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livello elementare.
ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: RUSSIA
parole chiave: UUV, anti seal, sistemi di difesa portuale
Abbiamo parlato spesso di mezzi senza pilota, di sistemi di difesa antiterroristici, di quanto sia diventata fragile la sicurezza degli hub commerciali marittimi di questo III millennio. Le notizie di nuovi sistemi di difesa portuale, sia passivi che attivi, sorprendono sempre ma questa notizia, apparsa sulla stampa specialistica, è decisamente curiosa.
Photo credit: Alexey Isaev, WARHEAD.SU da SI HUTTON
In realtà questo sistema autonomo anti-intrusione non è una novità, essendo stato presentato al Forum tecnico-militare internazionale ARMY 2018, dalla nota società statale russa Rostec. Dalle notizie trapelate sulla stampa di settore, questo nuovo veicolo subacqueo autonomo chiamato Nerpa (dal nome della foca del Bajkal, Pusa sibirica) è dotato di un fucile subacqueo simile all’APS usato dagli Spetznaz navali. Sembrerebbe che Nerpa sia nato dalla collaborazione dell’azienda MAKO con TsNIITochMash, per essere utilizzato per ispezionare infrastrutture marittime portuali, navi alla fonda o in porto, ponti e, all’occorrenza, per contrastare eventuali incursioni di sommozzatori nemici.
Il pericolo incursionistico
Durante la guerra fredda la Russia potenziò la sua capacità di contrasto contro incursori nemici. Oltre ad una serie di lanciagranate anti-subacquei, installati sulle navi, vennero sviluppate, nel 1967, le Forze e mezzi di sabotaggio subacquei o PDSS (Подводные диверсионные силы и средства). In pratica unità di nuotatori da combattimento della Marina dell’URSS, e poi della Marina russa, per svolgere operazioni subacquee sia offensive che difensive, dislocate principalmente nelle basi della flotta sovietica del Mar Nero. Per quanto riguarda il contro-sabotaggio la Marina Russia ha probabilmente dispiegato alcuni team nei teatri di impiego più recenti, dalla Siria alla Crimea.
SPP-1M – Foto Vitaly V. Kuzmin
Secondo alcuni storici, la Marina sovietica decise di creare il PDSS dopo l’incidente di Lionel Crabb. Gli operatori sono addestrati ad eseguire ispezioni in carena per la ricerca di eventuali ordigni e sono armati con un pugnale ed una pistola subacquea SPP-1M a quattro canne non rigate, ciascuna contenente una cartuccia. Le sue munizioni si presentano come un caricatore di quattro cartucce che viene inserito nella culatta della pistola. I sommozzatori hanno in dotazione il fucile d’assalto subacqueo APS (Avtomat Podvodny Spetsialnyy o “Special Underwater Assault Rifle”), un’arma da fuoco subacquea progettata all’inizio degli anni ’70 e adottata nel 1975.
Sparare sott’acqua
Come sapete le armi da fuoco convenzionali sono estremamente inefficaci sott’acqua in quanto l’acqua, essendo molto più densa dell’aria, esercita una resistenza molto maggiore, rallentando rapidamente la velocità dei proiettili. Se utilizziamo armi “convenzionali” sparare contro bersagli subacquei ad una distanza maggiore di due metri è praticamente inutile. I proiettili fuoriusciti dalla canna tenderanno presto a rallentare e cadere verso il basso. A tal riguardo, ai tempi dell’Unione Sovietica, furono progettati diversi fucili subacquei, i cosiddetti fucili ad ago, in grado di sparare dardi di metallo al posto dei proiettili che potevano così raggiungere distanze maggiori.
