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Christian Lambertsen, il “padre degli uomini rana delle prime forze speciali statunitensi”

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA DELLA SUBACQUEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: DIDATTICA

parole chiave: USN, OSS, UDT
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Sebbene sia considerato un’unità ispirata alle forze per le operazioni speciali dell’esercito degli Stati Uniti, l’Office of Strategic Services (OSS) seppe crescere nel tempo distinguendosi nelle operazioni non convenzionali. Nel loro ambito nacque l’Unità marittima (MU) formata da elementi scelti del Corpo dei Marines, della Guardia Costiera, della Marina e dell’Esercito per l’effettuazione di operazioni speciali dal mare. L’Unità marittima operò in diversi teatri.

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Targa in pietra in memoria degli OSS Maritime Unit Operational Swimmers Autore US Army Office of the Command Historian – Fonte https://arsof-history.org/hq_plaza/index.html

Nel Mediterraneo, una flotta di caicchi, sosteneva segretamente gli agenti dell’OSS in Albania, Grecia e Jugoslavia. Dopo la resa dell’Italia, la MU e il battaglione San Marco, un’unità navale d’élite per operazioni speciali italiane, operarono contro i tedeschi. In Estremo Oriente, l’UM operò in collaborazione con un Gruppo Operativo per attaccare le forze giapponesi sulla costa Arakan della Birmania, conducendo missioni di ricognizione sulla costa controllata dai Giapponesi, a volte penetrando per diverse miglia lungo i fiumi controllati dal nemico. Ci torneremo … Parliamo oggi di Christian J. Lambertsen, allora capitano dell’esercito degli Stati Uniti, che dopo aver sviluppato in gioventù il Lambertsen Rebreathing Unit (LARU), uno dei primi dispositivi per la respirazione subacquea ad uso delle forze speciali americane divenne il padre delle forze speciali subacquee statunitensi.

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Christian J. Lambertsen, medico dell’Esercito americano a cui si devono i primi sistemi di respirazione autonoma – Fonte e autore US ARMY Dr Lambertsen Army1942.jpg – Wikimedia Commons

Storia del padre degli uomini rana delle prime forze speciali statunitensi
Christian Lambertsen nacque nel New Jersey dove frequentò la Rutgers University di New Brunswick, laureandosi prima in Scienze, nel 1939, e poi nel 1943 in Medicina alla University of Pennsylvania Medical School di Philadelphia. In quegli anni trascorreva le sue vacanze estive al Jersey Shore e fu durante una vacanza scolastica che lui e i suoi cugini iniziarono a sperimentare un dispositivo di respirazione subacquea fatto in casa: in pratica un sistema composto da … una pompa da bicicletta, un tubo flessibile, una borsa ed un boccaglio. Al suo rientro incuriosì il suo professore di fisiologia, Henry Bazett che, impressionato dal prototipo, iniziò a contattare varie organizzazioni che avrebbero potuto essere interessate all’invenzione del suo studente.

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ll prototipo del LARU (Lambertsen Amphibious Respirator Unit) da https://www.researchgate.net/publication/8475889_Lambertsen_and_O2_Beginnings_of_operational_physiology

Il presidente della Ohio Chemical and Manufacturing Company gli offrì un lavoro ben pagato e la possibilità di utilizzare l’attrezzatura per l’anestesia della sua azienda per sviluppare un respiratore subacqueo per scopi di salvavita. Fu proprio il suo professore Henry Bazett (tra l’altro un ex ufficiale dell’esercito britannico) ad intravedere in quello  strano prototipo possibili applicazioni militari. In qualche modo, concettualmente, la sua apparecchiatura di respirazione a circuito chiuso rassomigliava al Davis Submerged Escape Apparatus (noto anche come DSEA), un tipo di respiratore ad ossigeno inventato nel 1910 da Sir Robert Davis, capo della Siebe Gorman and Co. Ltd., che si era ispirato al precedente sistema Fleuss. Come ricorderete, il Davis era stato adottato dalla Royal Navy nel 1927 e inizialmente destinato principalmente come apparato di emergenza per gli equipaggi di sottomarini sinistrati. Ma non aveva una buona fama per l’alto numero di avarie. La Royal Navy incominciò ad usarlo per brevi immersioni con una durata di trenta minuti, essendo un apparato tutto sommato pratico per brevi immersioni in acque poco profonde, e si diffuse. Prima della guerra la Regia Marina Militare Italiana ne sviluppò un modello aggiornato, progettato da Teseo Tesei e Angelo Belloni, che fu poi utilizzato dalle unità dei sommozzatori della Decima Flottiglia MAS ottenendo eccellenti risultati durante la seconda guerra mondiale. Ma torniamo al Lambertsen Diving equipment (LARU).

