversata fu tranquilla fino all’avvicinarsi delle coste irlandesi quando il Comandante fu avvisato che vi erano dei sommergibili tedeschi in zona. La notizia si sparse rapidamente e molti passeggeri preferirono restare sui ponti superiori invece di scendere nelle loro cabine.
Il sottomarino tedesco U 20 si incagliò a Vrist, sulla costa danese il 4 novembre 1916 e il giorno successivo fu fatto saltare in aria dal suo equipaggio. Il 7 maggio 1915 l’U 20 (Kptlt. Walther Schwieger al comando) aveva silurato il transatlantico britannico RMS Lusitania
U-20 grounded Denmark 1916.JPG – Wikimedia Commons
Il sommergibile tedesco U-20, al comando del comandante Walther Schwieger, uno dei più valorosi sommergibilisti della KriegsMarine, era partito da Emden, Germania, per una missione di attacco contro i convogli nemici. Dopo aver circumnavigato la Scozia si era diretto a sud nel mare celtico, aspettando in agguato nuovi bersagli. Il 6 maggio aveva colpito ed affondato il SS Candidate e il SS Centurion ma la notizia del loro affondamento non era stata diffusa al traffico mercantile. Il 7 maggio il Lusitania si trovava approssimativamente a trenta miglia da Cape Clear, Irlanda ed il comandante del RMS Lusitania, William Thomas Turner, decise di ridurre la velocità a 18 nodi a causa della nebbia e, invece di adottare la procedura prevista (consistente in continui cambi di rotta), decise di proseguire dritto verso la destinazione. Fu un grave errore ed alle ore 14:10, a dieci miglia a sud dell’Old Head of Kinsale, incrociò il sommergibile U-20.
Il sommergibile calcolò con precisione la rotta di intercetto e lanciò un solo siluro che andò a segno. Dopo l’impatto a bordo avvenne una forte esplosione seguita quasi immediatamente da una seconda esplosione. Lo stesso Schwieger nel suo rapporto riportò: «Lo scoppio del siluro dev’essere stato seguito da un secondo (caldaia, carbone, polvere da sparo?). Le sovrastrutture sovrastanti sono squarciate, scoppia un incendio e la nave comincia a capovolgersi verso dritta appruandosi nel contempo.»
Ricostruzione degli ultimi movimenti della RMS Lusitania (basata su “The Lusitania Disaster” di Bailey e Ryan),insieme alla rotta approssimativa dell’SM U-20 (basata sulla ricostruzione della Room 40), include i suoi ultimi affondamenti – Movements of RMS Lusitania and SM U-20.svg – Wikimedia Commons
Di fatto, dopo le esplosioni, il Lusitania, considerata la nave più sicura del mondo, colò a picco in solo diciotto minuti. La notizia colpì l’opinione statunitense (a bordo c’erano anche cittadini americani) e dopo molte polemiche l’entrata in guerra degli Stati Uniti ne fu la logica conseguenza. Gli Inglesi presentarono l’affondamento come un incidente dovuto ad un vile attacco dei Tedeschi favorito dall’imperizia del comandante della nave, William Turner che aveva messo la nave in bocca al nemico.
I segreti del Lusitania
Il relitto del Lusitania fu localizzato il 6 ottobre 1935, 11 miglia a sud del faro di Kinsale. Si trova sul lato di dritta con un angolo di circa 30 gradi, a circa 93 m di profondità. Nel 1935 fu effettuata una spedizione di ricerca del relitto dalla Argonaut Corporation Ltd con base a Glasgow a bordo della nave di salvataggio Orphir e, dopo tre mesi, fu scoperto il 6 ottobre 1935. Il subacqueo Jim Jarrett indossò uno scafandro Tritonia per esplorare il relitto a una profondità di 93 metri.
A sinistra del palombaro, lo scafandro rigido da immersione Tritonia di J. Peress, con il quale Jim Jarrett esplorò il relitto del Lusitania nel 1935. Jim Jarrett era il capo subacqueo di Peress e si immerse fino a 312 piedi. Questo scafandro è il precursore del “Jim”, e prese il nome da Jim Jarrett. Fonte libreria fotografica NOAA ID immagine: nur06017, Collezione National Undersearch Research Program (NURP). Credito: OAR/Programma Nazionale di Ricerca Sottomarina (NURP) http://www.photolib.noaa.gov/nurp/nur06017.htm Tritonia Lusitania 1935.jpg – Wikimedia Commons
Il relitto appare gravemente collassato sul lato di dritta, probabilmente a causa della forza con cui colpì il fondo, alle forze generate delle maree invernali ed alla corrosione dello scafo nei decenni successivi all’affondamento. Inoltre appare avvolto da grandi reti da pesca che rendono pericolosa per i subacquei l’esplorazione del relitto. Nelle ricostruzioni sonar il relitto presenta un largo squarcio a prua nel punto dove esplose il siluro. La parte più intatta è proprio la prua in cui è ancora visibile il nome LUSITANIA sul lato sinistro.
