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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: CARAIBI
parole chiave: Pirati, Negrieri, Teach, Barbanera
Il nome Barbanera richiama alla memoria gli scontri sanguinosi tra i pirati dei Caraibi del XVIII secolo. Al di là delle storie di fantasia cinematografiche il capitano Edward Teach, più conosciuto come Barbanera, imperversò veramente i mari tropicali, distinguendosi tra i suoi simili per la ferocia e astuzia … almeno così scrissero nelle cronache del tempo che andrò a raccontare. Vi domanderete come sia possibile conoscere tanti dettagli della vita di un pirata. La risposta è che Barbanera non fu un pirata qualsiasi e la sua vita fu ben descritta nel libro “A General History of the Robberies and Murders of the Most Notorious Pyrates“, di Nathaniel Mist (alias Capitano Charles Johnson) scritto nel 1724.
Cover page of “A General History of the Pyrates” (1724) by Captain Charles Johnson (volume 1). Al Capitolo III Jonhson racconta la vita di Teach
Mist, era un ex marinaio, che divenne poi stampatore e giornalista a Londra. Nelle descrizioni si basò sui documenti del processo e sui giornali dell’epoca, mettendo però sempre un certo tocco soggettivo nelle descrizioni, spesso esagerato e colorito in alcuni episodi della vita dei pirati.
Barbanera nacque come Edward Thache Jr. intorno al 1683, nel Gloucestershire, Inghilterra nella città portuale di Bristol. Fu uno dei due figli del capitano Edward Thache Sr. (1659-1706) e della sua prima moglie Elizabeth. Edward Sr. era un marinaio e trasferì la famiglia in una piantagione in Giamaica, dove vivevano come una rispettabile famiglia che viveva non lontano da Port Royal nella città vecchia di Spanish Town, conosciuta anche come St. Jago de la Vega. Il giovane Edward Jr. era anche lui un marinaio e viveva a Kingston dove si era sposato con una donna che probabilmente morì prima del 1721 e da cui ebbe almeno una figlia, di nome Elizabeth, che sposò il Dr. Henry Barham nel 1720.
Edward Thache Jr. (si pronuncia Teach) iniziò la sua carriera marittima nella marina mercantile e, nel 1706, prestò servizio su una nave della Royal Navy, la HMS Windsor, combattendo sotto la bandiera inglese alla fine della guerra della regina Anna (1702-1713), la seconda delle quattro guerre franco-indiane combattute tra Francia e Inghilterra per il controllo del Nord America. Come molti, ad un certo punto della sulla vita, decise di trasformare la sua professione in qualcosa di più redditizio abbracciando nel 1713 la pirateria unendosi all’equipaggio di Benjamin Hornigold, a quel tempo uno dei pirati più temuti dei Caraibi. La loro prima joint venture fu dopo il 3 luglio 1715, quando un uragano sulla costa della Florida distrusse 11 navi, un’intera flottiglia di galeoni del tesoro spagnoli, scaricando quel tesoro lungo la costa. L’intera comunità si era messa a raccogliere gli oggetti preziosi dai relitti e il governatore della Giamaica commissionò a Thache e Hornigold di recuperarli per lui. All’inizio del 1717 Hornigold si ritirò dalla pirateria, accettando il perdono del re, e Thache, che era comandante di una nave si mise in proprio.
In quel periodo si aggirava per il mare dei Caraibi il capitano Stede Bonnet, un pirata molto improbabile. Di fatto Bonnet era un gentiluomo delle Barbados, che possedeva una grande tenuta di famiglia ma, agli ozi dell’isola aveva preferito l’avventura e si era dato alla pirateria. Si racconta che ordinò la costruzione di una nave, la Revenge, e decise di uscire in mare, ufficialmente come cacciatore di pirati. Nel momento in cui si allontanò in mare aperto dal porto fece issare la bandiera nera e cominciò la sua nuova attività. In realtà Bonnet era un pessimo marinaio e, tra agosto e ottobre del 1717, dopo un duro scontro in mare era riuscito a malapena a tornare a Nassau. Bonnet era stato ferito nel combattimento ed i suoi pirati pregarono Barbanera di prendere il comando. In effetti la Vendetta era una bella nave e Barbanera accettò più che volentieri, consentendo all’eccentrico Bonnet di rimanere a bordo (si dice passando il tempo a leggere i suoi libri e passeggiare sul ponte indossando una improbabile vestaglia).
Stampa di Stede Bonnet da A General History of the Pyrates (1724) Bonnet.gif – Wikimedia Commons
Barbanera, ora responsabile di due buone navi, continuò a aggirarsi nelle acque dei Caraibi e del Nord America in cerca di prede. Ben presto il suo nome fu temuto su entrambe le sponde dell’Atlantico e in tutti i Caraibi. Il 17 novembre 1717 catturò una nave negriera francese, La Concorde, che ribattezzò, in onore della regina Anna, Queen Anne’s Revenge, facendola diventare la sua nave ammiraglia.

Stampa della Queen Anne’s Revenge, flagship del pirata Blackbeard. Il particolare è estratto da Edward Teach Commonly Call’d Black Beard (bw).jpg – autore Joseph NichollsQueen Anne’s Revenge.JPG – Wikimedia Commons
La storia della Queen Anne’s Revenge è interessante. Sebbene la data e il luogo della sua costruzione non siano certi, viene descritta come una nave di circa 200 tonnellate, costruita nel 1710 per il servizio mercantile a Bristol, Inghilterra, e chiamata in origine Concord. Catturata dai corsari francesi fu poi rinominata La Concorde e impiegata prima come fregata navale e poi come nave negriera. Dopo la sua cattura, vicino all’isola di Saint Vincent nelle Indie Occidentali, Barbanera usò la nave per meno di un anno, ma in maniera decisamente proficua, catturando numerose prede nel mare dei Caraibi, e alimentando la sua fama sinistra di uno dei pirati più feroci della storia.
