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Dopo 77 anni verrà finalmente effettuata la bonifica del relitto più pericoloso in acque inglesi

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: SICUREZZA MARITTIMA
PERIODO: XX-XXI SECOLO
AREA: TAMIGI
parole chiave: Liberty class, SS Montgomery, Thames, EOD

 

Quest’anno inizierà lo smantellamento di uno dei relitti più pericolosi presenti nelle acque britanniche, la S.S. Richard Montgomery. Un evento che ci da la possibilità di parlare dei trasporti di munizioni effettuati durante la guerra e della storia di questa nave, che giace ancora pericolosamente sul fondo del Tamigi con un’enorme quantità di esplosivi nelle sue stive.

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L’alberatura della SS Montgomery – autore Clem Rutter, Rochester, Kent Thames Richard Montgomery KC 7722 (Modified) (cropped).JPG – Wikimedia Commons

La sua storia merita di essere raccontata
La S.S. Richard Montgomery faceva parte del programma Liberty, una classe di navi da carico costruite negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, di concezione britannica, il cui design fu adottato dagli Stati Uniti per la loro costruzione semplice e di basso costo. Prodotte in serie, in una scala senza precedenti, le Liberty divennero il simbolo della produzione industriale degli Stati Uniti in tempo di guerra, come risposta di saturazione logistica per compensare le perdite, tra l’altro trascurabili, causate dai sommergibili dell’Asse. Di fatto, tra il 1941 ed il 1945, diciotto cantieri americani costruirono 2.710 navi Liberty con una media di tre navi ogni due giorni.  In particolare, la Montgomery era la settima di una serie di 82 navi classe Liberty costruite nei cantieri St. Johns River Shipbuilding Company di Jacksonville, Florida, e fu varata il 15 giugno 1943.

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La Montgomery fotografata nella sua prima traversata – La Marcophilie Navale Envelopmer: Les Liberty-Ship du D-Day débarquement en Normandie Utah Omaha Gold Sword Juno

Durante l’estate del 1944, la S.S. Richard Montgomery si diresse verso il Regno Unito, trasportando nelle sue stive migliaia di tonnellate di munizioni per quello che, per ironia della sorte, doveva essere il suo ultimo viaggio operativo. Quando la SS Richard Montgomery arrivò al largo di Southend, passò sotto l’autorità del controllo navale del Tamigi. Il Capitano del Porto, responsabile di tutti i movimenti di navigazione nell’estuario, ordinò alla nave di ormeggiare al largo del bordo nord di Sheerness, un’area designata come Great Nore Anchorage. Il 20 agosto 1944, probabilmente a causa delle correnti di marea, l’ancora della nave incominciò ad arare e la Montgomery si arenò su un banco di sabbia, a circa 250 metri dal Medway Approach Channel, ad una profondità di circa 7 metri d’acqua.

Le autorità portuali si resero immediatamente conto della gravità dell’incidente e lo sforzo per recuperare le munizioni a bordo iniziò dopo pochi giorni, il 23 agosto. Al termine delle ispezioni emerse che, a causa dell’urto dello scafo con il fondo, si era generata una falla a poppa. Durante il tentativo di recupero, lo scafo della nave si aprì, causando l’allagamento di diverse stive di carico verso prua. Sembrerebbe che, utilizzando l’attrezzatura per la movimentazione del carico, fu possibile rimuovere circa la metà delle munizioni, principalmente nelle due stive di poppa, che furono probabilmente sgombrate dal carico.

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piano generico di una Liberty plan-of-liberty-ship_1200 – Maritime Radio

Uso il termine probabilmente perché in realtà le quantità rimosse dichiarate differirono nei vari rapporti di intervento inviati dopo l’operazione. Gli sforzi per scaricare le munizioni terminarono il 25 settembre 1944, dopo che il relitto si allagò. Successivamente, a causa dell’assestamento e delle correnti la nave si spezzò in due parti separate, grosso modo al centro della nave.

Fu ovviamente aperta un inchiesta dalla quale emersero un certo numero di fattori quanto meno bizzarri. Ad esempio, diverse navi ormeggiate nelle vicinanze avevano notato la SS Richard Montgomery alla deriva, che si muoveva verso il banco di sabbia, e avevano cercato di segnalare, suonando le loro sirene, l’emergenza. L’azione non aveva però avuto successo in quanto il capitano della nave, Charles Wilkie, stava … dormendo e l’ufficiale di guardia della Montgomery non era stato in grado di “svegliarlo”. Nell’inchiesta emerse anche che il capitano era precedentemente sceso a terra per assicurarsi di avere un ormeggio sicuro e carte aggiornate ma il Ministero della Difesa aveva insistito che la nave fosse ormeggiata in acque poco profonde, ad un miglio e mezzo da Sheerness.

Alla fine la commissione d’inchiesta concluse che l’ancoraggio assegnato dal comandante del porto non era sicuro, ed aveva messo in pericolo la nave, di fatto sollevando da ogni responsabilità il capitano Wilkie. Con il senno del poi, una strana malleva perché in genere un comandante è sempre responsabile della sicurezza della propria nave, a parte cause di forza maggiore, e questo non era propriamente il caso.