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Il LARU – https://www.sutori.com/en/story/scuba-timeline–1iGCPMe4neGPZsoWxysFpJwR

Lo sviluppo del LARU in campo militare
Nel  gennaio 1941, Lambertsen e Bazett, si recarono a Washington, DC per incontrare la Navy Experimental Diving Unit (NEDU) ma la dimostrazione del dispositivo, il LARU – Lambertsen Amphibious Respirator Unit, non impressionò la marina statunitense (US NAVY) che per il lavoro subacqueo preferiva concettualmente le apparecchiature classiche da palombaro. Ma il giovane studente non si diede per vinto e un anno dopo, tornò a Washington per dimostrare il suo dispositivo riconfigurato. Questa volta erano presenti uomini del British Special Operations Executive (SOE) e dell’OSS.

Si racconta che lui stesso si tuffò nella piscina dell’Omni Shoreham Hotel e dimostrò l’efficacia della sua invenzione come dispositivo autonomo di respirazione subacquea.

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disegni del LARU dal brevetto originale di C.J. Lambertsen da https://patents.google.com/patent/US2362643

In parole semplici, il sistema era costituito da un filtro, per fissare l’anidride carbonica, che consentiva al subacqueo di respirare nuovamente l’aria espirata sott’acqua, allungando i tempi di autonomia. Essendo un sistema a circuito chiuso non rilasciava bolle d’aria, per cui riduceva la possibilità per il sommozzatore di essere scoperto. Questa capacità di poter nuotare sott’acqua senza essere scoperti poteva fare la differenza tra il fallimento o il successo di una missione delle forze speciali. Usando un LARU un subacqueo avrebbe potuto nuotare sott’acqua per circa 90 minuti ad una profondità di circa 12 metri.

Nonostante la sua passione per il mare, Lambertsen non fu considerato idoneo per la Marina, a causa delle sue allergie, ma l’OSS, nonostante fosse ancora all’ultimo anno di Medicina, lo arruolò come ufficiale dell’Army Medical Corps dove prestò servizio dal 1944 al 1946. Fu nello stesso periodo che l’OSS istituì un’unità navale la cui missione era condurre infiltrazioni anfibie, sabotaggi, ed infiltrazioni di agenti via mare. Nella struttura fu anche creato un ufficio per lo sviluppo di attrezzature e dispositivi speciali.

Nel maggio 1943 l’OSS incaricò Christian Lambertsen di insegnare ai corsi degli Operational Swimmer Groups (OSG) presso l’Accademia Navale di Annapolis, nel Maryland. Questi sommozzatori furono addestrati per svolgere missioni di sabotaggio e operarono alle Hawaii sotto l’ammiraglio Chester Nimitz, il comandante in capo della flotta del Pacifico degli Stati Uniti. Furono loro ad insegnare alle squadre di demolizione subacquea (UDT) della USN ad utilizzare le attrezzature SCUBA e a nuotare usando le pinne.