In battaglia, Barbanera era un terribile avversario, dotato di una forza disumana e di un’intelligenza superiore a quella degli altri pirati. Si era creato il suo personaggio, indossando un berretto di pelliccia o un cappello largo, stivali di pelle alta ed un lungo cappotto nero. In combattimento indossava una fascia modificata con sei pistole. Portava capelli lunghi che incorniciavano la sua lunga barba nera. Era alto e dalle spalle larghe. Durante la battaglia, metteva dei pezzi di miccia a lenta combustione nella barba e nei capelli che una volta accesi emettevano fumo e scintille, dandogli un aspetto demoniaco.
La sua bandiera, che garriva sulla Queen Anne’s Revenge, raffigurava un cuore che gocciolava sangue ed uno scheletro che reggeva una clessidra ed una lancia. Barbanera usava la paura e l’intimidazione per far arrendere i suoi nemici senza combattere, cercando di evitare, se non necessario, il combattimento. In genere se una nave si arrendeva pacificamente, Barbanera si limitava a saccheggiarla e poi la lasciava andare per la sua strada. C’erano però delle eccezioni: le navi mercantili inglesi venivano talvolta trattate duramente, così come qualsiasi nave proveniente da Boston, dove alcuni pirati erano stati recentemente impiccati.
In breve la pirateria divenne dilagante nella Carolina del Nord. Barbanera corruppe il governatore coloniale Charles Eden per ignorare quelle attività criminali e si dedicò alla predazione delle navi mercantili che si dirigevano all’estuario dell’Ocracoke per accedere ai porti interni. Alla fine del 1717 e all’inizio del 1718, Barbanera e Bonnet andarono a sud per razziare le navi spagnole al largo del Messico e dell’America Centrale. I rapporti dell’epoca indicano che gli Spagnoli erano a conoscenza del “Grande Diavolo” al largo delle coste di Veracruz che terrorizzava le loro rotte marittime. Nella primavera del 1718, Barbanera aveva diverse navi e quasi 700 uomini quando arrivò a Nassau per saccheggiarla. Nell’aprile del 1718 salpò verso nord fino a Charleston, allora una fiorente colonia inglese. Si insediò fuori dal porto di Charleston, catturando tutte le navi che cercavano di entrare o andarsene e poi chiese il riscatto per i prigionieri.
Il 13 giugno del 1718, la Queen Anne’s Revenge urtò un banco di sabbia al largo della Carolina del Nord e dovette essere abbandonata. Barbanera colse l’occasione per partire con tutto il bottino e alcuni dei suoi pirati preferiti, lasciando gli altri sulla spiaggia, compreso Stede Bonnet, che era andato a chiedere sulla terraferma (senza successo) un perdono. Bonnet, scoprendo che Barbanera era fuggito con tutto il bottino, raccolse i pirati sulla spiaggia e si mise, senza successo, al suo inseguimento. Barbanera ed altri 20 pirati si recarono da Charles Eden, governatore della Carolina del Nord, dove accettò ufficialmente il Perdono del Re. In realtà Eden concesse a Barbanera e ai suoi uomini una licenza da corsa per cui il pirata e i suoi uomini si trasferirono a bordo della Adventure (la sua ultima nave in una vicina insenatura dell’isola di Ocracoke, da cui occasionalmente attaccava le navi di passaggio.
Ma la sua fine si avvicinava
Dopo aver tollerato le attività criminali di Barbanera per diciotto mesi, i residenti della Carolina del Nord e i marinai delle navi mercantili si rivolsero al Governatore coloniale della Virginia Alexander Spotswood che certo non amava il corrotto Eden. Spotswood organizzò quindi un’imboscata per catturare Barbanera, offrendo un ricco premio per la sua morte. C’erano due sloop britannici in Virginia, il Ranger e il Jane, un gruppo navale al comando del tenente della Royal Navy Robert Maynard, che assunse anche 57 uomini di rinforzo.
Maynard scovò Barbanera nell’estuario dell’Ocracoke il 22 novembre 1718 ma la risposta del pirata fu immediata e le due navi di Maynard furono immediatamente attaccate dai pirati che danneggiarono gravemente il Ranger. Quando anche il Jane fu colpito, Maynard ordinò all’equipaggio di andare sottocoperta, creando l’illusione che la nave fosse stata abbandonata dal suo equipaggio. Barbanera cadde nell’inganno e durante l’abbordaggio lui e i suoi uomini furono sorpresi dall’equipaggio di Maynard.
Nello scontro si racconta che Barbanera riportò venticinque ferite da taglio e cinque colpi di pistola prima di soccombere. Fu quindi decapitato e la sua testa appesa al bompresso del Ranger mentre il suo corpo fu gettato in mare.
la testa del pirata – Fonte Angus Konstam, Blackbeard (2007), page 260; this image was originally published in Ellms, Charles (1837) “The Life, Atrocities, and Bloody Death of Black Beard” in The Pirates Own Book, Massachusetts, United States: Samuel Nelson Dickinson Retrieved on 14 April 2010 – Autore sconosciuto
Blackbeard head bow.gif – Wikimedia Commons
Cosi finì la vita del pirata Barbanera ma … il suo fantasma infesta ancora nelle notti di tempesta quel luogo che prese il nome di Teach’s Hole. Molte persone hanno riferito di aver visto nelle acque una luce spettrale considerata da alcuni lo spirito di Barbanera alla ricerca della sua testa mancante.
Andrea Mucedola
in anteprima Blackbeard the Pirate, stampa (ridotta) di Benjamin Cole (1695–1766) Blackbeard the Pirate (cropped).jpg – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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