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relitto del Richard Montgomery (a sinistra della boa), 2002 – Fonte geograph.org.uk; transferred by User: ClemRutter using geograph_org2commons –  Autore Gill Edwards Wreck of the Richard Montgomery (to left of buoy) – geograph.org.uk – 19013.jpg – Wikimedia Commons

Una bonifica lungamente aspettata
Dopo settantasette anni dalla guerra finalmente il grande cargo sarà bonificato dalla Royal Navy. La decisione è stata presa dopo che i tecnici della sicurezza avevano apprezzato un ulteriore deterioramento dello scafo che potrebbe far collassare le strutture (in particolare gli alberi) e far esplodere ancora contenuti nelle stive del Montgomery. Si parla di una quantità non trascurabile, quantificata intorno a 1.400 tonnellate di esplosivi di diverso tipo, incluse bombe incendiarie al fosforo, che se innescati potrebbero generare danni ingenti e perdite di vite umane.

Il relitto del Richard Montgomery si trova spezzato in due sezioni principali con una grande parte centrale mancante, essendo stata rimossa durante il primo intervento di bonifica solo una frazione degli esplosivi. La maggior parte del carico più pericoloso giace ancora nella sezione di prua. Da quanto sembra, le sezioni di prua e di poppa sono ancora in buone condizioni e sono visibili i tre alberi della nave che emergono  dall’acqua. Gli alberi contengono anche segnali di avvertimento per impedire ai curiosi di avvicinarsi. Quattro boe intorno al relitto delimitano una zona di esclusione in cui solo il personale autorizzato può entrare. 

Se gli esplosivi all’interno della S.S. Richard Montgomery dovessero esplodere, l’onda d’urto danneggerebbe pesantemente le città di Southend-On-Sea e si generebbero grandi onde che avrebbero un impatto sulle città sull’estuario del Tamigi fino a diverse miglia di distanza. Detriti infuocati potrebbero raggiungere Sheerness ed una raffineria di petrolio costruita vicino all’apertura del canale, che potrebbe essere danneggiata ed esplodere a sua volta, causando ulteriori problemi. Dal 1946, il Parlamento britannico ha approvato delle misure di sicurezza per prevenire un’eventuale esplosione. In realtà, poco osservate nel tempo da incoscienti che, per mania di protagonismo o stupidità hanno violato le regole stabilite. Nel 2015, un intruso, su una tavola da surf, ignorò le restrizioni poste, recandosi sul relitto. L’evento suscitò una certa indignazione sui social media e accese molte nuove discussioni.

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Mappa dell’estuario del Tamigi con la zona di esclusione attorno al relitto della SS Richard Montgomery e l’ubicazione degli aeroporti – Ordnance Survey con modifiche di Prioryman e cmglee Thames Estuary airports proposed locations SS Richard Montgomery.png – Wikimedia Commons

Finalmente, nel giugno 2020, il Dipartimento per i Trasporti britannico annunciò di voler appaltare la rimozione dei tre alberi della nave poiché stavano sottoponendo a sforzi eccessivi il resto della struttura della nave.  Il Ministero della Difesa britannico sottolineò che anche il crollo di un albero avrebbe potuto far esplodere gli ordigni e sollecitò l’invio di personale specialistico della Royal Navy per la loro rimozione in sicurezza. La memoria andò alla tragica esplosione della S.S. Mont Blanc ad Halifax, Nuova Scozia, Canada, del 6 dicembre 1917.

Una tragedia poco conosciuta
La S.S. Mont Blanc, una nave mercantile francese carica di esplosivo ad alto potenziale, si scontrò con la nave norvegese S.S. Imo nello stretto che collega il porto superiore di Halifax al bacino di Bedford.  Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ss-mont-blanc-esplosione-.jpgSi generò un forte incendio a bordo della Mont Blanc che provocò una forte esplosione che devastò il quartiere Richmond di Halifax. Gli effetti furono terrificanti: 1.782 persone restarono uccise ed altre 9 furono ferite dall’esplosione, in gran parte a Halifax e Dartmouth, sotto una pioggia di detriti e di dardi di fiamma che causarono incendi. Fu la più grande esplosione causata da esplosivi convenzionali, rilasciando un’energia equivalente a circa 2,9 chilotoni di tritolo, la più forte fino al test nucleare Trinity del 1945.

Tornando alla S.S. Montgomery, nel dicembre 2021, è stato finalmente comunicata l’assegnazione dell’appalto per la rimozione dei tre alberi. Per facilitare l’operazione di bonifica saranno coinvolti gli EOD della Royal Navy, gli ingegneri del 29° gruppo ed il team del Salvage and Marine Operations del MOD britannico. Si preannuncia un’operazione lunga (i previsti due mesi appaiono molto risicati) e pericolosa che potrebbe prevedere l’allontanamento in massa degli abitanti dalle aree più vicine.

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Stephen Kenrick, EOD RN, controlla una bomba da 1.000 libbre inesplosa al largo della costa di Cape Wrath in Scozia – photo credit UK Royal Navy

Va compreso che le bonifiche di ordigni sono un compito ricorrente da parte dei reparti subacquei di tutte le marine militari al fine di mettere in sicurezza aree in cui la presenza di ordigni esplosivi delle passate guerre potrebbe causare incidenti ai lavoratori del mare.

In Italia, questo compito è perseguito sia dal GOS (COM.SUB.IN.) che dalle unità cacciamine delle Forze di Contro Misure Mine (MARICODRAG) che ogni anno neutralizzano o distruggono migliaia di ordigni pericolosi nei nostri mari. 

 

 

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