Fucile subacqueo APS sovietico – Fonte e Autore Remigiusz Wilk (REMOV) APS underwater rifle REMOV.jpg – Wikimedia Commons
Il più celebre fu sicuramente il già citato l’APS, con un design che ricordava l’arma sovietica di eccellenza, il fucile automatico Kalašnikov o AK-47, ma con un caricatore molto più lungo che conteneva i suoi caratteristici proietti ad ago. Un successivo miglioramento dell’APS, per poterlo impiegare anche al di fuori dell’acqua con proiettili convenzionali, fu l’ASM, realizzato alla fine degli anni ’90, ma questa è un’altra storia. Ogni PDSS team è composto da 50-60 operatori e, attualmente, ci sono 13 unità PDSS destinati nelle basi navali della flotta russa ed a supporto delle operazioni all’estero.
Operatori PDSS armati con la loro dotazione standard
Автомат подводный специальный ” АПС ” | lemur59.ru
Autonomia e freddo
L’impiego di operatori subacquei è costretto principalmente dai … limiti umani, ovvero autonomia, condizioni ambientali e disponibilità. Per questo motivo, in questi ultimi decenni sono nate diverse alternative: dai mammiferi (beluga nel caso russo) armati con speciali armi anti intrusione agli UUV, introdotti inizialmente con compiti di ricognizione sonar per la scoperta di ordigni e poi per la loro neutralizzazione. L’utilizzo futuro di sistemi unmanned è un passo in avanti, seguito da molte Marine, che di fatto ha migliorato il fattore endurance e la capacità di impiego in acque con basse temperature e scarsa visibilità.
Il Нерпа, o Nerpa, è essenzialmente un veicolo subacqueo senza pilota (UUV) che, oltre alla dotazione tipica dei droni subacquei è anche armato con un fucile subacqueo, molto simile ad un APS. Progettato da Rostec, il Nerpa è propulso da un’elica posteriore e due propulsori ausiliari interni per un migliore controllo della profondità e manovrabilità. La testa presenta un rigonfiamento pronunciato per un piccolo sonar ad alta frequenza, che consentirebbe anche al veicolo di “scoprire” sott’acqua eventuali oggetti indesiderati. Dopo la ricognizione il drone deve riemergere per poter inviare i dati alle stazioni di controllo a terra oppure collegarsi ad un nodo subacqueo di ricezione acustico.
Torniamo un attimo all’arma, che ne fa uno strumento peculiare. Si tratta di fatto di un fucile in grado di poter sparare sott’acqua, probabilmente un APS, forse modificato, da 5,66 mm che, secondo SI HUTTON, assicurerebbe una portata di 30 metri a 10 metri di profondità, che si ridurrebbero a 11 metri a 40 metri di profondità. I 26 proiettili contenuti nel caricatore standard verrebbero sparati ad una velocità iniziale di 360-340 metri al secondo.
Secondo SI HUTTON i suoi limiti sarebbero: 50 metri di profondità, la durata della batteria (circa 4 ore), e una limitante bassa velocità di pattugliamento (1 nodo). Questo lo renderebbe di fatto poco impiegabile in zone di corrente. Viste le dimensioni, il Nerpa potrebbe essere messo a mare da piccole imbarcazioni o dalle banchine portuali che dovrebbero poi occuparsi del recupero a fine missione. Il costo di sviluppo del veicolo subacqueo è stato stimato in oltre 10 milioni di rubli (circa 115.000 euro).
Non è noto se questo mezzo verrà alla fine adottato dalla Marina russa, ma è più probabile che sarà acquistato come integrazione piuttosto che sostituzione dei subacquei PDSS, che resteranno comunque il sistema d’arma di eccellenza.
Fonti
Nerpa anti-diver UUV
http://www.hisutton.com/Nerpa_Armed-UUV.html
Rostec ha mostrato un prototipo di robot anti-sabotaggio subacqueo all’Army-2018
https://nationalinterest.org/blog/buzz/check-out-russia%E2%80%99s-bizarre-anti-diver-underwater-drone-171575
La Russia ha sviluppato il primo drone subacqueo al mondo dotato di mitragliatrice
https://ria.ru/20180821/1526952109.html
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