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Reportage: nel blu di Ventotene tra presente e passato

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: REPORTAGE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: TIRRENO CENTRALE – ISOLE PONTINE
parole chiave: Ventotene
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C’è un’isola nel Mediterraneo appartenente all’arcipelago delle isole Ponziane, Mar Tirreno, che a ragione può essere definita una perla per la sua bellezza. Il suo nome è Ventotene, un nome che richiama i venti sempre presenti nell’area.

Geologia
L’intero arcipelago ponziano è di origine vulcanica e costituisce, insieme con la base sottomarina da cui si erge, un’importante massa vulcanica formata da diversi apparati: Ventotene e Santo Stefano sono la sommità di un grande cono eruttivo mentre la forma lunata di Ponza ai margini di un grande vulcano  ormai scomparso,  comprende i resti di due crateri nella cala di Ponza e nella cala d’Inferno.

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Profilo del fondo marino tra Ventotene e S. Stefano e ricostruzione della possibile forma del vulcano [http://vulcan.fis.uniroma3.it].

Mentre le isole di Ponza, Zannone e Palmarola risalgono alla fine del Pliocene, (all’incirca 2,5 milioni di anni fa), le isole di Ventotene e Santo Stefano sono più recenti. In particolare, Ventotene si è formata in diverse fasi effusive, con formazione di colate e duomi lavici, che si sono alternate a fasi esplosive. L’attività vulcanica cessò intorno a 300.000 – 150.000 anni fa.  Non c’è da meravigliarsi che le falesie e le rocce che proseguono negli abissi di queste isole siano così suggestive.  

Storia
Le prime tracce della presenza umana sull’isola risalgono al tardo neolitico quando l’isola diventò un punto di passaggio e di sosta delle prime navi che solcavano il Tirreno. Il primissimo nome, Pandataria o Pantatera (‘colei che distribuisce tutto’) fu assegnato dai coloni greci. Per la vicinanza alla terraferma e per il suolo particolarmente fertile, essi la utilizzarono come punto d’appoggio dal quale partire per le successive colonizzazioni. L’assenza di acqua potabile e la mancanza di un porto naturale tennero i Romani lontani dall’isola, che preferirono invece colonizzare la vicina Ponza.

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resti della casa di Giulia Maggiore a Ventotene – https://www.aboutartonline.com/la-triste-vicenda-di-giulia-figlia-di-augusto-relegata-a-ventotene-lisola-degli-esuli/

Ventotene iniziò ad essere abitata solo quando l’imperatore Augusto decise di costruirvi, a Punta Eolo, una lussuosa villa per le vacanze che comprendeva anche un porto, piscine termali, cisterne per l’acqua piovana, acquedotti, e le immancabili peschiere.  In questa villa fu esiliata la figlia di Ottaviano Augusto, Giulia Maggiore per adulterio e tradimento dove morì di malnutrizione. In seguito la villa di Augusto servì da confino per altre celebri donne romane, come Agrippina Maggiore (inviata da Tiberioex marito di Giulia Maggiore), Claudia Ottavia (da Nerone) e Flavia Domitilla, esiliata dallo zio Domiziano per la sua conversione al Cristianesimo. Agli inizi del VII secolo d.C. Ventotene si trovò spopolata.

Una curiosità
Dopo la caduta dell’Impero romano, l’isola di Ventotene fu lasciata in balia dei pirati. Il suo nome mutò prima in Pantatera greca (‘colei che distribuisce tutto’) e poi in Bentitiene (‘isola dai fondali buoni tenitori’) o Bentitieni come la chiamavano i pirati saraceni Sempre in epoca medievale, il nome mutò ancora, diventando Ventatere. Solo durante il XX secolo verrà utilizzato il nome attuale, Ventotene.

La seconda importante svolta storica avvenne con i Borbone, che diedero vita ad una nuova urbanizzazione: costruendo la Chiesa di San Candida, il Forte e, soprattutto, il carcere nella vicina isola di Santo Stefano, che resterà attivo durante il fascismo e fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, per i confinati politici.

