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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Sommergibili, Ops Teardrop, Gruppe Seewolf
In realtà, da diverso tempo gli U-Boot tedeschi operavano al largo della costa orientale degli Stati Uniti, la cui maggior parte era dotata di snorkel cosa che li rendeva meno individuabili dalle navi di pattugliamento. La situazione nel marzo 1945, non era comunque molto rosea per i sommergibili operanti nell’Atlantico. Il 16 marzo 1944, l’U-866 (alla sua prima missione) era sopravvissuto a malapena ad un attacco con bombe di profondità lanciate dal cacciatorpediniere di scorta USS Lowe (DE-325) vicino a Sable Island (circa 175 NM a est-sud-est della Nuova Scozia) e si era appoggiato sul fondo. Le unità USS Lowe, USS Pride (DE-323), USS Mosely (DE-321) e USS Menges (DE-320) continuarono a colpirlo fino alla sua fine. L’U-857 e l’U-879 erano entrati nel Golfo del Maine alla fine di marzo ed il 5 aprile 1945 l’U-879 aveva silurato e danneggiato la petroliera Atlantic States, che dovette essere rimorchiata in porto. Nel giro di poche ore, due cacciatorpediniere statunitensi di scorta e due fregate iniziarono la caccia ad un sottomarino la cui identità resta incerta. L’affondamento fu accreditato al cacciatorpediniere USS Gustafson (DE-182), il 7 aprile 1945. In realtà, dopo la guerra, dall’esame dei movimenti dei sommergibili tedeschi, emerse che nessun battello era stato affondato e le navi avevano scaricato le loro bombe su un eco non sub.
Il 14 aprile 1945 l’U-857, silurò e affondò il mercantile Belgian Airman al largo di Cape Henry, Virginia. Ciò provocò un’immediata caccia al sommergibile da parte di sei unità navali provenienti da Hampton Roads, con l’appoggio di cacciatorpediniere e cannoniere provenienti da Rhode Island, idrovolanti Mariner e aerei Ventura decollati da Norfolk ed Elizabeth City e diversi dirigibili. Gli attacchi dei sommergibili continuarono. Il 18 aprile, la petroliera Swiftscout fu silurata e affondata al largo del Delaware Capes, ed il 23 aprile fu il turno della petroliera norvegese Katy, colpita da un siluro lanciato probabilmente dall’U-857 o dall’U-879, al largo di Cape Henry.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile, l’U-879 cercò di attaccare il convoglio KN-382, ma fu avvistato dalla fregata USS Natchez (PF-2). Il sommergibile fu immediatamente inseguito dai cacciatorpediniere USS Bostwick (DE-103), USS Coffman (DE-191) e USS Thomas (DE-102). Alle 01:15 del 30 aprile, l’USS Bostwick scaricò uno sbarramento di cariche di profondità che costrinse il sottomarino a scendere a 600 piedi. Nonostante le manovre evasive del sottomarino, poco più di tre ore dopo, fu la volta del USS Coffman e del USS Thomas che attaccarono con bombe di profondità, affondando alla fine il battello con tutto il suo equipaggio.

bombe di profondità – sistema anti sommergibili hedgehog a bordo del HMS Westcott – autore Royal Navy official photographer Hedgehog anti-submarine mortar.jpg – Wikimedia Commons
Ops Teardrop
L’operazione Teardrop includeva due task force (Barrier Force), ciascuna composta da due portaerei e oltre venti cacciatorpediniere di scorta. L’analisi dell’intelligence statunitense e gli analisti operativi della decima flotta furono così in grado di tracciare i movimenti del Gruppe Seewolf attraverso l’Atlantico, facilitati dalla possibilità di intercettarne e comprenderne i messaggi quasi contemporaneamente alla loro trasmissione.
La Prima Barrier Force comprendeva venti cacciatorpediniere di scorta divisi tra una Northern Force, guidata dalla portaerei di scorta USS Mission Bay (CVE-59), comandata dal capitano di vascello John R. Ruhsenberger, e la Southern Force, guidata dalla portaerei di scorta USS Croatan (CVE-25), comandata dal capitano di vascello Kenneth Craig.
Grazie alle intercettazioni dell’intelligence fu quindi creata una barriera di sorveglianza lunga 120 NM nel sud dell’Atlantico centrale dell’Islanda, a circa 30 gradi di longitudine ovest, con le due portaerei di scorta e quattro unità di scorta ciascuna operanti a circa 40 –50 NM di distanza. In accordo con il periodo dell’anno, le condizioni meteorologiche furono avverse, con frequenti nebbie pesanti e mari con onde tanto alte che furono descritte “montane”. Più di 100 marinai sulla portaerei USS Croatan rimasero feriti a seguito di una violenta rollata della nave. Condizioni estreme che ostacolarono gravemente sia le operazioni aeree della portaerei che da terra.
Sebbene il monitoraggio continuò, non ci furono altri incontri fino al 15 aprile quando il cacciatorpediniere USS Stanton (DE-247) rilevò un contatto radar a 3.500 iarde nella fitta nebbia. Il caccia si avvicinò a 1.000 iarde prima di illuminare il contatto con un faro, che si rivelò poi essere il sommergibile U-1235. Il battello si immerse immediatamente ma lo USS Stanton effettuò tre attacchi con le bombe di profondità che culminarono con un’esplosione subacquea insolitamente grande. Quaranta minuti dopo, solo 1,5 NM dall’ultima posizione dell’U-1235, venne identificato anche l’U-880, che si era avvicinato al cacciatorpediniere mentre stava attaccando l’U-1235.
Dopo essere stato colpito nella torretta, il sommergibile tentò di immergersi ma fu colpito dal lancio delle bombe di profondità. Anche questa volta le esplosioni risultarono di forte intensità al punto di preoccupare l’ammiraglio Ingram che, leggendo i rapporti di missione, si domandò se i battelli tedeschi stessero veramente trasportando qualche arma speciale. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile, un PB4Y-1 Liberator del VPB-114 della USN, in volo da Terceira, Azzorre, avvistò il sommergibile U-805 in superficie. Il battello tedesco che era già allertato dal volume del traffico radiofonico statunitense nell’area, si immerse immediatamente e cambiò la sua rotta verso nord.
Il 21 aprile 1945, la First Barrier Force fu sostituita dalla Second Barrier Force, composta dalla portaerei di scorta USS Bogue (CVE-9), comandata dal capitano di vascello George J. Dufek, e da dieci cacciatorpediniere di scorta, più la portaerei USS Core (CVE-13), comandata dal capitano di vascello RS Purvis, e dodici cacciatorpediniere di scorta. La seconda Forza di Barriera usò tattiche alquanto diverse rispetto alla prima: i cacciatorpediniere di scorta formarono una linea di fronte, posizionate ad intervalli di cinque NM, lungo le 120 miglia della barriera, con le portaerei posizionate alle estremità dello schermo.
Fine parte II – continua
Andrea Mucedola
PARTE I PARTE II PARTE III
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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