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livello elementare
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ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: sottomarini, sommergibili
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Nel campo delle forze subacquee, a fronte della costruzione di nuovi battelli nucleari sempre più letali, stanno nascendo progetti di sommergibili convenzionali di tutto rispetto il cui impatto nelle operazioni marittime future non può essere trascurato.
sommergibile russo Classe Kilo, Progetto 636. La silenziosità di questi battelli convenzionali è molto curata e la superficie esterna è stata rivestita di piastrelle anecoiche per ridurre l’effetto di riflessione delle onde emesse dai sonar avversari. La sua silenziosità alle basse velocità è tale che la US Navy lo ha soprannominato il buco nero
Submarine Kilo class.jpg – Wikimedia Commons
Sebbene i sottomarini nucleari abbiano molti vantaggi (sono più veloci, non devono esporre periodicamente lo snorkel per la ricarica delle batterie, hanno energia virtualmente illimitata ed autonomia limitata solo dalle necessità dell’equipaggio), peccano talvolta nel controllo della loro rumorosità, cosa che li rende più facilmente identificabili dalle forze di superficie e subacquee avversarie. Di contro, i sottomarini convenzionali sono più piccoli e silenziosi, e possono posarsi su bassi fondali in agguato, rendendosi estremamente difficili da scoprire. Armi di più basso costo ma non meno letali che mettono in discussione la sicurezza del traffico mercantile.
In futuro il fattore costo-efficacia, in situazioni di crisi asimmetriche, potrebbe quindi pendere a loro favore, cosa che costringerebbe le marine che attualmente usano esclusivamente sottomarini nucleari (come la US Navy, la Royal Navy e la Marine Nationale) a dover rivedere i loro programmi costruttivi e dotarsi anche di sistemi convenzionali.
Piccoli ma letali
Secondo l’agenzia di stampa governativa russa RIA Novosti, Russia e Cina stanno collaborando ad un nuovo progetto di sottomarino convenzionale la cui realizzazione impensierisce non poco il Pentagono. La Russia vanta una tradizione di costruzione di sottomarini di tutto rispetto e non sorprende il fatto che la loro tecnologia sia significativamente più avanti di quella cinese. Non a caso, durante la Guerra Fredda, la Russia aveva aiutato il Dragone rosso a sviluppare la sua cantieristica specialistica per la costruzione dei sottomarini classe Golf e classe Romeo, dotati di missili balistici. Un esempio recente il sottomarino tipo 094 (SSBN classe Jin) che sembra sia stato realizzato con l’assistenza russa.
La classe Tipo 094, o classe Jin, è una classe di sottomarini lanciamissili balistici della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese. Successori della precedente classe Xia, i Jin rappresentano la componente navale della triade nucleare cinese – Fonte CSR Report RL33153 China Naval Modernization: Implications for U.S. Navy Capabilities — Background and Issues for Congress by Ronald O’Rourke dated February 28, 2014 – Jin (Type 094) Class Ballistic Missile Submarine.JPG – Wikimedia Commons
Il sottomarino è dotato di dodici tubi di lancio per il missile a lungo raggio JL-2 che può trasportare da 3 a 4 MIRV. Questo sommergibile, dislocato nelle acque cinesi, in caso di crisi potrebbe lanciare i suoi missili, con una portata di 8.000 chilometri, contro obiettivi della costa occidentale degli Stati Uniti. Sempre nell’ambito della collaborazione sino-russa, recentemente la Russia ha fornito alla Cina sottomarini d’attacco convenzionali (con propulsione diesel-elettrici) classe Kilo. Il progetto di cessione è coordinato dal servizio federale russo per la cooperazione tecnico-militare.
Questo progetto è però di interesse biunivoco in quanto ci sono settori in cui la Russia potrebbe avvantaggiarsi in alcuni campi dall’esperienza cinese. E’ infatti assodato che la Cina sia ora in grado di realizzare autonomamente i propri sottomarini, risultando all’avanguardia nei sistemi di propulsione con l’impiego di sistemi AIP (Air Independent Propulsion). Una tecnologia in cui la Russia, sebbene ne sia stata pioniere nelle prime fasi della Guerra Fredda, è restata indietro. Secondo le fonti aperte tale propulsione avrebbe dovuto essere già installata sulla classe Lada, ma sembrerebbe che la realizzazione sui futuri battelli classe Amur sia ancora in alto mare. Non è di fatto chiaro se la marina russa abbia già deciso quale classe di sottomarini diesel-elettrici dovrà essere equipaggiata per prima con impianti di propulsione indipendente dall’aria (AIP). Secondo l’ammiraglio Vladimir Korolyov, Comandante in capo della Marina russa i candidati sono il Progetto 677 Lada o il nuovo Progetto Kalina, un sottomarino diesel-elettrico di quinta generazione attualmente in fase di sviluppo per la Marina russa. Quest’ultima classe potrà essere dotata di una tecnologia di propulsione indipendente dall’aria (API) e potrebbe essere venduta alla Marina Cinese.
