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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: Manta, comunicazioni sociali, interazioni, ecologia
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Una nuova ricerca pubblicata da scienziati della Marine Megafauna Foundation, Macquarie University, University of Cape Town e University of Papua ha osservato che le mante muovono i loro lobi cefalici, ovvero quelle pinne modificate situate su entrambi i lati della loro bocca, in “modi specifici e interessanti” durante le interazioni sociali.
Lo studio, “Reef manta ray cephalic lobe movements are modulated during social interactions“, pubblicato sulla rivista Behavioral Ecology and Sociobiology, suggerisce che i lobi cefalici siano importanti come mezzo di comunicazione, oltre ad essere utilizzati per l’alimentazione. Molte specie di elasmobranchi usano posture del corpo e delle pinne come segnali gestuali durante le interazioni con i propri simili, sia per competizione, corteggiamento e altri incontri sociali. Le mante della barriera corallina (Mobula alfredi) sono degli elasmobranchi sociali che formano gruppi in habitat di acque poco profonde vicino alla riva. Possiedono lobi cefalici accoppiati e flessibili posizionati sul lato della testa che sono specializzati per l’alimentazione ma, come vedremo, possono avere una varietà di funzioni diverse. Precedenti ricerche condotte dai ricercatori a Raja Ampat, nella provincia indonesiana della Papua occidentale, hanno dimostrato che le mante della barriera corallina (Mobula alfredi) sono animali sociali, con individui che si riconoscono e ricordano eventi passati.
In altre parole, sono in gradi di familizzare con gli altri esemplari, riconoscendo i loro “amici” e formando gruppi sociali distinti. Lo studio ha cercato di determinare come i singoli animali comunicano e trasferiscono le informazioni tra i membri del gruppo, una conoscenza non fine a se stessa ma importante per comprendere il loro comportamento per proteggerle meglio. Purtroppo, questi spettacolari animali marini, inquesti ultimi anni sono diventati oggetto di predazione incontrollata da parte dei pescatori. Una migliore comprensione sul loro comportamento dovrebbe favorire l’interesse ecologico e turistico verso questi animali, auspicabilmente preservandole dall’estinzione. In particolare, gli scienziati hanno osservato il comportamento delle mante nelle “stazioni di pulizia”, dove è noto che si riuniscono in gruppi per interagire socialmente ed impegnarsi in comportamenti riproduttivi, oltre naturalmente a farsi ripulire da pesci pulitori. Gli scienziati hanno registrato i movimenti compiuti dai lobi cefalici che si trovano ai lati delle teste delle mante ed il tempismo esatto dei segnali in relazione al contesto in cui si sono verificati, determinando quelli più frequenti durante gli incontri sociali. Alcuni movimenti, come piccoli movimenti delle punte dei lobi, venivano eseguiti più frequentemente quando le mante erano rivolte verso un altro individuo, mentre il rotolamento stretto dei lobi era associato all’essere seguiti da altri.
Altri movimenti dei lobi venivano effettuati più frequentemente quando le mante interagivano strettamente con i pesci pulitori, forse per attirare la loro attenzione. Anche il posizionamento ottimizzato dei lobi durante il nuoto e la presenza di zooplancton sono stati ritenuti importanti fattori di studio. Questo suggerisce che l’intelligenza delle mante sia persino maggiore di quanto sia già noto, fatto dimostrato dall’ampia varietà di movimenti del lobo cefalico, che mostrano la loro capacità di esibire schemi complessi di comportamento. La scoperta che ha colpito maggiormente i ricercatori è stato il fatto che muovevano sempre i loro lobi cefalici quando si avvicinavano ad uno stimolo visivo come un’altra manta, un subacqueo o un pesce pulitore. Secondo i ricercatori, ciò fornisce la prova che le mante sono in grado di percepire ed interagire con l’ambiente in cui vivono attraverso movimenti dei loro lobi cefalici.
Le mante sono protette in Indonesia dal 2014, ma la pesca artigianale rimane un problema e c’è poca consapevolezza delle minacce che le specie devono affrontare. I ricercatori sperano che, dimostrando la capacità delle mante di interagire con l’ambiente in maniera sociale, si possa contribuire ad ampliare il sostegno e l’entusiasmo del pubblico per la loro protezione in tutto il mondo. La ricerca è stata sostenuta dal Papua Explorers Dive Resort, dal Raja Ampat SEA Center e dall’Università di Papua ed è stata condotta con un permesso RisTek-Dikti. Per chi volesse approfondire, consiglio la lettura di questo interessante studio condotto da Rob Perryman et al, intitolato “Reef manta ray cephalic lobe movements are modulated during social interactions‘‘ che è stato pubblicato sulla rivista Behavioral Ecology and Sociobiology il 13 febbraio 2021.
foto in anteprima credit @Mimmo Roscigno
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