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livello elementare
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: VIII SECOLO a.C. – V SECOLO d.C.
AREA: MARE MEDITERRANEO
parole chiave: Roma, potere marittimo romano, architettura navale
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La nascita e sviluppo del potere marittimo romano è un argomento troppo complesso per essere decritto in un solo breve articolo divulgativo. Inizio oggi con l’ascesa di quel popolo, inizialmente una tribù che viveva su uno dei sette colli di quella che sarebbe diventata Roma, sulla scena marittima mediterranea.
Ascesa di Roma
La grandezza di Roma può essere apprezzata dal fatto che nonostante la caduta del suo Impero la sua eredità rimase indelebile nella cultura e civiltà di tutti popoli con cui venne a contatto. Una domanda che molti si fanno è come fu possibile che una tribù di pastori fu in grado di conquistare il mondo conosciuto? La lotta tra tribù era cosa normale nel tempo antico, per predare raccolti e nuove donne che avrebbero partorito nuovi figli e fatto crescere numericamente la comunità. Azioni violente e predatorie che vanno però valutate in relazione al periodo storico in cui avvennero. In realtà la guerra fra comunità era un’esigenza per assicurare le risorse al proprio clan. La maggiore parte dei popoli italici avevano alle spalle una lunga storia ed erano tutt’altro che arretrati ma i Romani intravidero un disegno, una visione che li avrebbe poi portati ad impossessarsi di tutta la Pensola e poi del mondo conosciuto.
Il successo delle guerre contro i vicini è da attribuirsi all’intelligenza strategica, fatta di organizzazione ma anche di valutazione politica che vedeva negli avversari non un qualcosa da annichilire ma possibili futuri alleati. Quando Roma incominciò a combattere nella penisola esercitò una lenta politica di assorbimento dei popoli con cui veniva a contatto. Questa politica durò fino alle guerre puniche quando l’estensione dei territori conquistati portò la necessità di creare le Province, amministrate da un loro Governatore che rappresentava il potere di Roma in quelle terre lontane. Voglio tornare al concetto, importantissimo di assorbimento, che oggi potremmo chiamare integrazione.

altorilievo romano di navi mercantili – Museo di Mainz
Voglio tornare al concetto, importantissimo di assorbimento sociale, che oggi potremmo chiamare integrazione. Roma comprese che condividere i privilegi, dando una migliore vita ai popoli che sottometteva, avrebbe assicurato stabilità e ricchezza per tutti. Un elemento importante della pax romana, estesa da Ottaviano all’allora urbis et orbis, fu rappresentato dalla flotta romana che, pur nascendo di fatto durante la prima guerra punica, in realtà si consolidò in modo permanente solo con l’avvento dell’Impero e mantenne la sua influenza quasi fino a tutto il V secolo dopo Cristo.
Un’organizzazione marittima funzionale in una sfera terrestre
Sebbene la flotta militare fosse organizzata con porti e servizi dislocati in basi navali lungo la penisola e nelle Provincie a protezione delle rotte commerciali, in realtà i Romani furono sempre legati ad una visione terrestre della sicurezza dell’Impero. Questo derivò dalla mancanza di una minaccia dal mare che deviò l’attenzione dei reggenti verso i confini lontani. Di fatto, distrutta Cartagine, in assenza di un avversario marittimo degno di nota, il ruolo della flotta fu per lo più di pattugliamento per la tutela dei commerci e dei trasporti per mare.
Il pragmatismo romano traspira dalle fonti che mostrano un’organizzazione marittima regolata da leggi e normative che trovano incredibilmente un’applicazione pratica ancora oggi. Lo sviluppo tecnologico nelle costruzioni e negli strumenti nautici, che i Romani seppero valorizzare durante i loro contatti, costruì la base di una cultura marittima che in seguito fu ereditata dalle civiltà che si susseguirono, ricalcando molte delle sue scelte.
Nei prossimi articoli tratteremo vari aspetti per cercare di inquadrare il potere marittimo romano.
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Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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