Turismo
Oggi, Ventotene è un’isola tranquilla con piccole attività imprenditoriali in autunno e inverno che in primavera e in estate subisce un importante flusso turistico. Tempo permettendo, si raggiunge da Formia in nave (1’45’) o in aliscafo (45′). Le corse variano a seconda delle giornate, ma sono raddoppiate nel fine settimana.

Il centro abitato odierno si è sviluppato intorno alla roccia che domina il porto romano al quale è unito da una breve e suggestiva rampa realizzata in epoca borbonica. A pochi metri di distanza sorge il porto nuovo, principale punto d’attracco per traghetti e aliscafi. Proseguendo dopo Cala Rossano si trova Punta Eolo, capo settentrionale dell’isola e sede delle rovine della villa imperiale. Ad Ovest di Punta Eolo si incrocia la cala di Parata Grande, raggiungibile tramite un sentiero e dominata da un promontorio rifugio di numerosi uccelli migratori. Superata Parata Grande, proseguendo verso sud si trova il promontorio del Semaforo, che oggi ospita il Museo della Migrazione e l’Osservatorio Ornitologico. All’estremo sud si trovano Punta Pascone e Punta degli Ulivi. Dalle alture è possibile scorgere Santo Stefano che dista circa un chilometro dalla costa sud-orientale di Ventotene.

Immersioni 
Inutile dire che, complice l’isolamento, i fondali di Ventotene si sono conservati molt bene e sono oggi meta di numerosi subacquei che vi si recano per immergersi nelle sue acque cristalline, ricche di pesci, alghe e coralli. Tra le più belle immersioni voglio ricordare:

la parete del Molo IV
Situato sulla costa nord-est della vicina S. Stefano è una delle immersioni più interessanti. La parete si immerge sino ai 15 m. nel primo tratto, mentre nel secondo raggiunge i 30 m. fino ad arrivare ai 50 m. nell’ultimo tratto. Lungo la discesa si trovano grotte con spirografi e si possono incontrare saraghi, dentici, occhiate, ricciole e grosse cernie. Monaco. Costituita da due parti, la Scafo e la Testa. La prima zona del fondale è profonda fino ai venti metri ed è caratterizzata da sabbia e dalla presenza di nuvole di castagnole, polpi, murene, pesce San Pietro. La seconda parte, che arriva fino a una profondità di quaranta metri, è l’ideale per i subacquei più esperti che vogliono ammirare incredibili gorgonie rosse e la Gerardia savaglia.

Fontana
Situato nella zona di Mortola e Grimaldi, gode di acqua limpida e trasparente grazie alle sorgenti d’acqua e le correnti marine che ripuliscono la zona costantemente. La profondità del fondale arriva al massimo ai 36 metri ed è facile incontrare timide aragoste, coloratissime spugne, gorgonie, granchi e polpi.

Secchitella di Ventotene
Si tratta di una secca tra i 25 ed i 32 metri di profondità che confluisce in uno spazio profondo in mare aperto, dove nuotano indisturbate cernie, scorfani, ricciole giganti e, qualche volta, gruppi di delfini. Caratteristico l’arco passante, la cui parte superiore è colonizzata da alghe mentre quell’inferiore da estese colonie di spugne viola, grigie ed arancioni.

Secca della Molara
Un’immersione adatta ai principianti, posta tra Ventotene e S. Stefano dove,  tra grossi massi, pianori sabbiosi e posidonia si possono incontrare cernie, barracuda, ricciole, saraghi, e … non ultimo … la presenza di anfore, testimonianze di antichi naufragi. Questo luogo ha un particolare interesse archeologico e prende il nome dal ritrovamento di alcune antichissime mole di pietra. Ancora oggi,  nella parte finale della secca, si possono vedere numerosi frammenti d’anfora ed alcuni resti di relitti di navi romane.

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credito Ventotene Academy Diving a Ventotene (turismo.it)

Le Sconciglie
Il fondale scende fino ai venti metri. Troveremo due scogli di pietra lavica, intorno ai quali, nella parte interna, si trovano bassi fondali. Esternamente alla secca, la morfologia geologica è molto varia e la ricchezza di biodiversità sarà apprezzata dagli appassionati di fotografia subacquea.

