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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: II Guerra mondiale, Regia Marina italiana, Royal Navy
Lo scontro di Capo Teulada, detto anche battaglia di Capo Spartivento, rappresenta una delle prime risposte italiane alla “notte di Taranto” del precedente 11 novembre.
Già il 17 novembre la squadra navale italiana, guidata dalle navi da battaglia Vittorio Veneto e Giulio Cesare, aveva causato il fallimento di una operazione inglese di rifornimento dell’isola di Malta, costringendo ad una precipitosa ritirata la formazione navale avversaria composta da due portaerei ed un incrociatore da battaglia, provocando tra l’altro la perdita per esaurimento del combustibile di nove velivoli britannici che erano stati lanciati prematuramente.
HMS Southampton durante l’azione al largo della Sardegna – Fotografia scattata da HMS Sheffield – Autore Priest, LC (Lt), fotografo ufficiale della Royal Navy HMS Southampton attack.jpg – Wikimedia Commons
L‘azione di Capo Teulada ebbe origine dal tentativo britannico di rifornire Malta con l’utilizzo di un vasto schieramento di forze tra cui una portaerei, due corazzate, sette incrociatori e dodici unità di scorta. Ancora una volta la squadra italiana prese il mare per intercettare il convoglio nemico, che venne avvistato alle 09:45 del 27 novembre da un ricognitore lanciato dall’incrociatore Bolzano. Era presente in mare, la 1ª Squadra navale dell’ammiraglio di squadra Inigo Campioni, sottocapo di stato maggiore, con le corazzate Vittorio Veneto, sotto il comando del Capitano di vascello Giuseppe Sparzani, e Giulio Cesare, comandato dal capitano di vascello Angelo Varoli Piazza, con la scorta dei cacciatorpediniere della VII Squadriglia (Freccia, Saetta, Dardo) e della XIII (Granatiere, Fuciliere, Bersagliere e Alpino). Alle corazzate si unì la 2ª Squadra navale dell’ammiraglio Angelo Iachino con tre incrociatori pesanti della 1ª Divisione (Pola, Fiume e Gorizia – lo Zara si trovava in cantiere per lavori), scortati dalla IX Squadriglia (Alfieri, Oriani, Carducci e Gioberti), e tre della 3ª Divisione (Trieste, Trento e Bolzano) scortati dai cacciatorpediniere della XII Squadriglia (Lanciere, Ascari e Carabiniere). Va sottolineato che Campioni, inoltre, si proponeva di rimanere a una distanza dalla Sardegna per usufruire la protezione della Regia Aeronautica.
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Lo scontro, iniziato alle 12:22, si risolse in un’azione d’inseguimento in cui gli incrociatori pesanti italiani, superiori per velocità e potenza di fuoco a quelli britannici, ingaggiarono i corrispettivi avversari tirando a partire da 23.500 metri e mettendo a segno due proiettili da 203 mm sull’incrociatore pesante Berwick che ebbe una torre fuori uso ed un incendio a bordo che richiese oltre un’ora per il suo spegnimento; venne inoltre danneggiato, seppur meno gravemente, l’incrociatore HMS Manchester. Da parte italiana, il cacciatorpediniere Lanciere rientrò alla base dopo avere incassato tre proiettili da 152 mm, senza subire però vittime a bordo.
il Bolzano durante lo scontro di Teulada Incrociatore Bolzano – Capo Teulada.png – Wikimedia Commons
Il tentativo britannico di attaccare, stringendo le distanze con le unità maggiori, venne frustrato dall’intervento dei grossi calibri del Vittorio Veneto che tirarono sette salve, da 27.000 metri, sugli incrociatori avversari. Alla quarta salva le navi britanniche, già perfettamente inquadrate, incominciarono ad emettere fumo e ruppero il contatto.
Lo scontro di Capo Teulada, pur se concluso senza una netta prevalenza tra le parti, dimostrò come la drammatica “notte di Taranto” non avesse intaccato la capacità della Regia Marina italiana di mantenere il controllo del Mediterraneo centrale. Inoltre, evidenziò il fatto che la flotta britannica, persino nel suo momento più favorevole, avesse rifiutato un combattimento pur essendo in condizione di parità di forze con la Marina italiana.
Un’interessante notazione: le eccezionali riprese raccolte dai cineoperatori italiani durante l’azione furono utilizzate per la realizzazione del bellissimo film “La Nave Bianca”, prodotto dal Centro Cinematografico della Marina con la collaborazione, in qualità di aiuto regista, di un giovane Roberto Rossellini. Il film, di enorme successo nelle sale italiane, può essere a pieno titolo considerato il primo atto del cinema neorealista. |
Ci sarebbe molto da scrivere su quel periodo in cui la Regia Marina fece sempre il suo dovere, anche con gravi perdite di vite umane, nonostante la debolezza strategica dello Stato Maggiore spesso troppo succube della volontà politica. Ma questa è un’altra storia.
in anteprima il Littorio e il Vittorio Veneto nel Mediterraneo durante la guerra – Ufficio Storico della marina militare Vittorio Veneto and Littorio during WW2.jpg – Wikimedia Commons
Riferimenti
articolo MARINA MILITARE ITALIANA pubblicato in origine da DIFESAONLINE
Wikipedia
Fonti storiche varie
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