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livello elementare.
ARGOMENTO: OCEANOGRAFIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: fossa delle Marianne, batiscafi
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Quale è la più profonda depressione oceanica conosciuta al mondo? Nelle nostre reminiscenze scolastiche ricordiamo la Fossa delle Marianne, che segna il confine tra due placche tettoniche dell’Oceano Pacifico. Oggi racconteremo la storia della sua avventurosa esplorazione fino all’ultimo capitolo in quella spaccatura geologica che è considerata l’ultima frontiera degli abissi degli oceani.
Mappa della fossa delle Marianne – Autore JAMSTEC con inserimento delle batimetriche tra 5.000 a 9.000 metri da studio Pseudoliparis swirei sp. nov.: A newly-discovered hadal snailfish (Scorpaeniformes: Liparidae) from the Mariana TrenchPseudoliparis swirei sp. nov.: A newly-discovered hadal snailfish (Scorpaeniformes: Liparidae) from the Mariana Trench | Zootaxa (mapress.com)
Come si formò?
La depressione si è formata dall’interazione tra due placche geologiche. In parole semplici, il bordo occidentale della placca del Pacifico è subdotto (cioè “spinto verso il basso”) sotto la placca delle Filippine, che si trova ad ovest di questa depressione. Il materiale crostale all’estremità occidentale della placca del Pacifico è una delle più antiche croste oceaniche dl pianeta (circa 170 milioni di anni) ed è, quindi, più fresco e più denso da cui la grande differenza di altezza rispetto alla Mariana Plate più alta (e più giovane). L’area più profonda al confine della placca è chiamata la Fossa delle Marianne.
L’esplorazione degli abissi
I primi rilievi oceanici della batimetria (profondità) di questa zona dell’Oceano Pacifico furono effettuati dalla spedizione della corvetta HMS Challenger, tra il dicembre 1872 e il maggio 1876. Le misurazioni effettuate nella zona scoprirono l’esistenza della depressione, rilevando una profondità massima di 4475 braccia, equivalenti a 8184 m. In seguito le missioni si ripeterono fino ai giorni nostri quando, il 7 dicembre 2011, mappando il fondo marino con un sonar scientifico venne identificato l’attuale punto più profondo (abisso Challenger) a circa 10994 metri sotto il livello del mare. Le missioni con uomini a bordo iniziarono con il batiscafo Trieste, un battello di progettazione svizzera e produzione italiana, acquisito dalla U.S. Navy, che raggiunse la profondità della fossa il 23 gennaio 1960 con a bordo il tenente di vascello Don Walsh e lo scienziato Jacques Piccard. Gli strumenti di bordo individuarono una profondità di 10916 metri. Sul fondo della fossa gli esploratori trovarono delle particolari specie di sogliole o platesse, lunghe circa 30 cm, e anche dei gamberetti. Secondo Piccard, «il fondo appariva luminoso e chiaro, un deserto che faceva trapelare diverse forme di diatomee».
Nel luglio 2010, in Cina, fu realizzato il primo sommergibile con equipaggio per acque profonde, il Jiaolong, che raggiunse 3759 metri di profondità rendendo la Cina il quinto paese, dopo Stati Uniti, Francia, Russia e Giappone, a possedere la tecnologia per un’immersione profonda. Progettato per immergersi a una profondità di 7.000 metri, Jiaolong si immerse a 7062 metri di profondità nella Fossa delle Marianne nel giugno 2012.
Nel 2012 fu organizzata una nuova immersione con il sommergibile Deepsea Challenger, costruito da un’équipe australiana con la collaborazione dello Scripps Institution of Oceanography, del Jet Propulsion Laboratory e della Università delle Hawaii, con il compito di raccogliere campioni e filmare l’ambiente abissale. Dopo una prima immersione di prova, effettuata il 7 marzo 2012 nella New Britain Trench ad oltre 8200 metri di profondità, il regista James Cameron, il 26 marzo 2012, si immerse in solitaria raggiungendo con successo il fondo della fossa (- 10916 metri). Dopo la missione il Deepsea Challenger fu donato al Woods Hole Oceanographic Institution al fine di incorporare alcune delle sue soluzioni in altri veicoli per la ricerca nelle acque profonde.
Deepsea Challenger – Cité de la Mer, Cherbourg Autore © Raimond Spekking / CC BY-SA 4.0 (via Wikimedia Commons) File:Deepsea Challenger – Cité de la Mer-7935.jpg – Wikimedia Commons
Il 29 aprile 2019, l’americano Victor Vescovo, ufficiale della marina statunitense della riserva ed esploratore sottomarino, è disceso a bordo di un battello, il Limiting factor, nell’abisso Challenger battendo il record di immersione precedente nella Fossa delle Marianne fino alla profondità di 10924 metri. Durante la sua esplorazione di quattro ore, Vescovo incontrò numerose creature marine sconosciute, ma anche rifiuti di plastica. Vescovo in una delle sue immersioni (ne fece otto) ha portato con se sei passeggeri fino al fondo del Challenger Deep tra cui tre donne: l’ex astronauta e amministratrice della NOAA Kathryn Sullivan, Kelly Walsh, (figlia di Don Walsh che con Jacques Piccard si era immerso per la volta nel Challenger Deep) e Vanessa O’Brien (la prima donna a scalare l’Everest). Alla fine delle sue immersioni del 2020, Vescovo ottenne il record unico di otto immersioni a Challenger Deep, incluso il record per l’immersione più profonda a 10924 metri di profondità avvenuta il 28 aprile 2019.
La risposta cinese
Secondo un’agenzia di stampa statale, recentemente Il battello subacqueo cinese Fendouzhe ha raggiunto la profondità di 10.909 metri, al culmine di uno sviluppo completamente nazionale iniziato nel 2016, che ha coinvolto quasi 1000 scienziati e ricercatori di circa cento istituti di ricerca, college e imprese cinesi. Il Fendouzhe è più capace del suo predecessore Shen hai Yong shi (Deep Sea Warrior) e può trasportare tre ricercatori a più di 10.000 metri di profondità. Durante una spedizione di mesi, il Fendouzhe ha completato ben tredici immersioni nella Fossa delle Marianne. Otto di queste immersioni hanno superato i 10.000 metri e, il 10 novembre 2020, il batiscafo Fendouzhe (che sembra significhi in cinese “colui che si sforza”) ha raggiunto la propria profondità record di 10.909 metri.

HOV Fendouzhe, IDSSE, China – Foto Kareen Schnabel The chinese submersible Fendouzhe aboard its mother ship Tan Suo Yi Hao.jpg – Wikimedia Commons
Secondo China Daily, la nave e i suoi piloti hanno trascorso il loro tempo a bordo della nave appoggio da ricerca Tansuo-1 tra le immersioni e “hanno superato difficoltà come tifoni, pioggia ed alte temperature“. Il sommergibile, dotato di bracci robotici per raccogliere campioni biologici e sonar che utilizzano le onde sonore per identificare gli oggetti circostanti, ha effettuando ripetute immersioni per testarne le capacità prima di spingersi verso gli abissi.
Raggiungere il fondo della Fossa delle Marianne è stato un punto di orgoglio nazionale per la Cina, che da più di un decennio dedica risorse a questo tipo di immersioni con equipaggio. Sempre secondo China Daily, i ricercatori hanno raccolto campioni di sedimenti, rocce e biologici dal fondo della depressione. Non si tratta solo di un successo scientifico. La lotta per lo sfruttamento degli abissi sta per incominciare e anche la Cina vorrà la sua parte.
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