Una sede di addestramento fu realizzata alle Bahamas. Un posto splendido per immergersi (acque calde e trasparenti) ma fu proprio in quella base che Lambertsen rischiò di morire durante una dimostrazione del suo apparato. Nel luglio 1944, mentre utilizzava il LARU, perse conoscenza. Pensando che questo facesse parte della lezione, inizialmente i suoi studenti non fecero nulla per soccorrerlo fino a quando realizzarono che si trattava di una vera emergenza. Si scoprì che aveva accidentalmente dimenticato di spurgare il suo sacco respiratorio per prevenire l’ipossia da diluizione, una pratica che aveva ripetutamente sottolineato e dimostrato ai suoi studenti. Al termine dell’addestramento, agli Operational Swimmer Groups (OSG) fu chiesto di dimostrare le loro capacità presso la base navale di Guantanamo Bay, a Cuba, nel settembre 1944. Questa esercitazione, chiamata CINCINNATO, fu progettata per testare le difese della Marina e valutare l’efficacia della capacità del nuovo gruppo di subacquei di condurre operazioni di ricognizione, infiltrazione e sabotaggio dal mare. Fu la prima esercitazione a carattere offensivo statunitense in un ambiente marittimo reale. Equipaggiati con bussole subacquee, coltelli, torce e pinne, i frogmen si infiltrarono nella baia di notte, superarono facilmente le reti di siluri intorno al porto, raggiunsero il loro obiettivo, attaccando delle cariche esplosive sotto una vecchia chiatta.

L’esercitazione ebbe il pieno successo e fu evidenziato in un rapporto allora top-secret che il successo della missione era dovuto alla capacità dei subacquei di non essere scoperti dagli idrofoni i dispositivi della Marina. Poco dopo, gli OSG furono rischierati nel teatro orientale, in Cina, Birmania ed India. Lambertsen chiese di accompagnare il gruppo destinato in Birmania per svolgere le operazioni di supporto alle missioni di infiltrazione subacquea e di spionaggio. Un impegno diretto per il quale Lambertsen, per le pericolose attività sul campo, ricevette in seguito la OSS Legion of Merit.

Nel 1945, il presidente Truman sciolse l’OSS, ma Christian Lambertsen rimase in servizio come capitano dell’esercito americano e gli fu assegnato un ospedale dell’esercito. Credendo ancora che la sua invenzione avrebbe potuto essere di interesse anche per le altre Forze Armate, Lambertsen riuscì a far declassificare il LARU-X e ne diede alcuni esemplari alle altre Forze Armate compresa la Guardia Costiera che, rendendosi conto della possibile utilità per le operazioni di salvataggio e recupero in mare, gli chiese di addestrare gli istruttori per l’impiego del LARU.

Il padre degli uomini rana americani restò in servizio attivo fino al 1946 quando si congedò con il grado di maggiore per rientrare nell’ambiente universitario. Ma durò poco, nel 1947, fu richiamato a Norfolk, in Virginia, per addestrare gli UDT nelle tattiche di nuoto di combattimento maturate nel periodo dell’OSS e nelle immersioni con il LARU. Di fatto, nonostante il loro numero esiguo, gli UDT non solo non furono sciolti ma divennero i precursori dei Navy SEAL. Negli anni ’50 e ’60, il geniale inventore sviluppò una versione avanzata del suo sistema di respirazione subacquea che rimase in uso ai Navy SEAL fino agli anni ’80. I suoi contributi alla Medicina subacquea e iperbarica in quel periodo furono notevoli.

Una curiosità
Tutti abbiamo sentito spesso il termine SCUBA, specialmente in ambiente anglosassone. Fu proprio lui, nel 1952, a descrivere, in un articolo per la National Academy of Sciences, la sua invenzione come un “apparato respiratorio subacqueo autonomo”, utilizzando l’acronimo SCUBA per Self Contained Underwater Breathing Apparatus, ormai divenuto di uso comune.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Lambertsen-headshot.jpgNel 1968, sotto la sua direzione, l’università della Pennsylvania fondò l’Istituto di Medicina Ambientale, che incominciò a condurre studi multidisciplinari sulla tossicità dell’ossigeno, sulle malattie legate alle immersioni e sulla medicina aerospaziale. La comunità della guerra speciale navale e la comunità delle operazioni speciali lo riconoscono ancora oggi come il padre delle immersioni e del nuoto da combattimento degli Stati Uniti. Christian Lambertsen morì all’età di 93 anni. In una degna commemorazione per il padre degli uomini rana delle forze speciali statunitensi, le sue ceneri furono sparse sulle limpide e calde acque al largo di Key West, in Florida.

Andrea Mucedola
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