La propulsione AIP fornirebbe al sottomarino un modo alternativo di propulsione senza la necessità di tornare in superficie per lunghi periodi (idealmente per l’intera missione), estendendo la sua portata sott’acqua e diminuendone il coefficiente di indiscrezione (rapporto tra il tempo in cui il sottomarino espone un’appendice come lo snorkel, divenendo implicitamente scopribile con sensori ottici e radar, e quello dell’intera missione, durante la quale è prevalentemente completamente immerso).
Un battello subacqueo cinese identificato come sottomarino da attacco tipo 039A (nome in codice NATO: classe Yuan) – Fonte CSR Report RL33153 China Naval Modernization: Implications for U.S. Navy Capabilities — Background and Issues for Congress by Ronald O’Rourke dated February 28, 2014 – Yuan (Type 039A) Class Attack Submarine.JPG – Wikimedia Commons
Dalle fonti sembrerebbe che la tecnologia AIP installata a bordo della classe Yuan sia invece più avanti di quella russa, per cui potrebbe essere un campo di mutua collaborazione con Mosca, magari in cambio di qualche sistema d’arma più moderno. Questa collaborazione potrebbe essere vincente, aumentando la pericolosità di questi battelli. Questo costringerebbe le forze occidentali a rivedere le tattiche per la lotta contro i sommergibili in quell’area.
Secondo una prima valutazione dell’Istituto navale statunitense (USNI), la classe Yuan è stata progettata principalmente come “piattaforma di missili da crociera antinave (ASCM) in grado di restare immersa per lunghi periodi in litorali poco profondi e di difficile accesso“. Armata con siluri cinesi questa classe può imbarcare anche modelli russi e, si ipotizza, potrebbe essere equipaggiata con il missile supersonico cinese YJ-18 (simile al 3M-54 Kalibr russo). Questo giustificherebbe un’altra valutazione dell’USNI che gli attribuisce una capacità di impiego in alto mare, ovvero oltre le acque costiere.
missile cinese supersonico antinave Eagle YJ-18 – Autore Salah Rashad Zaqzoq
Yj-18 missile.jpg – Wikimedia Commons
Un’altra area di confronto tecnologico di comune interesse russo-cinese è la realizzazione di batterie di elevata capacità agli ioni di litio. Le prime batterie di questo tipo al mondo furono realizzate in Giappone, poi sviluppate con successo dalle industrie sudcoreane e italiane. Sembrerebbe che questa soluzione sia stata adottata anche dalla marina cinese e potrebbe quindi essere di interesse anche quella russa.
L’insieme di questi fattori di comune interesse può far pensare che questa sinergia potrebbe portare alla realizzazione di un nuovo sottomarino convenzionale russo cinese, che vedrebbe uno scambio di know-how reciprocamente vantaggioso condividendo le conoscenze cinesi nel campo della propulsione con quelle dei sistemi di combattimento e di armamento in cui la Russia è più avanti.
Il sottomarino russo della classe Lada è degno di nota per il suo moderno sistema sonar. La classe Yuan cinese ha anche un sistema Air Independent Power (AIP) che manca al sottomarino russo – Fonte H I SUTTON
Non a caso l’Ufficio russo di progettazione Malakhit Marine Engineering Bureau sta promuovendo un battello subacqueo, il P750B Serval, della lunghezza di circa 70 metri propulso da un sistema AIP che utilizza turbine a gas alimentate ad ossigeno liquido. Il funzionamento prevedrebbe che l’ossigeno entri nella turbina come agente ossidante e il gasolio verrebbe utilizzato come combustibile. La corrente elettrica prodotta dal turbogeneratore verrebbe quindi utilizzata sia per il funzionamento dei sistemi di bordo che per la propulsione.
Questo sommergibile potrebbe essere venduto sul mercato internazionale, inserendosi nell’offerta dei nuovi sottomarini d’attacco convenzionali in cui la Cina sta ottenendo una quota sempre maggiore di vendite in Paesi come Thailandia, Bangladesh e Pakistan. Un sottomarino combinato russo-cinese potrebbe essere quindi una possibilità commerciale appetibile e troverebbe un impiego ottimale nelle aree sensibili del medio ed estremo Oriente.
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Si ringrazia per la consulenza il contrammiraglio ITN (ris) Fernando Cerutti
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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