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La Battaglia di Haugsnes: un (moderato) massacro islandese del XIII secolo

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA
PERIODO: XIII SECOLO
AREA: ISLANDA
parole chiave: Haugsnes
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La Battaglia di Haugsnes (1246) rappresenta lo scontro armato più violento della storia islandese, anche se morirono “solo” un centinaio di soldati. 

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L’Epoca degli Sturlungar, durata più di quarant’anni tra il il 1220 e il 1264 circa, è la più violenta della storia islandese. In quel periodo, l’isola è divisa sostanzialmente in 4 parti (nord, sud, est, ovest) e sono presenti 39 capi locali (“goðar”), ossia signori della guerra che reggono istituzioni analoghe a quelle dei clan. Gli sturlungar rappresentano proprio uno di questi clan, quasi tutti vassalli del Re di Norvegia Haakon IV.

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Snorri Sturluson diventa il più importante rappresentante di Haakon in Islanda, ma suo nipote Sturla Sighvatsson viene sconfitto e ucciso dai clan rivali. A guidare questi ultimi è Kolbeinn Arnórsson, della famiglia Ásbirningar, che vince la Battaglia di Örlygsstaðir (1238). Uno scontro che rimane, a tutt’oggi, quello con il maggior numero di guerrieri sul suolo islandese, quasi 2.000. I morti, però, sono solo 50. In pratica, morirono più persone nelle risse durante il matrimonio di Giorgio Castriota Skanderbeg.

Thordhur kakali, fratello di Sturla, ritorna dalla Norvegia tre anni dopo per vendicare il fratello e si stabilisce nella parte occidentale dell’isola. Così, intorno al 1242, ha molte difficoltà a trovare alleati. Tuttavia, riesce a mettere insieme il fylgoarmannasveit, un corpo di guardia fondamentale per ogni capo islandese. La pietra angolare, potremmo dire, di ogni esercito isolano. Avendo passato buona parte della sua vita in Norvegia, Thordhur è anche entrato in contatto con gli ideali “cavallereschi” e con un cristianesimo meno grezzo di quello islandese. Per questo motivo, chiede ai suoi uomini di seguire delle “regole di guerra” diverse da quelle in uso, fino ad allora, sull’isola. Dovranno risparmiare da saccheggi e razzie le donne e i luoghi sacri. In questi ultimi, diventa obbligatorio entrare senza armi.

Come scrisse uno dei più importanti studiosi di medioevo islandese, il Professor Jon Johannesson (1909-1957):

Furono molti i modi in cui Thordhur si mostrò più clemente, umano e intelligente degli altri capi clan.

Tra il 1243 e il 1244, Thordhur riesce a portare dalla sua parte un buon numero di clan. Le forze di Kolbeinn Arnórsson, ancora a capo degli Ásbirningar, sono superiori alle sue, ma decide di impegnarlo comunque nella più grande battaglia navale combattuta tra islandesi. Nell’assolata notte artica del 24 giugno 1244, le due flotte si scontrano nella Battaglia di Flòi. All’inizio, pur disponendo di un numero minore di navi, Thordhur riesce ad affondare diversi vascelli di Kolbeinn Arnórsson ma, alla fine, è costretto a ritirarsi. Uno scontro non risolutivo, quindi, che rende la situazione ancora più precaria.

Anche il tentativo di rimettere la controversia al giudizio di Re Hakon fallisce, ma la morte improvvisa di Kolbeinn (22 giugno 1245), appena trentacinquenne, modifica ancora l’equilibrio delle forze in campo. A prendere il suo posto è il cugino, Brand Kolbeinsson. Sia lui che Thordhur sono alla ricerca di una battaglia finale che ponga fine, una volta per tutte, alla questione. L’occasione giusta si presenta a metà dell’aprile 1246, quando l’armata di Thordhur (che conta, con tutta probabilità 300-400 uomini) si dirige verso lo Skagafjörður. Alla notizia dell’arrivo del nemico, Brandr si muove con i suoi, forse 500 uomini.

Battaglia di Haugsnes

Il luogo della Battaglia di Haugsnes del 1246

La Battaglia di Haugsnes
Il campo dove i due eserciti si danno battaglia è quello di Haugsnesbardagi (Haugsnes). E’ il 19 Aprile. Thordhur, secondo alcune fonti, riesce a infiltrare un alcuni uomini nello schieramento nemico, che hanno il compito di gettarsi in ritirata al primo contatto, in modo da creare scompiglio tra i soldati di Brandr. Lo stratagemma è complesso, visto l’esiguità delle forze in campo (in pratica, si conoscono quasi tutti), ma funziona, perché l’esercito di quest’ultimo va in rotta quasi subito. Le vittime complessive di una sola battaglia toccano, e forse superano, il fatidico numero di 100, tra cui lo stesso Brandr. In quel giorno, Thordhur vendica il fratello Sturla sconfiggendo gli Ásbirningar, che subiscono un grave colpo al loro apparato militare. Hanno perso, infatti, 70 dei loro migliori guerrieri!

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Nel luogo dove avvenne la battaglia, sono state posizionate 1.100 pietre schierate in ordine di battaglia. Quelle che rappresentano un guerriero morto, sono marcate con una croce di ferro.

Gabriele Campagnano

 

articolo pubblicato originariamente sul sito su www.zweilawyer.com

Bibliografia

– J.V. SIGURDSSON, Chieftains and Power in the Icelandic Commonwealth, 1999;
– J. JOHANNESSON, A History of the Old Icelandic Commonwealth: Islendinga Saga, 1956;
– CHIESA ISNARDI, Storia e cultura della Scandinavia: Uomini e mondi del Nord 2015;


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