immagine sonar da Lusitania-Overview-with-coordinates.jpg | Encyclopedia Titanica Message Board (encyclopedia-titanica.org)
Si identificano numerosi oblò lungo la fiancata del relitto, molti dei quali hanno mantenuto ancora intatti i loro vetri. Alcuni dei parapetti della nave sono ancora visibili come il rivestimento in teck della prima classe. L’ancora di dritta è ancora saldamente in posizione. Sparsi su tutto il relitto sono presenti numerosi manufatti, come lampadari e la porcellana della compagnia di navigazione Cunard.
La presenza delle reti e la gelida temperatura dell’acqua rappresentano, assieme alla profondità, alla pessima visibilità ed alle forti correnti oceaniche, un notevole rischio per i subacquei tecnici che vi si avventurano. La maggior parte della struttura del ponte è scivolata lungo il lato di dritta del relitto, appoggiandosi nel campo di detriti sparsi sul fondo del mare. Nel 1982 la società statunitense Oceaneering International recuperò svariati manufatti comprese tre delle quattro eliche della nave; l’esemplare in migliori condizioni fu poi acquistato nel 1989 dal Merseyside Maritime Museum di Liverpool ed è oggi esposto in mostra permanente sulla banchina davanti al museo.
Nel 1993 l’équipe scientifica di Robert Ballard indagò più approfonditamente il relitto e, da allora, le ricerche sulla vecchia signora del mare non sono mai terminate. Considerato un sacrario del mare, è stato dichiarato relitto protetto dal governo irlandese nel 1995 che ancor oggi ne regola il permesso di accesso con gli attuali proprietari.
Un aspetto inquietante
Quale fu la causa della seconda esplosione che provocò il repentino affondamento? Dopo il drammatico evento gli Inglesi accusarono i Tedeschi di aver massacrato dei civili ma questi sostennero che era stata silurata una nave militare che trasportava materiale bellico e quindi era un obbiettivo militare legittimo. In seguito Winston Churchill fu sospettato di conoscere le circostanze dell’attacco più di quanto avesse lasciato credere in pubblico e, in una lettera confidenziale scritta poco dopo l’affondamento, aveva in qualche modo auspicato un attacco da parte dei sommergibili tedeschi per coinvolgere gli Stati Uniti nel conflitto, scrivendo: “E’ della massima importanza attrarre le navi neutrali sulle nostre rive, soprattutto nella speranza di coinvolgere gli Stati Uniti contro la Germania. Da parte nostra vogliamo il traffico – più ce n’è meglio è, e se qualcuno finisce nei guai, ancora meglio”. La frase si commenta da sola.
proiettili prelevati nella stiva del Lusitania www.lusitania.net
Gregg Bernis e National Geographic Channel, dopo aver visitato il relitto ed averne esplorato anche gli interni ritrovarono effettivamente degli esplosivi prelevati nell’interno della nave e li consegnarono ad un team di scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, California, per verificare le diverse teorie dell’esplosione. La domanda che ci possiamo porre è se fu la prima esplosione ad innescare le casse di munizioni, causandone una seconda o ci fu un’altra causa? Bernis sta ora finanziando nuove ricerche per arrivare finalmente ad una verità storica ed ha dichiarato: “Questi quattro milioni di proiettili non erano “solo” la scorta di qualche cacciatore privato. Ora che li abbiamo trovati gli inglesi non possono più negare che c’erano munizioni a bordo. C’erano letteralmente tonnellate e tonnellate di roba immagazzinata nelle stive non refrigerate del carico, ambiguamente etichettate come formaggio, burro e ostriche. Ho sempre avuto la sensazione che ci fossero esplosivi importanti nelle stive – granate, polvere da sparo, fulmicotone che vennero fatti saltare dal siluro e dall’afflusso dell’acqua. E’ questo che ha affondato la nave”.
Andrea Mucedola
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in anteprima immagine sonar del relitto del Lusitania con una risoluzione di 25 cm. Il relitto, inclinato sul lato dritto, è orientato NE-SW con la prua rivolta a NE – Immagine prodotta da INFOMAR/Geological Survey of Ireland/Marine Institute
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Gli Inglesi utilizzarono il sito negli anni ’30 del secolo scorso per provare bombe di profondità, questo spiega le condizioni del relitto.
interessante ha qualche dettaglio?