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foto enrico fiorani

Pertuso
Un punto di immersione adatto a diverse tipologie di immersioni, sia per principianti che per quelli più esperti. Vi si trova una grande secca con un canyon che offre numerose gorgonie. Un’immersione adatta alla fotografia.

La Secca di Gaudioso
E’ una delle più belle immersioni di Ventotene per i fotografi. Tre enormi massi, vicini tra loro, originano pareti verticali, alte più di dieci metri. Il tragitto si snoda intorno a questi, tra i 35 ed i 60 metri di profondità.

Si tratta di un immersione piuttosto impegnativa durante la quale si può osservare un’incredibile biodiversità con grandi gorgonie rosse e gialle. Sulle parti in ombra sono visibili colonie di spugne gialle (Aplysina) e violacee (Haliclona mediterranea). Lungo le pareti si possono scorgere aragoste, cernie, murene e ricci melone. In profondità si possono incontrare dei rari esemplari di Astrospartus mediterraneum.

Punta Pascone
Un immersione facile tra fondali di sabbia lavica scura, grotte e bassa profondità.

Secca dell’Archetto
Più complessa con una considerevole profondità e bei tunnel subacquei.

Punta dell’Arco
Immersione non facile che offre alcune grotte da visitare tra cui quella dei gamberi, a circa 40 metri di profondità, spesso battuta da correnti sostenute. Esistono due ingressi alla grotta, uno più stretto ed uno più ampio su un fondo fangoso che richiede un buon controllo per non trovarsi avvolti da una fastidiosa nube che impedirebbe di scattare delle foto agli abitanti locali. Potrete scorgere bellissime timide musdee e grossi gronghi. Spettacolare, da non perdere, si osserva sulla volta una parete di gamberi Plesionika narval.

Non ultime le immersioni sui relitti. Forse il più famoso è il Santa Lucia, un traghetto che fu affondato nel 1943 da aerei siluranti inglesi. Si presenta diviso in due tronconi, su un fondale sabbioso a 45 m. di profondità. E’ meta di una suggestiva immersione grazie anche alla fauna che ha colonizzato il relitto e che vi trova riparo.

I fondali dell’isola sono costellati di diversi relitti classici che hanno restituito parte dei loro carichi con numerose anfore. Tra tutti quello delle Grottelle, sito tra  Ventotene e S. Stefano, non lontano dalla secca della Molara su un fondale di -42 mt. Si tratta di una nave romana che probabilmente si recava al porto di Ventotene per trasportare materiali per arredare la Villa di  Giulia.

Il suo prezioso carico venne depredato tra gli anni ’60-’80 ma ancora molto, è visibile sott’acqua. Tra gli oggetti recuperati numerosi decorazioni in bronzo di klinai (triclini), letti prevalentemente utilizzati per adagiarsi nei banchetti. I reperti sono visibili nel locale museo. L’immersione non è da tutti, in quanto si trova a -42 mt. Pochi minuti di fondo seguiti da una lunga decompressione

Per immergersi sui relitti, bisogna rivolgersi a uno dei diving center autorizzati dell’isola. Se ne segnalano solo i più noti.

Diving World Ventotene
un centro immersioni storico in
quanto fu il  primo diving italiano.
Il Diving fornisce Aria Nitrox Trimix e ha anche un reparto REB.
Via Roma 7, Ventotene ·
0771 85178
Ventotene Diving Academy
Via Porto Romano 23,
Ventotene
Via Porto Romano 3,
Ventotene
347 148 7138
Diving CIRO SUB Ventotene
Via Rampa Marina
Ventotene ·
0771 85122
Diving Center di Coraggio Francesco Via Porto Romano 29
Ventotene ·
0771 85045

 

in anteprima La spiaggia di Ventotene – foto di Luigi Versaggi da Commons wikimedia –  https://www.flickr.com/photos/versaggi/561227821

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