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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Turgut Ali
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Come in tutte le storie vere che si rispettano esistono anche leggende di tesori. A Punta Chiappa vicino a Portofino esiste la “Cala dell’Oro” dove si racconta che il corsaro ottomano Dragut avrebbe nascosto in una grotta un favoloso tesoro frutto delle razzie fatte lungo la costa ligure.
Si racconta che Dragut si accanì particolarmente sui borghi liguri per reazione all’affronto subito anni prima dai Doria dopo la sua cattura. Dragut, dopo essere stato imprigionato e deriso, fu messo ai remi delle navi genovesi per quasi tre anni. Fu così che, una volta riacquistata la libertà, si vendicò saccheggiando numerosi Borghi, fra cui Recco, Rapallo, Sanremo, Bergeggi, Manarola, Laigueglia, San Lorenzo, Santo Stefano, Monterosso, Corniglia, Ospedaletti e San Fruttuoso.
Secondo la leggenda, nella primavera del 1557, Dragut, già stracarico di tesori, si era presentato con le sue navi davanti a Camogli, un villaggio di pescatori poco distante da Recco che aveva appena depredato. Gli abitanti si erano riversati dentro il castello della Dragonara e tutti si prepararono ad una strenua, anche se probabilmente inutile difesa. Stranamente il corsaro improvvisamente si allontanò, lasciando intatto il villaggio ed i suoi abitanti. Tutti, increduli ma sollevati, tirarono un sospiro di sollievo e tornarono alle loro case.
Nella notte Dragut diede ordine alle sue navi di rientrare a Tunisi con una parte dell’oro e con tutti i prigionieri da vendere come schiavi. Invece il Rais, con la sua nave ammiraglia carica di sacchi d’oro e di oggetti preziosi, costeggiò verso Oriente, lungo la costa del monte di Portofino, si pensa, alla ricerca di un nascondiglio sicuro per il suo tesoro. Passata Punta Chiappa, Dragut, avvistò una piccola cala, profonda e stretta; una come tante che si ritrovano lungo la costa ligure di levante ed ordinò ai suoi uomini di dare fondo alle ancore e di mettere in mare una scialuppa. La fece quindi caricare con i sacchi del suo bottino e, con la sola compagnia di Salim, il suo fedele servitore sordomuto, si diresse verso terra. La riva era scoscesa e piena di rocce ma i due riuscirono ad avvicinarsi e ad ancorare la barca.
La leggenda di un tesoro favoloso
La storia racconta che Dragut, sceso a terra, si mise a cercare un luogo adatto e, in fondo alla cala quasi nascosto dietro ad una roccia, trovò una piccola grotta con un ingresso stretto ma abbastanza grande all’interno da contenere tutto il suo tesoro. Dopo aver trasferito il bottino, l’ingresso fu celato ponendo come protezione al suo ingresso un grosso tronco.
Tornato sulla scialuppa Dragut, ritornò a remi alla sua nave ma non prima di aver ucciso il povero marinaio che lo aveva accompagnato, unico testimone del nascondiglio. Salito a bordo disse che il suo servo era morto cadendo su una roccia nella piccola cala e diede ordine all’equipaggio di salpare immediatamente per ritornare verso il porto di Tunisi. Del tesoro non se ne seppe più nulla.
Nei secoli, la leggenda fu tramandata alle nuove generazioni. Si racconta che il tesoro fu ritrovato da dei giovani locali ma al momento del recupero del bottino, dalle nebbie sul mare, apparve un antico veliero che se lo portò via con se. Ancora oggi, i vecchi tra un mugugno e l’altro, affermano di aver intravisto il fantasma di Dragut che all’imbrunire si avvicina alla costa per recuperare il suo tesoro.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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